Il titolo dell’articolo è forte, lo ammetto, ed è anche “rubato” dal titolo del più famoso saggio di Erasmo da Rotterdam. “L’elogio della follia” si apre con la follia che elogia se stessa prendendo le distanze dai mortali e sottolineando il suo carattere divino. Continua con esempi di come la “Pazzia” porti felicità all’uomo e di come essa aiuti l’umanità ad autocompiacersi. Non continuo nel racconto filosofico del saggio, non è questo il luogo, ma mi sembrava opportuno accompagnare questo articolo con qualcosa che potesse spiegare il perché delle parole rilasciate dal GM dei Lakers Mitch Kupchak rivolte al suo allenatore Mike D’Antoni. Si perché la Follia può sempre essere letta con un duplice atteggiamento.
In questa stagione i Lakers sono in difficoltà, infortuni, prestazioni mediocri, roster poco profondo e con poche individualità, insomma niente di più lontano dallo spirito di Hollywood.
Nonostante questo caos tremendo Mitch Kupchak durante un colloquio telefonico con Mike Bresnahan del Los Angeles Times ha voluto ringraziare coach Mike D’Antoni accordandogli una fiducia quasi incondizionata. Intanto i Lakers perdono e continuano a seminare disastri: 1-9 nelle ultime 10 partite per un complessivo 14-22 (38,9%) e terzultimo posto ad Ovest.
Nell’intervista Kupchak sembra non aver visto le prestazioni dei giallo-viola:
“Siamo felici con Mike. Se guardiamo indietro di sei settimane e pensiamo che eravamo senza Kobe stavamo giocando alla grande. Era un gioco divertente, veloce ed eccitante anche senza Bryant”.
Dal ritorno di Kobe, l’8 dicembre, le cose sono precipitate, i Lacustri sono passati da un record di 10-9 ad un record di 14-22 ma, soprattutto, Kobe ha subito un nuovo infortunio. Inoltre anche Farmar, Nash e Blake si sono fermati nuovamente e i Lakers hanno dovuto pescare dalla D-League Kendall Marshall per avere un playmaker da buttare nella mischia.
Ora, non volendo entrare all’interno di questioni puramente tecnico-tattiche, tutti gli appassionati NBA sono consci del fatto che il modo di giocare di D’Antoni è basato da sempre sulla velocità e sul gioco Play-Centro ed i Lakers oggi non hanno nessuno dei tre fattori sopracitati e quindi mi chiedo come possano avere risultati convincenti con D’Antoni sul pino. Sottolineiamo, inoltre che i Lakers soffrono dei tipici problemi di una squadra d’Antoniana, poca difesa, 24° come efficienza difensiva e pochissimi rimbalzi, 29° per rimbalzi difensivi e 27° per rimbalzi offensivi, ed in attacco la situazione non migliora di certo, con 99,6 punti a partita sono terzultimi ad Ovest, avanti solo ai Grizzlies e ai Jazz.
Le dichiarazioni di Mitch sembrerebbero essere più un addio che un’elogio, vedremo nelle prossime settimane cosa cambierà a Los Angeles.