Nella notte i Detroit Pistons hanno maturato la 18esima sconfitta stagionale contro i Wizards in quel di Washington con il punteggio di 106-82 per la franchigia della capitale; se, però, si presta un occhio al box score dell’incontro si noterà che Josh Smith, uno dei giocatori chiave dei Pistons (o almeno si suppone tale), è rimasto in campo per poco meno di 18 minuti per via di una scelta tecnica di coach Maurice Cheeks che ha deciso all’intervallo di togliere dalla contesa il proprio giocatore, relegandolo in panchina perché reo di avere giocato con scarso impegno. La decisione del tecnico non è stata presa bene da Smith, per il quale è stata “una seria offesa” essere stato chiamato fuori per questo motivo.
“Quando si è in un momento difficile, il carattere delle persone viene messo alla prova” – ha dichiarato Smith – “È mettendo alla prova il nostro carattere che possiamo sviluppare una migliore chimica e diventare una vera squadra, oppure è preferibile trovare una capro espiatorio per allontanare l’attenzione da quello che è il problema in realtà?”
Smith ha comunque dichiarato di non essere disposto a ritornare sul fatto con il proprio coach prima della prossima gara, ritenendo che l’episodio sia già da considerarsi concluso:
“Per me è già passato. Ma so che alcune persone tengono rancori più a lungo rispetto ad altri. Non sto dicendo che lui (Cheeks, ndr) sia una di queste. Ma non sono il tipo di persona a cui piace andare continuamente nell’ufficio del coach ad avere un confronto. Mi interessa di più concentrarmi sul morale della squadra, su quello che possiamo fare e su come tenere concentrati i miei compagni, in generale su come migliorare e vincere di più.”
Difficile che il no.6 di Detroit, considerato il suo carattere si dimentichi veramente dell’episodio; è anzi piuttosto probabile che, se l’andamento stagionale di Detroit, al momento 7ª nella Eastern Conference ma sotto il 50% di vittorie, dovesse peggiorare, episodi del genere possano facilmente ripetersi, specie se di mezzo ci sia ancora Josh Smith.