Eccoci all’ultima analisi delle major conference della NCAA (per vedere come si arriva al torneo NCAA e le review di AAC, ACC, Big East, Big Ten, Big 12 e Pac 12 cliccate sui link), ovvero quella riguardante la SEC, che rimane una football conference, ma che, con il ritorno di Kentucky nell’aristocrazia della pallacanestro e la costante solidità di Florida, è divenuta un potenza non solo nella palla ovale.
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#11 Kentucky (15-5, 5-2) ha iniziato la stagione sull’onda dell’entusiasmo generale, con John Calipari che come al solito è riuscito, con il suo grande fascino e la dialettica da professionista del foro immaginiamo, a portare a casa una classe di freshman discreta per così dire, con 5 dei migliori 9 prospetti della nazione accasatisi al sole del Kentucky.
Come al solito qualche ubriacone esaltato ha iniziato a parlare di stagione perfetta e di Andrew Harrison quale nuovo mix tra Chris Paul, Magic Johnson e il pelide Achille, discorsi zittiti dopo la bellezza di due partite con la sconfitta contro Michigan State. L’esaltazione prestagionale era fuori misura, ma altrettanto lo era dare Kentucky per spacciata dopo qualche sconfitta di troppo. Una squadra così giovane ha bisogno di tempo per migliorare e, sebbene Calipari non sia propriamente nella top 3 dei più grandi geni mai sedutisi su una panchina di pallacanestro, i risultati stanno incominciando a vedersi. Innanzitutto partiamo dal fatto che se Dakari Johnson fa discretamente pietà e gli Harrisons hanno avuto una partenza difficile, lo stesso non può dirsi per Julius Randle aka A Lot To Handle, ad inizio stagione rebus irrisolvibile per quasi tutte le difese affrontate e che partendo dal palleggio fuori dal pitturato risulta quasi infermabile. Un calo si è avuto in alcune delle ultime uscite, compresa l’ultima sconfitta contro LSU, ma è fisiologico ed anche naturale dato che le difese incominciano a prendere le misure dei super-freshmen. Non ancora completo a livello tecnico, pressochè incapace di usare la mano destra e con la tendenza alle palle perse, rimane comunque nelle sue giornate migliori il freshman più impressionante da vedere giocare insieme a Jabari Parker. La squadra è tra le migliori nella nazione a rimbalzo offensivo e, nelle ultime uscite, ha incominciato ad avere apporti importanti da giocatori quali gli Harrisons e James Young, oltre alla solita decisiva difesa di Willie Cauley-Stein, uno dei rari giocatori rimasti sotto Calipari per più del tempo di un tè coi biscotti. Proprio l’inesperienza e le palle perse sono state alla base della sconfitta subita contro Arkansas, che ha vinto col più improbabile dei buzzer beater, una schiacciata a rimbalzo offensivo, facendo così esplodere la propria tifoseria e impartendo un’altra importante lezione a Kentucky. L’attacco è ancora troppo spesso farraginoso e se si sono visti miglioramenti nella difesa sul perimetro, la squadra concede ancora molto in pitturato, vedasi il banchetto concesso ai lunghi di LSU nell’ultima sconfitta. I Calipari’s arriveranno a marzo sicuramente più maturi e pronti, ma probabilmente non abbastanza per poter raggiungere una Final Four.
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Casey Prather, giocatore più migliorato in tutto il panorama NCAA
L’altra potenza all’interno della conference sono i #3 Florida Gators (18-2, 7-0) che tra infortuni e sospensioni ha affrontato questa prima stagione perdendo per periodi più o meno lunghi praticamente tutta la squadra, tra gli altri ricordiamo: Kasey Hill, Scottie Wilbekin, Dorian Finney-Smith, il tagliato e poi re-inserito (sebbene Donovan abbia fatto sapere che non giocherà questa stagione) Damontre Harris, il freshman Chris Walker che è appena stato rilasciato dall’ investigazione per i suoi rapporti con l’ex coach AAU Matt Ramker e dovrebbe debuttare contro Missouri e Casey Prather. Direi che a fronte di queste defezioni più o meno prolungate il record di Florida appare ancora più impressionante e col ritorno di Prather nella partita contro Auburn i Gators dovrebbero ora avere finalmente tutti i pezzi del puzzle al loro posto, sfortuna permettendo. Billy Donovan è uno dei coach più capaci di tutta la Division I e tra i più continui ad alto livello di risultati e recruiting: la difesa è sempre un punto forte sia in area che a livello perimetrale. Il granitico senior Patric Young che sembra finalmente diventato quella macchina da (quasi) doppia doppia che ci si aspettava ai tempi della high school ed è ottimamente supportato dal transfer Finney-Smith. La coppia Hill-Wilbekin nel backcourt combina bene gioventù ed esperienza, con Wilbekin che è ottimo negli ultimi minuti di gioco, vedasi la partita contro Arkansas, mandata all’OT da un suo canestro allo scadere, partita poi vinta nonostante la squadra abbia rincorso in trasferta per quasi tutta la partita e fosse senza Casey Prather. Proprio Prather è uno dei giocatori che sono esplosi maggiormente questa stagione, passando da 6 a 17 punti di media, divenendo il vero e proprio leader della squadra. La squadra non tira bene come altre versioni precedenti dei Gators, ma l’organico, salvo infortuni, è profondo, talentuoso, con uomini d’esperienza e con un grande coach in panchina: la quarta Elite Eight in altrettanti anni pare essere alla portata.
