Uno dei nomi sicuramente più in vista dei non proprio esaltanti Atlanta Hawks è quello di Kyle Korver, 32enne californiano che vedrei bene su una lunga strada dritta del Midwest a bordo di un pick up alla volta della consueta battuta di caccia con camicia da boscaiolo, occhiali da sole a goccia, cappellino e bibita ghiacciata in mano presa in un drive thru (o caffè americano tanto lungo quanto bollente). Invece (per sua fortuna) il ragazzone ha una buona domestichezza della palla a spicchi tanto da essere alla sua undicesima stagione in NBA e alla seconda ad Atlanta dopo aver onestamente tirato la baracca a Philadelphia, Salt Lake City e Chicago. Per quanto può valere, le statistiche dicono che il numero 26 in carriera ha totalizzato su 793 partite le seguenti medie: 9,8 di punti in 25,5 minuti. A colpire però non sono tanto i punti quanto una notevole percentuale dei tiri da tre punti: 42,4% quella in carriera e 47,6% quella nella stagione in corso, tanto da renderlo, allo stato attuale, il miglior giocatore della lega dall’arco (secondo Anthony Morrow con il 45,5%, quinto Belinelli con il 44,6%). Non solo, Korver era (e rimane) noto anche per il record di partite consecutive con almeno una tripla vincente, striscia che era arrivata a ben 127 partite e che purtroppo si è interrotta ieri sera con un mesto 0 su 5 nella sconfitta subita ad opera dei Blazers per 102 a 78. Un vero peccato: una volta battuto il record del precedente primatista (Dana Barros con 89 partite) era ormai diventata una piacevole consuetudine accertarsi che dopo ogni partita degli Hawks, Korver avesse fatto almeno un centro da tre. Probabilmente il record di partite consecutive con almeno una tripla a referto del buon Kyle, che ha anche creato una sua fondazione con scopi umanitari, si fermerà a 127 partite, ma la mira dall’arco rimarrà senz’altro buona, come quella di un cacciatore del Midwest appunto…
Giacomo Bertone
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