In quello che si preannuncia uno dei Draft più ricchi della storia, oltre ai vari talenti made in USA, un ruolo chiave verrà ricoperto sicuramente anche dagli Internationals; tra i quali compaiono diversi prospetti interessantissimi nel breve ma soprattutto nel lungo termine. A guidare la categoria per potenzialità e interesse suscitato negli addetti ai lavori è stato Dante Exum; talento australiano classe ’95 che tutte le franchigie d’oltreoceano vorrebbero accaparrarsi. Figlio d’arte, il padre giocava a North Carolina insieme a tale Michael Jordan prima di trasferirsi nella terra dei canguri, Exum era considerato la prima scelta assoluta per il draft 2015, tuttavia ha scelto di abbandonare anticipatamente la terra natia per entrare nel mondo dei Pro e per mettersi probabilmente alla prova con i vari Wiggins, Parker, Randle, Smart e compagnia. Guardia di 198 cm dal fisico longilineo che ha già più volte, nonostante la tenera età, mostrato il proprio immenso talento, soprattutto nelle competizioni relative alle nazionali minori. Exum ha impressionato letteralmente nei mondiali under 17 del 2012 quando ha condotto la sua Australia alla medaglia d’argento e in quelli under 19 del 2013, nei quali ha mantenuto una media di 18.2 punti a partita conditi da 3.8 assist. Oltre ai numeri, tuttavia, a colpire sono la sua leadership, la maturità, il carattere forte e il grande spirito lavorativo. Dotato di sterminate braccia e fisico longilineo, Exum risulta essere una point-guard terribilmente oversize, dall’alto dei sui quasi due metri; il fisico è ancora acerbo ma si tratta solo di un dettaglio considerando i dati anagrafici e l’alto potenziale tecnico. Centometrista adattato ai 30 metri dei parquet verniciati, in grado di spiazzare persino i più attenti difensori grazie ai suoi repentini e continui cambi di velocità, supportati da strepitose doti di ball-handling e da un invidiabile controllo del corpo. Il primo passo è senza mezzi termini bruciante e la sicurezza che trasmette ai compagni è una considerevole dote aggiunta; offensivamente predilige attaccare il ferro in transizione sfruttando le sue lunghe leve e il grande controllo del corpo. Esempio di giocatore all around se ce n’è uno, in grado di poter potenzialmente viaggiare sui binari della tripla doppia ogni sera, grazie ad eccelse doti di passatore e ad un’ottima predisposizione al rimbalzo sia offensivo che difensivo. Grazie ad un grande senso della posizione, ad un lodevole tempismo e alle già citate infinite braccia i palloni nei pressi del ferro sono facili prede. Inventiva non comune e spiccata creatività gli permettono di giostrare al meglio le sorti dell’attacco e al tempo stesso di trasmettere tranquillità e sicurezza ai propri compagni: con lui in campo tutto risulta più facile. Ovviamente, vista la giovane età, non mancano le perplessità, le carenze e le abilità su cui dover lavorare. Innanzitutto non va trascurata la totale mancanza di esperienza, anche solo a livello NCAA, che aiuta non poco i giovani candidati alla promozione al piano superiore a misurarsi con un basket decisamente fisico.
Proprio la fisicità è il secondo tasto dolente per Exum, infatti la già citata gracilità non è fattore secondario in una tipologia di baloncesto dove i muscoli hanno sempre più un ruolo primario rispetto al QI. Da un punto di vista più puramente tecnico la meccanica di tiro oltre ad essere bruttina nonché sconsigliabile a chiunque si approcci in gioventù al gioco, non è particolarmente efficace; proprio sul discontinuo tiro perimetrale e sull’uso della mano debole, quantomeno limitato, dovrà lavorare molto per colmare in pieno il già ampio bagaglio offensivo. Un ultimo problema riscontrabile è quello relativo al ruolo, infatti non necessariamente in un contesto NBA potrebbe essere in grado di giocare da point guard. Malgrado le logiche lacune del caso, Exum può fare affidamento su una buona attitudine difensiva insieme ad una grande voglia di imparare e vincere. Può ricordare vagamente un Carter-Williams con più velocità ed esplosività. Per quanto concerne le prospettive al draft attualmente oscilla tra la 5ª e la 10ª chiamata, tuttavia dipende sempre da chi dovrà spendere quei gettoni. Exum un preferenza, per essere eufemistici, l’avrebbe espressa e riguarderebbe la costa californiana sponda L.A. titolata. L’idea di avere il 24 come mentore intriga particolarmente il giovane Dante che non ha a caso ha deciso di scegliere come agente Pelinka, rappresentante proprio di Kobe. e chissà che il sogno dell’australiano di giocare spalla a spalla con il black mamba non possa realizzarsi.