Categorie: Editoriali NBA

San Antonio Spurs – Dallas Mavericks, analisi di gara 3!

Dopo le 2 avvincenti e combattute partite disputate a San Antonio (qui e qui i link delle analisi per saperne di più), gara 3 si presentava a tutti gli effetti come il turning point, il punto di svolta di una serie che in pochi soltanto una settimana fa pronosticavano così incerta.

Ed è stato proprio il concetto di incertezza ad accompagnarci per tutto l’arco dell’incontro, costellato da decine di sorpassi e contro parziali. Di gran lunga la partita più divertente della serie (non soltanto per l’epico finale), soprattutto in una seconda frazione di gioco in cui nessuna delle 2 squadre è mai riuscita a scavare un solco superiore ai 5 punti che i Mavericks avevano portato in dote con loro dopo i primi 24 minuti.

Il punteggio finale (109-108) lascia bene intuire quanto abbiano funzionato gli attacchi (tanto) e quanto le difese (meno). Soprattutto quella degli Spurs. E non tanto per il misero (quanto decisivo) punto in più messo a referto dagli avversari. Ma rispetto a quelli che erano gli standard stagionali a cui la squadra di coach Popovich ci aveva abituato. Colpa della mancanza di intensità che per lunghi tratti di partita ha caratterizzato la “fase di non possesso” (per dirla alla calcistica). Colpa dei difficili accoppiamenti difensivi, nodo che i nero argento non sono ancora riusciti a sbrogliare.

Dall’altro lato, sponda Dallas, il discorso si potrebbe ribaltare.

Merito dell’attacco degli uomini di Carlisle, capaci di lucrare dal p&r (soprattutto laterale) come forse soltanto i Miami Heat delle passate Finals erano riusciti a fare contro Duncan e soci. Ellis da palleggiatore è un rebus al quale gli Spurs non riescono a trovare soluzione.

Piccola parentisi d’obbligo.

Si, Monta Ellis. Quello deriso non più di 10 mesi fa. Colui che nella passata regular season è stato l’autore dell’opera d’arte contemporanea riportata di fianco. Proprio lui. Diventato nelle mani del sapiente coach della squadra di Cuban tassello determinante di uno dei migliori attacchi NBA. Giocare con di fianco Nowitzki (e non solo) ti porta a godere di maggior libertà, certo. Ma ciò che sorprende è la maturità con cui Ellis sta riuscendo a gestire pesanti e decisivi possessi in questa stagione. Le medie realizzative, le percentuali, gli assist. Tutto questo non è altro che l’ovvia e naturale conseguenza dell’ottimo lavoro svolto da quando ha portato i suoi talenti in quel di Dallas.

Difatti, l’aver mandato sulle piste della guardia dei Mavericks Leonard (miglior difensore della squadra, ma più “lungo” del suo avversario) inevitabilmente genera problemi nel gioco nei pressi del ferro per San Antonio. Un esempio.

In questa situazione Marion, ritrovatosi accoppiato con Parker, porta il playmaker avversario spalle a canestro, costringendo la difesa Spurs a collassare su di lui. Come si vede dall’immagine Ellis (il giocatore sul perimetro cerchiato in rosso) è, al pari di Nowitzki, libero sul perimetro.

L’esperto giocatore in maglia bianco blu cosa fa? Aspetta il raddoppio (inevitabile) di Duncan e riapre subito sul perimetro per il compagno con il numero 11 sulla maglia. SPLASH!

Dall’immagine si può notare anche come questo comporti la totale assenza di taglia fuori difensivo a rimbalzo con Dalembert che, quatto quatto, arrivando dal lato debole, ha posizione in caso di eventuale lotta a rimbalzo (non sorprende per questo la doppia doppia messa a referto dal lungo di Dallas).

Interessante è anche vedere come (e quanto) Leonard soffra la rapidità della guardia con cui si ritrova accoppiato.

In questo caso il numero 2 Spurs aspetta sul perimetro l’avversario il quale, subito dopo il ricciolo in uscita di Calderon, in un solo movimento serve in lob Nowitzki e parte verso di lui per il consegnato.

La frazione di secondo persa da Kawhi viene sfruttata a meraviglia da Ellis. Il passaggio (hand off) del tedesco avviene con i tempi giusti (nonostante la difficile ricezione).

La guardia un attimo dopo aver ricevuto è già in volo sulla testa di Diaw a prendersi il canestro ed il tiro libero supplementare. I frame però, non rendono giustizia alla celerità dell’azione.

Minuto 2:25 (ed a 1:15 l’azione spalle a canestro di Marion). Visto il video la differente agilità è palese ancor di più di quanto le immagini non lasciassero intuire.

Si, certo. Alla fine si sta analizzando e sviscerando una gara decisa da una tripla dall’angolo, presa in equilibrio precario, dopo una finta, sulla sirena del quarto quarto.

E’ che alle volte, arrivati ad un certo punto, la tattica, gli schemi e tutto il resto contano il giusto. Cioè nulla.

Ciò che serve sono solo gli attributi. E Vincredible ha dimostrato di averli davvero grossi. (minuto 3:23 del video, per i 2 che ancora non hanno visto il canestro finale).

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Pubblicato da
Stefano Salerno

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