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Kevin Durant: “Parlare di MVP è prematuro”

Dopo avere fatto segnare il suo career-high nella sfida di venerdì notte contro i Golden State Warriors con una performance da 54 punti in diretta TV nazionale, per Kevin Durant, stella degli Oklahoma City Thunder, non si sono certo sprecati i cori “MVP!MVP!”, ma il prodotto di Texas ha comunque voluto precisare che il suo obiettivo al momento non è quello di ottenere questo riconoscimento.

“E’ prematuro parlare di MVP” – ha dichiarato Durantula, già 3 volte miglior marcatore NBA e primo nella relativa classifica quest’anno con 30,6 punti di media – “La stagione non è ancora nel suo vivo. Cerco, però, di non pensare a questa roba. Certo, come giocatore, mi farebbe piacere vincere il premio di MVP. Ma non sono concentrato su quello. Sono concentrato totalmente sulla mia squadra.”

Durant, arrivato alla sua settima stagione NBA, sta mettendo insieme ancora una volta cifre astronomiche, aggiornando anche il registro dei propri career high in punti (30,6 come detto prima), rimbalzi (7,9) e assist (5). Certo, va menzionato il fatto che in questo senso lo agevola l’assenza di Russell Westbrook, poiché gli consente di disporre maggiormente del pallone (non dovendosi necessariamente dividere tiri e opportunità con il no.0) con effetti diretti sulla sua produzione offensiva e sulle sue statistiche, con cifre che in assenza di Westbrook lievitano sensibilmente; lo sconfinato talento di KD , però, ci permette di assistere di volta in volta a delle performances fuori dall’ordinario che dimostrano come questo ragazzo abbia tutte le carte in regola per diventare uno dei più grandi nella storia di questo sport.

Per questo non ci sarebbe da stupirsi se alla fine di questa stagione riuscisse a strappare il titolo di MVP all’eterno rivale LeBron James, suo diretto concorrente nella corsa a questo alloro, insieme a Paul George e LaMarcus Aldridge, due giocatori che, pur godendo di minore risalto mediatico rispetto a Durant e James, stanno mettendo insieme una stagione di assoluto livello, consacrandosi come stelle di prima grandezza del panorama NBA e trascinando in vetta le rispettive franchigie.

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