Categorie: playoffs 2014

TOP&FLOP: Oklahoma City Thunder vs. Memphis Grizzlies

 

Con la serie chiusa per 4 a 3 dagli Oklahoma City Thunder è tempo di tirare le somme di una delle sfide più combattute di questo primo turno.

TOP

Russell Westbrook, nonostante le critiche che lo dipingono da tempo come un elemento dannoso per gli equilibri della squadra, in questa serie ha dimostrato di saper interpretare il ruolo di trascinatore anche con la predominante presenza del futuro MVP Kevin Durant. Se Oklahoma City ha potuto continuare la sua corsa al titolo, infatti, è grazie alle straordinarie prestazioni di una coppia che, da sola, ha deciso le sorti di una serie complicatasi strada facendo. I due sono apparsi gli unici in grado portare alla vittoria la propria squadra, eccezion fatta per l’encomiabile prestazione n gara-5 di un effimero Reggie Jackson.

Dall’altra parte onore al merito per i Memphis Grizzlies per aver portato al “Win or go home” una serie che, agli occhi di un’impietosa maggioranza bulgara, sarebbe dovuta finire dopo al massimo 5 partite. La conferma di Mike Conley come vero leader è arrivata a seguito di sette partite passate a smistare palloni e segnare punti pesanti e importanti non solo per le tre vittorie; assieme a lui, Zach Randolph ha dimostrato di essere l’anima della squadra, rimanendo il costante punto di riferimento dalle due parti del campo di un gruppo che, nel suo complesso, è riuscito a mostrare più solidità e affiatamento degli avversari, nonostante la sconfitta. Menzione speciale per Tony Allen, vera spina nel fianco dell’attacco dei Thunder, sempre presente su ogni pallone decisivo e folle marcatore dei due extra-terrestri Westbrook e Durant.

In un sommario finale sulla gestione delle due squadre alla fine di questa lunga e avvincente serie non si può non premiare il lavoro svolto da David Joerger, allenatore esordiente dei Grizzlies, bravo a gestire al meglio le risorse nettamente inferiori a quelle a disposizione del collega Scott Brooks, e se le sette gare hanno messo in evidenza una maggiore compattezza di squadra è sicuramente anche merito suo. A discolpa, si fa per dire vista la qualificazione al secondo turno, di Brooks va sottolineato che, stando a quanto si è visto, la costruzione della panchina dei Thunder è stata meno ponderata di quanto si sia sempre creduto.

FLOP

Per entrambe le squadre, l’altra faccia della medaglia è difficile da digerire. Nonostante i Grizzlies abbiano fatto meglio di quanto molti si aspettavano nessuno partecipa a dei playoffs senza l’intenzione di vincere, soprattutto quando si arriva fino a gara-7 contro un avversario nettamente superiore. A Joerger è mancato soprattutto un Marc Gasol all’altezza delle aspettative. Un’insieme di partite nel complesso mediocri non hanno aiutato la squadra a fare la differenza come sarebbe potuto succedere. Le impressioni sono che, considerato anche l’infortunio che lo ha tenuto lontano dai parquet questo inverno, il centro catalano abbia smarrito quel ritmo che lo ha reso l’uomo in più nella stagione scorsa, quando i Grizzlies si arresero solo ai San Antonio Spurs nella finale di conference. Ma le due stagioni a confronto paiono molto diverse. Come si era detto anche nell’anteprima della serie, Memphis è partita molto a rilento quest’anno e Gasol ancora di più. Forse la sua stagione non è mai decollata come si sperava.

La serie dei Thunder, invece, ha messo in evidenza il grosso limite di quella che, durante la regular season, era considerata una corazzata quasi inarrestabile. La sfida contro una squadra dalle ambizioni meno elevate, ma più strutturalmente più solida, più organizzata e  con una delle migliori difese della conference, ha palesato la mancanza di alternative concrete ai due primi violini che, pur trascinando la squadra a suon di punti e assist non hanno potuto contare su un terzo violino affidabile, sempre ad eccezione della gara in cui Reggie Jackson fece da padrone. L’affidabilità della panchina di Oklahoma City, quindi, è sempre parsa il problema numero uno per Brooks, salvo alcune rare occasioni, e contro squadre che dispongono di innumerevoli jolly come Portland Trail Blazers e Los Angeles Clippers (le uniche due già qualificate, per ora, a ovest) le prestazioni nei minuti a disposizione delle panchine potrebbero rivelarsi decisive.

 

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