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Wardell Stephen Curry II

È -forse- il miglior tiratore di sempre; è -sicuramente- uno dei più grandi spettacoli mobili che gira per gli USA. Può dire la sua addirittura per il titolo? È solamente un One Man Show o saprà diventare decisivo anche ai massimi livelli?

Etimologia del tiratore.
Se ci si premura di cercare il termine “Curry” sul web l’enciclopedia Treccani decanta: Condimento, originario dell’Asia tropicale e composto di varie polveri vegetali aromatiche e piccanti (curcuma, zenzero, cardamomo ecc.); è usato soprattutto nella cucina indiana.
Se -però- vogliamo spostarci nella lirica sportiva necessitiamo di colmare questo vuoto con: Cestista statunitense, professionista nella NBA militante nei Golden State Warriors. Ha giocato per i Wildcats da Davidson college.
Ed -ironicamente- Curry come giocatore rispecchia ciò che significa il suo nome; anch’egli è una zuppa -“cari” in Tamil, lingua da cui nasce l’etimologia della spezia- una miscela di assist fantascientifici, palle perse in quantità ed una valanga di conclusioni incredibili non solamente al di là della linea da 3.

Numerologia del tiratore.
30-28.6-54-272-43.8
Una sequenza non da giocare al lotto e men che meno casuale; la metamorfosi di Steph passa per queste cifre.
Il 30 è il numero dei Curry. Lo indossava papà Dell a suo tempo quando preferì la NBA alla MLB, lo ha indossato Steph a Davidson, lo indossa ora a GSW e lo stesso ha fatto Seth -fratello di Stephen- nella ben più nobile Duke, uno dei college USA con il sangue blu.

28.6 sono i punti di media tenuti dal 30 nella stagione 2008-09; annata in cui si è laureato miglior realizzatore del campionato NCAA, completando la sua redenzione da giocatore troppo lento ed esile a futuro prospetto NBA.

54 punti non sono semplicemente il career-high di Stephen; ma sono il suo trampolino di lancio. I 54 al Garden sono la quinta miglior prestazione di sempre per un ospite al MSQ ma nessuno aveva mai tirato 10+ triple mantenendo l’85% dal campo.
La partita ad un certo punto acquisisce i contorni di 1 VS 5, Curry prende palla, sfrutta i vari blocchi e segna da distanze siderali, i Knicks attaccano ed il circolo continua.
La superba performance non sarà però sufficiente per la vittoria dei Warriors; ma Curry è ormai una stella affermata della NBA.


Musica e Parole di #SC30

272 sono le triple messe a segno da Curry nella medesima stagione; record all-time della NBA. Ma la cosa più impressionante è la percentuale mantenuta dal 30 nel mentre di tutta la stagione: 45%.
Solamente Glen Rice riuscì a concludere con almeno 200 canestri da dietro la linea dei 7,25m ed una percentuale migliore; ma il giocatore degli Hornets terminò la stagione con solamente 207 triple messe a segno, addirittura il 24% meno di quelle segnate da Stephen.

43.8 è -invece- la percentuale mantenuta in carriera da Wardell, terzo all-time dopo Seve Kerr e Hubert Davis, ma i due tentavano -in media- meno della metà delle conclusioni da tre del #30 il che lo rende, insieme alla capacità di crearsi il tiro dal palleggio, il miglior tiratore che abbia mai visto la seconda persona più importante al mondo (secondo Forbes).

I’m from Akron; Ohio.
Così parlò di sé LeBron al termine delle Finals 2013.
Lo stesso potrebbe fare Wardell Stephen Curry II, il I era il padre; nato ad Akron il 14 Marzo millenovecentoottantotto mentre Thurl Bailey ne metteva 41 -oltretutto suo eterno numero di maglia- in quel di Denver. L’infanzia del ragazzo non è minimamente paragonabile a quella della maggior parte dei fenomeni della NBA; Curry è un ragazzo che cresce nel lusso di essere il figlio di un milionario, non è un Allen Iverson o un Rasheed Wallace anzi, è il classico figlio di papà che riceve un’educazione cristiana e gioca a golf!
Tanto che a 12 anni Stephen partecipa già ad un riscaldamento NBA!
Certo; papà Dell gioca ai Raptors ed il figlioletto è solito accompagnarlo alle partite nei fine settimana -poiché mamma Sonya pone la scuola davanti all’aspirazione sportiva- ed è consuetudine che ne emuli i gesti tirando a canestro.
Parallelamente Curry gioca per la Charlotte Christian High School dove è solito concludere -racconta Chris Ballard in un interessantissimo pezzo che cerca di comprendere se Steph sia o no il G.O.A.T. nell’arte del tiro- ad altezza nuca; in pratica come Shawn Marion!

