3-3 e palla al centro. Atlanta e Indiana si odiano, ma nonostante ciò soffrono all’idea di separarsi l’una dall’altra. Il regolamento impone un verdetto e Gara 7 sarà il faccia a faccia che spalancherà le porte della semifinale. La marea gialla della Bankers Life FieldHouse è pronta a fare baccano, ma prima va saldato un debito nei vostri confronti legato al sesto capitolo. Quale? Le pagellone. Beccatevele.
CATEGORIA TOP
JEFF TEAGUE: 6,5. Spezza raddoppi come fossero dei crackers friabili, ma è meno efficace del solito nella distribuzione dei cioccolatini. Chiude con 29 punti a referto conditi da due soli assist, uno dei quali fa esplodere la Philips Arena complice la terrificante schiacciata di Mike Scott. E’ l’ultimo a mollare, dà sempre l’impressione di poter combinare qualcosa di strabiliante nonostante il calo progressivo. FUNAMBOLO
PAUL MILLSAP: 6,5. Ha vissuto nottate migliori, e il riferimento è sopratutto alla misera percentuale al tiro. Il 4-13 non può bastare per dare il via allo squillo di trombe e celebrare la qualificazione. Raccatta comunque 16 punti e la bellezza di 18 rimbalzi. Si rassegna all’uscita per falli quando sul cronometro mancano 17 secondi e la partita è già compromessa. IMPRECISO
LOU WILLIAMS: 7. Come si direbbe al supermercato, “ottimo rapporto qualità-prezzo”. Solo che, al posto del prezzo, noi ci mettiamo i minuti. Se gli lasci spazio è una sentenza, prova a coprire le défaillances del compare Korver e i risultati sono encomiabili. Col passare dei minuti la difesa di Indy gli prende le misure e riesce nell’impresa di tarpargli le ali. MINA VAGANTE
PAUL GEORGE: 7. Per la prima volta in questa serie di Playoff non centra la doppia doppia. Evento epocale, sufficiente per scatenare una tempesta di neve dalle parti di Indianapolis. Prende per mano la squadra nei momenti chiave, come farebbe un buon papà con il suo pargoletto in pericolo. E’ maturo per calcare qualsiasi palcoscenico, anche se un piedino galeotto in chiusura di secondo quarto per poco non gli costava Gara 7. SFRONTATO
LANCE STEPHENSON: 7. Fate voi. Esco allo scoperto e confesso di impazzire per un giocatore così. Si spreme, non risparmia una goccia di energia, si abbandona ad eccessi di generosità a costo di eccedere. Messe sul piatto della bilancia, comunque, le sue iniziative pendono sempre verso il positivo. Con 21 punti e 9 rimbalzi contribuisce all’ennesima resurrezione Pacers, in attesa dell’ultimo e decisivo atto. INDOMABILE
DAVID WEST: 9. Potrei avere il braccino corto e limitarmi ad una treccia di statistiche per giustificare il suo voto. Ma non lo faccio. Se George è il talento di questo gruppo imprevedibile, lui rappresenta l’anima, il carattere, il carisma. Il suo piazzato dalla media sta togliendo numerose castagne dal fuoco a coach Vogel, che visto il rendimento del 21 avrà già una decina di cene prenotate per contraccambiare. ICONA
CATEGORIA FLOP
KYLE KORVER: 5. Quando il mirino trema, la leggenda crolla. Senza essere ipocriti il destino di Atlanta è aggrappato alle percentuali del cecchino californiano, che però toppa nella serata dell’appuntamento con la storia. Il ferro gli sputa qualsiasi cosa, non è fortunato, e in balia dello sconforto si defila dalla contesa. AFFRANTO
ROY HIBBERT: 3. Gli assidui frequentatori di queste pagelle staranno pensando che questo ragazzotto abbia dei debiti nei miei confronti. Tranquilli, non mi deve restituire cento euro. Riservargli un posticino fisso nella categoria dei flop è soltanto un atto di coscienza, un richiamo al senso del dovere. E’ troppo brutto per essere vero. Sta precipitando senza mai atterrare, e per il suo bene speriamo che la risalita non inizi troppo tardi. FANTASMA