Curiosa parentesi in coda al match giocatosi ieri sera alla Quicken Loans Arena di Cleveland e conclusosi con la vittoria dei Lakers sui Cavaliers per 119 a 108. Già perché a poco più di 3 minuti dalla fine Robert Sacre ha commesso il suo sesto fallo personale, fatto che, come noto, ha in genere quale conseguenza l’immediato abbandono del campo da parte del giocatore. Ciononostante il centro canadese è rimasto in campo e non tanto per una banale svista, quanto piuttosto per la corretta applicazione da parte della terna arbitrale (Brian Forte, Marat Kogut e Jason Philips) di una eccezione alla norma pocanzi esplicata secondo la quale qualora una delle squadra disponga solo di cinque giocatori e uno di questi commetta sei falli non si procede all’allontanamento del medesimo ma alla concessione di un fallo tecnico a favore della squadra avversaria.
Proprio in occasione della partita di ieri sera si sono creati i presupposti per la corretta applicazione di questa eccezione che, a ben vedere, risulta la naturale conseguenza dell’esigenza che sul parquet vi siano almeno cinque giocatori per squadra. Sacre non ha infatti potuto essere sostituito perché Kaman aveva già commesso sei falli e perché Farmar e Young si sono infortunati nel corso della partita. Combinazione di eventi non del tutto inaspettata soprattutto se si conta che ieri sera D’Antoni, non volendo rischiare Nash, ha avuto a disposizione solamente otto giocatori: Kelly, Johnson, Blake, Farmar, Marshall, Young e Sacre.
Al di fuori del profilo legato all’applicazione della eccezione al regolamento – che neanche Pau Gasol conosceva, come dallo stesso ammesso pubblicamente con un tweet – quanto accaduto ieri sera ha evidenziato ancora una volta i forti limiti dell’attuale roster dei Lakers.
Giacomo Bertone
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