La guardia dei Phoenix Suns, Gerald Green, è uno dei protagonisti della grande stagione della franchigia dell’Arizona che, attesa inizialmente da una stagione deludente per via della ricostruzione annunciata in estate, sta invece cercando di guadagnarsi un posto tra le prime 8 della Western Conference per arrivare a giocare una postseason che, nel caso arrivasse, sarebbe eufemistico definire inaspettata.
La grande stagione di Green, rinato sotto coach Jeff Hornacek, è dovuta, secondo l’opinione dell’interessato, dal cambio di mentalità che ha messo in atto dopo essere rimasto “senza lavoro” nel 2009, costretto a migrare per due stagioni in Russia e poi per una in Cina; è stato in quegli anni che Green, da giocatore immaturo ed istintivo quale era, è riuscito a diventare un giocatore più umile e rispettoso del gioco, riuscendo anche a guadagnarsi il ritorno in NBA nel 2012 con la casacca degli allora New Jersey Nets.
“Quando vai in posti in cui pensi che non saresti mai andato, sei destinato a cambiare un po’” – ha dichiarato Green – “Maturi molto più in fretta. Sapevo che qualcosa sarebbe dovuta cambiare. L’alternativa era tra il rimanere quello che ero e tornare in NBA. È stata una decisione semplice. Ora sono cresciuto, sono più maturo e ho capito che questo è un lavoro, non un hobby.”
La buona stagione ai Nets gli ha fruttato un accordo triennale con gli Indiana Pacers durante l’estate successiva, salvo poi approdare durante l’ultima offseason ai Phoenix Suns, franchigia in ricostruzione, nella quale ci si aspettava che Green avrebbe avuto tanto spazio, ma non questo impatto: nelle 66 gare giocate finora, il no.14 dei Suns ha fatto registrare in poco meno di 30 minuti a partita, 15,6 punti di media e 3,5 rimbalzi con il 44% complessivo dal campo e il 38, 7 da 3. L’inaspettata stagione di Phoenix, al momento fuori dai playoff ma ancora in lizza per l’ottavo posto, è senza dubbio anche merito suo.
“Ne ho passate tante in questi anni e ho sempre dato molte cose per scontate.” – ha concluso Green – “Adesso, fin dal mio ritorno nella lega, ho sempre cercato di considerare questa come una seconda opportunità per provare a me stesso che posso giocare in NBA. Ancora non ho fatto nulla.”