Non si poteva mancare alla serata organizzata da parte di Officine Carabà presso il Piccolo Teatro Giraudi di Asti lo scorso venerdì 4 aprile. I protagonisti di una delle serate del Fuori Luogo Festival edizione 2014 sono infatti stati Federico Buffa e Nicola Roggero, duo invitato a discutere di NBA e, in particolar modo, della “Hall of Fame“. E il risultato è stato pari alle alte attese: poco meno di due ore in cui l’Avvocato ha catalizzato l’interesse del folto pubblico sulla nascita, lo sviluppo e l’esplosione della NBA. A fargli da spalla un perfetto Nicola Roggero, sparring partner capace di tenere abilmente le redini della serata e introdurre sapientemente i tanti temi.
Naturale dunque iniziare dagli albori, dal 1946, anno che ha visto la nascita della NBA, lega che rappresentava uno sport, il basketball, nel quali pochi credevano e che si esauriva sostanzialmente in una disciplina praticata nei costosi collage e dagli ebrei , visto che al tempo gli afroamericani non potevano militare in squadre professioniste. Altrettanto naturale è stato fermarsi su Chuck Cooper, uno dei primi tre afromericani ad essere scelto al Draft – quello del 1950 – da Arnold Jacob “Red” Auerbach, glorioso allenatore dei Boston Celtics dal 1950 al 1967. Apprezzabile è inoltre stato il dualismo tra Wilt Chamberlain e Bill Russell, il primo estroverso, donnaiolo e diventato così influente che John Edgar Hoover, celeberrimo capo della CIA, gli ha dedicato un fascicolo ad hoc. Il secondo più taciturno, silenzioso, capace di inventare la stoppata e vincere undici titoli.
La capacità di Buffa e Roggero di tenere costantemente alta l’attenzione del pubblico è stata contemporaneamente una piacevole conferma, dettata dai tanti filmati più e più volte visti in televisione e su youtube e una lieta scoperta, suggerita dalla sensazione di totale coinvolgimento che la presenza dal vivo di Federico Buffa trasmette. Risulta dunque quasi superfluo evidenziare che l’esposizione dei due giornalisti – peraltro mai sostenuta da appunti o da altri supporti – non è stata una stucchevole esposizione di dati e notizie, così come potrebbe essere una pagina di wikipedia. A rendere il tutto superiore non sono state solo la naturalezza e la perizia degli invitati, quanto piuttosto la loro bravura nel contestualizzare e nel dipingere uno sfondo capace di ritrarre gli Stati Uniti e la loro storia dagli anni 40 in poi. Sfondo storico che, forse un po’ arditamente, mi è venuto naturale accostare a quello magistralmente ritratto nella vita di Forrest Gump da Robert Zemeckis. In questo contesto non sono quindi mancati i riferimenti alla dinastia dei Kennedy, a Martin Luther King, a Cassius Clay (e Muhammad Ali), a quanto successo nel corso delle prime proteste universitarie a Berkeley nel 1964 e in tante edizioni delle Olimpiadi, a partire da Monaco 1972.
Tanta è stata la passione e il trasporto non solo del pubblico ma anche dei due protagonisti che a pochi minuti dalla fine del tempo a disposizione Kareem Abdul-Jabbar e il suo “gancio cielo” lasciavano idealmente posto all’eterna rivalità Magic Johnson – Larry Bird. Troppo poco tempo non solo per i due campioni rispettivamente di Los Angeles Lakers e Boston Celtics ma anche per quanto successo nella NBA dagli anni 90 in poi che, come tutti sanno, significano essenzialmente due parole: Michael Jordan. Dunque un pizzico di malinconia quando, dopo i meritati applausi, le luci si sono alzate sui protagonisti.
Sarebbe bello pensare che l’apprezzata iniziativa con Federico Buffa e Nicola Roggero organizzata da parte dei validi ragazzi di Officine Carabà costituisca solo il primo tempo di un ipotetico secondo incontro (magari già l’anno prossimo) nel quale esplorare l’NBA contemporanea.
Infine due doverose precisazioni: in primo luogo la sincera disponibilità e la cortesia che hanno dimostrato Buffa e Roggero nei confronti dei tanti spettatori che si sono avvicinati a margine dell’incontro. Quindi il perfetto svolgimento dell’evento grazie agli sforzi dei ragazzi di Officine Carabà.
Giacomo Bertone
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