Categorie: Primo Piano

Top & Flop: le pagelle di Atlanta-Indiana (Gara 3)

Atlanta e Indiana continuano a giocare a scacchi. Gara 3 ha premiato i georgiani, gettando nuove ombre sull’irrisolvibile rebus chiamato Pacers. Le pedine di Budenholzer sono più disciplinate, mangiano gli avversari e li stringono alle corde. La clessidra di Vogel sta per svuotarsi degli ultimi granelli. Urge una mossa, quella giusta, per disinnescare il capitombolo. Ma adesso tutti seduti composti: è l’ora dei voti.

CATEGORIA TOP

Paul George: 6. Macchia la sua prova con una partenza ad handicap. I due falli commessi in un amen lo costringono a guardare i compagni dalla panchina. Indiana perde un riferimento per quasi metà gara, ma poi il 24 torna e suona la carica. 12 punti e 14 rimbalzi formano la terza doppia doppia consecutiva, dato che non basta per uscire imbattuti dalla Philips Arena. Troppi errori al tiro lo trasformano in un leone in gabbia. INGENUO

Lance Stephenson: 7. Pronti via sembra intenzionato a demolire il ferro. I suoi tiri vengono sputati dalla malasorte, ma non si perde d’animo e dopo l’intervallo alza la voce. Korver va in tilt di fronte alle sue movenze feline, ma la grinta di Born Ready non viene assecondata dai discepoli. Alla fine saranno 21 conditi da 13 rimbalzi. Per spirito di sacrificio, un modello da seguire. MARTELLO

Luis Scola: 7. Siamo sicuri che questo qui valga la miseria di 20 minuti? In attesa di ridisegnare le gerarchie, Vogel lo promuove nel finale al fianco di West in un quintetto orfano di Hibbert. I Pacers cambiano marcia e l’argentino ne scrive a referto 17. Si sbatte, sfoderando la proverbiale “garra” sudamericana nel tentativo di contagiare gli altri. Soggiogato dalla trance agonistica rimedia persino un tecnico. Meglio vivo che passivo. SICUREZZA

Paul Millsap: 8. Carnevale è passato da un pezzo, ma in barba al calendario fa il tuttocampista e si traveste da Noah. Punti (14), rimbalzi (14) e persino assist (4). Quando il copione tattico lo consente, sforna millimetriche aperture per lanciare Teague in contropiede. Sta giocando Playoffs disumani e Budenholzer sarà contento di avere in roster un giocatore così. UOMO OVUNQUE

Kyle Korver: 7,5. La manina è dolce e la retina se ne accorge. Stephenson prima e George Hill poi faticano a pedinare le sue uscite dai blocchi. Meno vipera quando si tratta di difendere, ma di fronte ha Lance che è oggettivamente un brutto cliente. 20 punti e 6 rimbalzi denotano solidità. Riuscisse a mantenere questi standard, le semifinali di Conference non sarebbero più un miraggio. CECCHINO

Jeff Teague: 9. Se Millsap sembra Noah, lui studia Durant e archivia una tripla illegale. Il feeling con gli dei del basket è invidiabile in questo periodo ed ogni preghiera lanciata in aria viene accolta senza remore. E’ coraggioso e sbarazzino al punto giusto, come dimostra l’esultanza stile Jordan dopo il miracolo dall’angolo. Braccia larghe, sguardo incredulo e un messaggio: “Ragazzi, stasera va così”. TALISMANO

CATEGORIA FLOP

Roy Hibbert: 4. Il buon Roy ci è simpatico, non interpretate male il giudizio. Nessun accanimento, nessuna cattiveria. Ma così non va. Sbaglia ganci da zero metri, fallisce tiri che fino a febbraio erano elementari. 2 rimbalzi e 4 punti in 19 minuti sono bottino da Mahinmi. Scola è rovente, lui invece è congelato peggio di un freezer. Un po’ di riposo gli gioverebbe. Restare fuori, in fin dei conti, non sarebbe un’eresia. SMARRITO

George Hill: 4. Siamo severi. Uno così avrebbe le carte in regola per spezzare gli equilibri. Dovrebbe aggiungere saggezza all’attacco di Indy, dovrebbe soffocare Teague con una difesa assatanata. E invece nada. Sembra impotente, soffre dello stesso virus che ha debilitato l’amico Roy. Ha tirato con il 9%, 1 su 11. Anche per lui Gara 4 sarà l’ultimo appello. SPENTO

Pero Antic: 5. Media tra il 5,5 in difesa e il 4,5 in attacco. Si catapulta in doccia con 1 punticino e 3 rimbalzetti, bazzecole per il pizzo più cattivo della Macedonia. Va in sofferenza quando sulla sua strada si palesano West e Scola. Infilare la museruola a Hibbert è come rubare le caramelle a un bambino. OPACO

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