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Final Four: la finale è Connecticut-Kentucky! Aaron Harrison come l’Impero: colpisce ancora

Why always me?

Si sono giocate nella notte le semifinali del Torneo NCAA e ad approdare in finale sono state #7 Connecticut e #8 Kentucky. Ebbene sì, la finale tra le due squadre con seed più basso nella storia del torneo moderno saranno due powerhouse con 11 titoli combinati. UConn ha nuovamente stupito tutti e ha nuovamente battuto Florida, mentre Kentucky ha agguantato ancora la vittoria negli ultimi secondi di gara. Se avete dubbi su di chi sia il merito, non avete seguito con attenzione questo torneo.

Prova a prendermi: UConn ha giocato al gatto col topo per gran parte della partita

UConn non solo ha vinto, 63-53, ma ha sostanzialmente dominato la partita contro Florida, cosa che già aveva fatto contro Michigan State, eliminando così in due partite le due squadre date praticamente da tutti come favorite al titolo. Florida è partita bene e UConn è andata avanti per i primi 10 minuti a costruire attacchi sui 35 secondi che non davano alcun frutto, accumulando palle perse e errori al tiro e toccando il -12 sul 16-4 dopo il primo quarto di gara. Da quel momento in poi però la partita è diventata sostanzialmente un monologo degli Huskies, per cui ci sembra anche inutile fare un recap delle azioni, ma più che altro fare un riassunto di tutte gli elementi che gli Huskies hanno sfruttato per mettere a segno quest’impresa: innanzitutto i ragazzi di Ollie hanno iniziato a colpire maggiormente nei primi secondi dell’azione, in transizione e con i penetra e scarica di Napier, riportandosi sul -1 in circa tre minuti; Florida è stata tenuta ad un misero 1-10 dalla lunga distanza con UConn che ha fatto un lavoro egregio su Michael Frazier, sostanzialmente mai libero per tutta la gara (1-3 in 32 minuti); Daniels è salito di colpi segnando 20 punti con 10 rimbalzi e 9-14 al tiro, permettendo a Napier di tentare solo 6 tiri dal campo e dedicarsi maggiormente alla distribuzione di gioco (6 assist); a costo di riempire di falli Brimah e Nolan UConn ha costretto Patric Young ad un iniziale 1-7 al tiro (prima di un 6-6 inutile nel finale di gara); Wilbekin, difensivamente frustrato da Napier, è stato nullo a livello offensivo, concludendo con 4 punti e 3 palle perse. Florida toccato il -10 si è riportata anche sul -3 in un paio di occasioni, ma la partita nei suoi ultimi 30 minuti è stata un clinic di UConn, 59-37 il risultato dell’ultima mezz’ora di gioco. Alla vigilia si pensava che praticamente tutto sarebbe dovuto andare alla perfezione per Connecticut per superare Florida, il che rendeva la vittoria degli Huskies difficile da pronosticare, ma la squadra di Ollie non ha sbagliato sostanzialmente nulla spuntando tutte le caselle delle “cose da fare” per conquistare un improbabile viaggio in finale. Napier, come nel 2011, dovrà guidare UConn a vincere una finale contro una seed #8 che non sarà però l’underdog Butler di quell’anno (e anche UConn era un meno sorprendente seed 3 e non 7), ma la talentuosissima e pericolossissima Kentucky.

Questa devo averla già vista..

Nella seconda partita infatti i Wildcats sono riusciti ad avere la meglio su #2 Wisconsin, 74-73. Come? Ma ovviamente con una tripla a pochi secondi dallo scadere di Aaron Harrison perfettamente marcato. Che domande. La partita è iniziata meglio per Wisconsin, con i Badgers che con le loro ottime spaziature offensive sono riusciti a colpire con continuità nonostante un Kaminsky perfettamente marcato da UK, trovando un inaspettato eroe in Koenig. Un (dubbio) fallo tecnico fischiato ai danni di Dakari Johnson per una leggera spinta su Kaminsky ha concesso a Wisconsin di toccare il massimo vantaggio sul 34-25, ma Kentucky è riuscita, soprattutto grazie a Randle, ad accorciare le distanze nel finale della prima frazione, conclusosi sul 40-36. Ad aprire le danze nel secondo tempo è stata una tripla di Dekker, ma i Caliparis non hanno aspettato a rispondere in maniera convincente e con una loro classica dimostrazione di forza e dominando a rimbalzo offensivo hanno messo a segno un parziale di 15-0 per il 51-43 a 15′ dal termine. A questo punto per Wisconsin, dopo Koenig nel primo tempo, è stato un altro eroe pressoché sconosciuto a ridare speranze ai Badgers, Duje Dukan, mettendo a segno 8 punti nel giro di tre minuti, guidando un contro parziale di 13-4 che ha ridato il vantaggio ai ragazzi di Bo Ryan, 56-55. Da qui in avanti non ci sono stati più grandi parziali o cambi di fronte, con Wisconsin che ha continuato a guidare con 4-5 punti di vantaggio, ma che è stata prima raggiunta con due liberi (dopo rimbalzo offensivo) di Randle e poi superata da un layup di Poythress, scaturito da una palla rubata sempre di Randle, a 2:17 dal termine. Kaminsky ha dovuto sudarsi 2 dei suoi 8 punti complessivi catturando un rimbalzo in attacco, ma è riuscito infine a dare ai suoi il 71 pari a 1:18.  Dopo l’errore di Andrew Harrison da tre punti, sull’azione successiva Wisconsin, dopo aver usato tutti i 35”, ha ottenuto un ingenuo fallo sempre di Andrew su Traevon Jackon, che con 16 secondi sul cronometro ha fatto 2/3 dalla lunetta. Ed è qui che è entrato in scena Aaron Harrison: infatti, come contro Louisville e Michigan, è stato un suo tiro negli ultimi secondi a decidere la gara, in questo caso, peraltro, il suo unico tiro dalla distanza. Questo il suo tiro:

Questo quello contro Michigan:

Questo quello contro Louisville:

Poi capite perché Buffett si era giocato il miliardo se qualcuno indovinava tutto il bracket.

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