Categorie: Primo Piano

Indiana, abbiamo un problema

Dopo un esaltante inizio di stagione i Pacers di Paul George sono caduti in una striscia
di sconfitte che non sembra avere fine.
Con la loro difesa arcigna ed il talento del 24 -prototipo della nemesi di LeBron- sembravano avere la chance di spodestare gli Heat dalla testa della Eastern Conference ma a Marzo qualcosa non ha funzionato ed i Play-Off si avvicinano.

Non siamo sull’Apollo 13 come prova l’assenza della H-town dalla preposizione -oltretutto i Rockets stanno vivendo uno straordinario momento di forma- eppure la protagonista di questa vicenda è un altra macchina creata per grandi obbiettivi che dopo un inizio propositivo dettato da un grande astronauta, a sua volta sostenuto da vari – ed ottimi- meccanici, va incontro ad un deragliamento con esito -questa volta- quasi mortale.
Ovviamente parliamo sempre in senso lato; eppure l’involuzione della contender Indiana -che avrebbe dovuto interrompere la tirannia dei grossi, brutti e cattivi Miami Heat– appare ad oggi evidente ed è sostenuta da numeri inclementi nei confronti di Bird e sottoposti.

Tralasciando la probabile causa del declino in casa Pacers -illustrata dall’immagine soprastante- cerchiamo di analizzare l’enorme brodaglia costituita dai numeri raccolti dagli analyst NBA assecondando le mere cifre con un tentativo di giustificazione al’improponibile versione dei Pacers 2.0 di Frank Vogel.

Senza scavare a fondo notiamo immediatamente come i Pacers post All-Star -per quanto il bacino delle partite sia la metà rispetto al “pre”- siano peggiorati in ogni singola statistica di squadra ad eccezione dei tiri liberi tentati (+0.5) ed è significativo notare come il Plus/Minus sia calato da un ottimo +8.2 ad un disastroso, viste le premesse, -2.9.
Nelle ultime 21 gare i Pacers hanno perso 12 incontri (solamente 13 sconfitte nelle precedenti 50 gare) il che produrebbe un record percentuale di 43%  insufficiente per qualificarsi alla post-season addirittura nel derelitto East.
Nelle ultime 11 gare le L sono state addirittura 8.
Frutto soprattutto della difesa tornata sulla Terra e dell’attacco che ha subito un’ulteriore flessione.

Il tutto ha raggiunto l’apice nella sfida Atlanta@Pacers con i padroni di casa che nella prima frazione hanno segnato la miseria di 23 punti -record negativo della franchigia- i quali hanno addirittura panchinato Hibbert per l’intera seconda frazione del match.
Vogel -coach della franchigia di Indianapolis- ha giustificato lo stop del 55 in virtù della stanchezza di quest’ultimo ma è ormai chiaro come all’interno dello spogliatoio si siano create due fazioni contrapposte composte da West, Hill ed Hibbert l’una e George e Stephenson l’altra.

I fattori del decadimento dei Pacers -i quali, oltretutto, hanno perso la testa della East Conference ai danni degli Heat- sono molteplici; innanzitutto si deve considerare l’influsso negativo di Bynum e Turner all’interno di uno spogliatoio privo del suo leader storico -Granger mandato in quel di Phila prima ed a LA poi- il quale era riconosciuto come chiave di una squadra che faceva del hard-work e della difesa il proprio marchio di fabbrica.
Il tutto coinvoglia in una lucidità assente che va ad arrugginire gli ingraggi dell’attacco dei Pacers il quale da fattore nella media NBA è sprofondato nei bassifondi della lega sia per efficienza che punti prodotti a partita.


Stephenson che dopo essere stato liberato in angolo rifiuta una corner-three piedi a terra per un extra-pass a West a sua volta sul perimetro ma contrastato da un avversatio
(Fonte Grantland )

Entrando più nello specifico e considerando i vari elementi dello starting-five si nota come Paul George abbia subito un ridimensionamento rispetto all’inizio della stagione che lo proiettava in un ipotetico podio al fianco di James e Durant; a questo punto osserviamo le seguenti cifre

PG Play-off 2012/13 19.2 PPG, 43% FG, 33% 3FG, 73% FT, 14.6 FGA, 5.5 3FGA, 6.7 FTA .

PG inizio 2013 (29 Ottobre 31 Dicembre) : 23.8 PPG, 47% FG, 40% 3FG, 86% FT, 17.3 FGA, 6.6 3FGA, 5.8 FTA.

PG decadimento (25 Gennaio 30 Marzo): 19.2 PPG, 37% FG, 32% 3FG, 87% FT, 16.5 FGA, 5.8 3FGA, 5.8 FTA.

Tralasciando gravidanze più o meno desiderate, episodi di catfishing ed altro in realtà Paul George non è peggiorato, solamente è tornato ad i suoi standard!
In pratica ora come ora il 24 non sta giocando male rispetto al suo livello; bensì stava giocando troppo bene ad inizio stagione!

Discorso parallelo può essere esteso a Lance Stephenson il quale a dispetto delle statistiche sembra aver riacquisito la sua anima sin troppo spensierata -per usare un eufemismo- all’interno del parquet di gioco, prendendosi sin troppe licenze all’interno dell’ordinato sistema Pacers.
Per quanto riguarda gli altri giocatori: Hibbert ha appena concluso un disastroso marzo da 4.6 RPG (osceno per un giocatore di 2,18 m) condito dal 42% al tiro, West è calato in ogni singolo aspetto del tabellino e mentre la panchina continua a dare poche soddisfazioni ed Hill -per quanto riguarda i tiri dal campo- ha perso addirittura 11 punti percentuali rispetto a Febbraio!

Per quanto possa trattarsi di un -previdibilissimo- periodo di magra la tempistica è pessima, siamo alla soglia dei Play-off, ed in più il tutto dura ormai da più di un mese, l’ambiente appare scosso sia all’interno dello spogliatoio (soprattutto screzi -pacati ma pur sempre screzi- fra Hibbert e George) sia all’esterno; tanto che voci parlano di una -improbabile- dimissione di Bird.
Un fantascientifico -fino a pochi giorni fa- upset ai danni di Indiana appare oggi possibile, soprattutto se CJ Watson non riuscisse a recuperare al meglio, finendo così per ridurre i creatori di gioco dal palleggio al solo Stephenson, come già detto giocatore tanto talentuoso come inaffidabile.

Il problema è stato sollevato dallo stesso West, che ha ribadito come vi siano continue azioni che prevedono la Iso di un palleggiatore che mantiene il possesso del pallone per quindici secondi per poi forzare la conclusione, togliendo così ritmo alla squadra ed in particolar modo ai lunghi, la critica -nemmeno velata- è una rumorosa accusa a Paul George sempre più accentratore di gioco nonostante le percentuali dal campo siano in netto declino.

Indiana, abbiamo un problema, e sarà meglio risolverlo in fretta.

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