Curry tira ancora in questa maniera quando la distanza è eccessiva!

Curry mantiene discrete cifre eppure è sin troppo stoppable. Già all’epoca la gracilità e la modesta elevazione erano deficit evidenti nel gioco del ragazzo il quale nell’estate fra il secondo ed il terzo anno di High School viene costretto dal padre ad utilizzare una tecnica di tiro più “tradizionale”.
Nella passata stagione Steph ha subito 52 stoppate a fronte di 1388 conclusioni, stesso numero di KD il quale ha concluso a canestro 45 volte in più ma è alto 206 centimetri ed ha una wingspan innaturale!

Al termine delle superiori Curry ha fissato il recordi di punti e triple fatte per i Knights; deve decidere quale college frequentare.
Virgina Tech è il sogno per proseguire la tradizione di famiglia -il padre e la madre (pallavolista) si sono conosciuti proprio al college- ma gli Hokies propongono al giovane solamente un posto come walk-on. In pratica Wardell è costretto a pagarsi la retta e verrebbe trattato come “tappabuchi” in caso di infortuni; il ragazzo declina la generosa offerta. Solamente pochi mesi dopo, il 15 Aprile, al campus di Virgina Tech, Seung-Hui Cho -senior- apre il fuoco e ammazza 32 persone più vari feriti; è una delle più grandi tragedie statunitensi di sempre in cui è coinvolta un’arma da fuoco.

A questo punto rimangono solamente Davidson College, Virginia Commonwealth e Winthrop disposte ad accogliere la giovane promessa nel proprio roster.
Wardell opta per Davidson, college privato istituito nel 1837 il quale conta -personale compreso- poco più di 2000 anime.
L’ambiente di Davidson è talmente surreale che i freshman -studenti al primo anno- sono obbligati a firmare un codice d’onore

“On my honor i have neither given nor received unauthorized information regarding this work, I have followed and will continue to observe all regulations regarding it, And i am unaware of any violation of the honor code by others.”

Prima che il ragazzo abbia giocato un singolo minuto nella Division I Bob McKillop, allenatore di Davidson e prototipo del padre di famiglia americano di mezza età, davanti alla studentesca professa le seguenti parole <<Aspettate di vedere Steph Curry. È qualcosa di speciale. >> avrà ragione.
Il ragazzo già alla seconda partità ne mette 32 contro Michigan e concluderà la stagione come secondo miglior freshman della nazione per PPG, alle spalle del 35 di Texas Longhorns, tale Kevin Wayne Durant.
Ma nonostante una prestazione da 30 punti -leggasi fato- ed un ovazione del pubblico al termine anticipato della partita per raggiungimento di 5 falli, Maryland interrompe la corsa dei Wildcats che per l’ennesima volta vedono sfuggire il superamento del primo turno NCAA.
L’anno successivo Davidson -ed il numero 30- sono realtà conosciute anche al di fuori della North Carolina ma la stagione non è che un crescendo di hype e prestazione straordinarie. Il 13 febbraio 2008 i Wildcats recuperano 20 punti a UNC-Greensboro nella seconda metà dell’incontro complici i 41 del playmaker che al termine dell’annata sarà, con 931 punti, il giocatore più prolifico dell’intera NCAA.
Al termine della stagione Davidson avrà un record di 26–6 (20-0 nella propria conference) che significherà 10cimo miglior seed della nazione.
Il 21 marzo i Wildcats affrontano Gonzaga che vanta il settimo miglior seed. Ma l’upset è dietro l’angolo con Steph che ne segna 30 nella seconda metà -saranno 40 totali con 8/10 da tre- e Davidson che supera il primo turno del torneo NCAA dal 1969.

Successivamente i Wildcats elimineranno Georgetown (secondo seed) e Wisconsin (terzo) con rispettivamente 30 e 33 punti di Curry. Ma alle final-eight i Jayhawks riescono ad arrestare la corsa delle linci nonostante i venticinque punti di Wardell. Nella stagione successiva i Wildcats non riescono a ripetersi, perdono in semifinale della Southern Conference e non ricevendo nessun invito sono automaticamente estromessi dal torneo NCAA. Al termine dell’anno -in cui Curry sarà il miglior realizzatore NCCA per PPG- il ragazzo annuncia di non voler tornare al college per il suo anno da Senior rendendosi così eleggibile per il draft 2009.

