Nella notte italiana tornano ad incrociare le spade Miami Heat e Charlotte Bobcats per il terzo atto della serie di primo turno dei Playoff, con i bicampioni in carica che conducono per 2-0. Stesse squadre, stessi protagonisti, cambia solo lo scenario: non più la Triple A di South Beach, bensì la Time Warner Cable Arena che sarà il teatro anche di gara 4 tra qualche giorno.
Continua a tener banco il fallo di McRoberts ai danni di LeBron James nel finale di gara 2. Sull’argomento si dilunga Erik Spoelstra, coach di Miami, che esprime il proprio pensiero sull’episodio in questione e più in generale sulle decisioni arbitrali. “Non andremo in campo in gara 3 con lo scopo di farci vendetta da soli o in attesa di compensazioni da parte dei referees. Come franchigia siamo in disaccordo con la decisione della Lega di punire McRoberts soltanto con una multa e non con una partita di sospensione, siamo in disaccordo e l’abbiamo fatto presente ai vertici della NBA. Sono già successi casi del genere durante la regular season almeno 4-5 volte di flagrant non fischiati per contatti esagerati su LeBron. Bisogna prestare maggiore attenzione e tutelare giocatori come LeBron che è uno dei penetratori migliori della Lega. Se gli avversari usano metodi eccessivi per fermarlo, è giusto che vengano puniti con sanzioni superiori alla norma”.
Non poteva sottrarsi dalla questione il diretto interessato LeBron James, che torna sul contestato contatto che lo ha coinvolto nell’ultimo minuto di gioco in gara 2 e parla del trattamento riservatogli dai suoi avversari più in generale. “Non so se McRoberts avrebbe dovuto essere sospeso, non spetta a me deciderlo. Credo soltanto che quel fallo fosse un flagrant di tipo 2 a quel punto della partita. Quello che proprio non capisco è il perché nelle altre partite in momenti cruciali come gli ultimi possessi si vada rivedere il tutto all’instant replay e nel mio caso di mercoledì no: in Warriors-Clippers sono stati fischiati tre flagrant una volta visionato l’instant replay. Non mi sto lamentando dell’arbitraggio o chiedendo un trattamento speciale, dico solo che tutti sappiamo la differenza tra un fallo e un non fallo. So già che domani usciranno dei titoli sui giornali che diranno che piango perché non mi fischiano i falli, ma non è così e non è quello che voglio: la verità è che sarò ancora più aggressivo, attaccherò ancora di più il ferro per mettere ulteriore pressione sulla difesa avversaria”.
A differenza di LBJ, l’altro protagonista dell’azione incriminata, Josh McRoberts, non ha voluto parlare più di tanto alla stampa e ha tagliato corto a riguardo: “Cosa penso della multa ai miei danni? Ho rivisto il fallo alla TV come tutti gli altri, non sono d’accordo sulla sanzione ma cosa posso farci?” Il numero 11 di Charlotte è difeso da tutti i compagni dinanzi ai microfoni delle televisioni e ai taccuini della carta stampata – da Michael Kidd-Gilchrist ad Al Jefferson, passando per Gerald Henderson e Kemba Walker – tutti, nessuno escluso, fanno quadrato attorno al compagno di squadra sul banco degli imputati negli ultimi giorni confermando quanto McRoberts sia un ragazzo splendido, che gioca duro ma non sporco e che episodi sopra le righe possono capitare a chiunque.
Chi invece dribbla le polemiche e guarda avanti è Steve Clifford, coach dei Bobcats, che carica la squadra in vista delle prossime due gare casalinghe nella serie. “Per noi le due partite che arrivano sono fondamentali, non tanto per il presente quanto per il futuro. Quello che abbiamo fatto in questa stagione è qualcosa di straordinario, ma non dobbiamo sentirci appagati. Non deve essere un punto di arrivo questo, ma deve essere un punto di partenza per gli anni avvenire. Dobbiamo diventare una squadra che arriva a giocare queste partite con regolarità, dobbiamo acquisire quella credibilità che a livello di Playoffs ci manca. Abbiamo dimostrato che con le nostre armi sappiamo mettere in difficoltà gli Heat; se limitiamo gli errori e giochiamo con solidità fisica e mentale per 48 minuti e oltre, se necessario, possiamo batterli. In più avremo un pubblico caldissimo alle nostre spalle che ci sospingerà e ci sosterrà durante la partita”.