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LSU (13-6, 4-3) è una delle squadre più interessanti della SEC, nonché forse quella che più di tutte ha avuto alti e bassi, anche all’interno di una stessa partita, ma con l’ottima vittoria contro Kentucky, che ha portato avanti una serie di 3 vittorie nelle ultime 4 gare, sembra essersi definitivamente messa sulla mappa del torneo NCAA e potrebbe anche rivelarsi una squadra insidiosa in questo contesto. Rimane una squadra tendente a black-out, turnover e con una scarsa percentuale ai liberi, ma anche con talento a sufficenza per dare fastidio a chiunque, specialmente con l’eccellente frontcourt formato da Johnny O’Bryant e i freshmen Jarrell Martin e Jordan Mickey che nella partita contro i Wildcats hanno tenuto Julius Randle al suo minimo stagionale per punti.
- Abbiamo visto come Arkansas (13-7, 2-5) in casa abbia sconfitto Kentucky e costretto all’OT Florida: i Razorbacks di coach Mike Anderson sono conosciuti per il ritmo forsennato e il pressing continuo, ma a causa di una certa mancanza di talento si sono leggermente allontanati dal classico stile a 100 all’ ora, con giocatori come Rashad Madden costretti a stare in campo molti minuti per assenze di sostituti validi. La squadra è però inconsistente in trasferta e con la sconfitta casalinga contro Missouri ha definitivamente messo fine alle speranze di torneo. Interessante il freshman Bobby Portis, trai migliori giovani lunghi della SEC.
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Georgia (10-9, 4-3) non è certo una forza della natura, ma ha due guardie sophomore molto talentuose in Charles Mann e Kenny Gaines che hanno guidato la squadra ad un buon inizio di conference, trascinati emotivamente anche dalla morte del padre di coach Fox, che sembra aver dato nuova compattezza al gruppo che ha dedicato al suo allenatore la sorprendente vittoria a casa di Missouri nel debutto di conference.
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Ole Miss (14-6, 5-2) ha iniziato bene la sua stagione di conference e adesso ha ritrovato anche Marshall Henderson, al ritorno dopo l’ennesima sospensione per droghe, comportamenti scorretti e altre cose che lo fanno stare particolarmente simpatico a tutti noi. Oltre al caro Marshall i Rebels hanno incominciato ad avere una buona produzione anche dai propri lunghi con la coppia Jones-Saiz che svolgerà un ruolo fondamentale per il prosieguo della stagione, non è un caso che, nonostante i 26 di Henderson, una partita opaca dei due lunghi con uno svantaggio a rimbalzo di 45 a 27 abbia portato i Rebels ad una sonora sconfitta nell’ultima uscita contro Tennessee.
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Missouri (16-4, 4-3) ha iniziato in maniera piuttosto deludente le sue partite di conference, con il calo di Jordan Clarkson che ha mostrato i suoi limiti a livello di playmaking, situazione non migliorata da Wes Clark. La difesa perimetrale ha dato altri problemi ai Tigers, che però hanno avuto segnali positivi contro Alabama in una partita per ottima a livello difensivo. Jabari Brown è giocatore offensivamente completo e super efficiente (24 punti con 9 tiri contro Alabama e altri 24 punti sia nella vittoria contro South Carolina che nell’ultima contro Arkansas), ma è anche l’unico giocatore che sta segnando da tre in sostanza: ci vorranno contributi da altri giocatori per andare al torneo, in questo senso positiva la maggior ricerca di tiri liberi da parte di Earnest Ross viste le brutte percentuali al tiro.
A lunedì per un riassunto degli avvenimenti del weekend!