Immagine random di Curry che tira. Non ci sta mai male!

Welcome to the NBA
Nuovamente sovviene il problema del fisico. Se era troppo gracile per giocare nella NCAA come può sperare di dominare in NBA?
Ironicamente la prima scelta del draft 2009 è Blake Griffin; uno che per quanto rigurada l’atletismo può spiegarla a molti. Alla 5 viene scelto Ricky Rubio, fisico di Kerr-iana memoria, e nuovo enfant-prodige della roja.
Con la numero 7 scelgono i Golden State Warriors. L’addio del barone Davis non è stato neancora digerito e la società decide che Ellis PG -scelta caldeggiata dallo stesso giocatore- non è praticabile. Ed è così che i Dubs selezionano l’ex-giocatore di Davidson preferendolo all’altra PG sottodimensionata Jennings che scivolerà alla 10.
Il resto è storia dei giorni nostri, dopo stagioni negative -frutto anche degli infortuni del 30- i Warriors lo scorso anno sono tornati ai Play-off; hanno superato il primo turno per la seconda volta negli ultimi sedici anni ed hanno ottenuto lo status-symbol di nuovi Thunder come squadra eccitante e giovane.

Pure Shooter or no?

Basta no?

Pure Shooter or no-bis
Un giocatore che la passa così è obbiettivamente un ottimo passatore; oltretutto quest’anno Curry è il sesto giocatore che da più assist a serata di tutta la NBA -e sale al terzo posto se si utilizzano gli standard della lega- anche se obbiettivamente e anche il giocatore che perde più palloni di media (3.8 TO).
Eppure la cosa che colpisce più di tutte e come Steph riesca a segnare 23.2 punti ad allacciata di scarpe a connubio della grande mole di assist che sforna.
Premettendo che si tratta di numeri per partita passiamo all’analisi numerica -ovviamente i numeri sono fallibili ma rendono un’ottima idea- del gioco di Steph.
Osservando le cifre di SportsVu emerge che Curry la passa poco (54) ma la passa bene, per fare un confronto con Chris Paul il secondo realizza 2.3 assist in più di media ma passa il pallone 71.2 volte, in pratica in questo senso Curry è ancora più efficace di Cp3! Di contro Steph perde moltissimi palloni ed è solamente decimo nella graduatoria degli Hockey-pass (passaggi che portano ad un secondo passaggio che si converte in assist) con 1.7, cifre ottime che però lo lasciano fuori dal podio soprattutto per la tipologia di squadra che sono i Warriors difatti la squadra raramente cerca l’extra-pass soprattutto perché Klay Thompson è talmente bravo in situazioni di Catch and Shoot che passare nuovamente la palla non farebbe altro che alzare il coefficiente di difficoltà del tiro!

Fra i giocatori che tentano tiri dal palleggio Curry è il miglior della lega con un EFG di 51.9% meglio di Durant&Co.
Curiosamente Curry tira solamente con il 37.5% da tre nella suddetta situazione ma concilia il tutto con un ottimo 46.5% da tre in situazioni di Catch and Shoot.
In sintesi fra i giocatori che giocano minimo 36 minuti -il cosiddetto minutaggio da star- SC è il quarto miglior tiratore effettivo con 54.8%, dietro solamente a LeBron James, l’onnipresente Kevin Durant e sorpresa… Trevor Ariza! Secondo con un fantascientifico 57.2%!

In conclusione Curry è veramente uno spettacolo itinerante che però riesce a sommare efficienza e vezzi personali come passaggi dietro la schiena e triple in transizione.
Curry ad oggi è già una superstar NBA; sia per l’apporto mediatico che ha acquistato nell’ultimo anno sia per le cifre efficientissime che riesce a produrre sul parquet.
Difficilmente riuscirà a vincere un titolo da primo violino soprattutto perché è tradizione che un giocatore per quanto talentuoso se non ha i cm giusti non può dominare una lega costituita per lo più da super-uomini.
Allo stesso tempo è un prodotto di tutti, un giocatore esaltante che ha saputo buttare il cuore -aiutato da un’esorbitante quantità di talento- al di la dell’ostacolo.
A noi non resta che goderci le sue gesta spettacolari e sperare che entri #OnFire… a quel punto non ci sono centimetri che tengano!

191 cm Vs 206!

P.s.
Per la cronaca; nella serata di ieri Curry è diventato il giocatore con più triple in due stagioni NBA consecutive -479- e i GSW devono ancora giocare 14 partite in questa stagione.

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