Categorie: Editoriali NBA

San Antonio Spurs – Portland Trail Blazers, analisi di gara 1!

I primi della classe sono in nero e argento. Mentre i lazzaroni, quelli che ascoltano poco e parlano molto, vengono dall’Oregon. Come ogni studente fancazzista che si rispetti, dopo un buon risultato (passaggio del primo turno) arriva il momento di riposarsi sugli allori. Al contrario, il secchione non conosce tregue e si prepara già al prossimo esame, con zelo. La metafora scolastica, per quanto forzata, rispecchia l’approccio  delle due squadre al primo atto delle semifinali di conference

1-0 Spurs. Questo forse l’unico vero dato indicativo da poter prendere in considerazione dopo i primi 48 minuti della serie tra San Antonio e Portland. Merito sì dei nero argento, ancora in ritmo dopo la fantastica gara 7 di qualche giorno fa, ma soprattutto frutto di evidenti mancanze da parte dei Blazers, troppo brutti per essere veri. Il 5/23 dal campo nel primo quarto ne è una delle tante riprove (costato un parziale di 29-16 dopo i primi 12 minuti, che gli Spurs sono riusciti senza troppi affanni ad incrementare e gestire).

Come già evidenziato nella Preview, fattore decisivo è stato (anche) il contributo arrivato dalle 2 panchine. I 19 punti di un redivivo Belinelli da soli sono più del gruzzolo racimolato dai vari Barton, Williams e compagni (nonostante il lungo garbage time). I numeri sono talmente impietosi con la squadra di Scotts che rendono vano anche il tentativo di star lì ad elencarli.

Interessante invece è andare ad analizzare le scelte difensive compiute dall’allenatore di Portland. Certo, far fronte ad un Tony Parker da 33 punti e 9 assist non sarebbe facile per qualsiasi sistema difensivo, ma le decisioni prese sul p&r non sembrano essere le più adatte contro una squadra che vive di spaziature e tiri dagli angoli. Vediamo un esempio.

In questa situazione il playmaker franco belga sfrutta i blocchi sulla linea di fondo per uscire con vantaggio e ricevere il passaggio consegnato di Duncan (in rosso Parker, in verde il pallone lì pronto ad essere preso). Tutta la difesa di Portland è in qualche modo flottata (attirata, spostata) verso il lato del pallone e in ragione di questo Belinelli e Leonard godono di discreta libertà.

Parker completa il ricciolo attorno al caraibico e si ferma per prendere il palleggio/arresto/tiro. Quello che è cambiato rispetto alla serie contro i Mavs però è che in questo caso il numero 9 Spurs sceglie di sfruttare lo spazio lasciatogli da Lopez e conclude. Difatti la difesa in realtà lascia liberi Leonard e Belinelli sul perimetro e concede la possibilità di penetrazione a Duncan, non riuscendo ad arginare nessuna delle opzioni offensive.  Secondo esempio.

P&r alto tra Baynes e Ginobili. Tutta i giocatori dei Blazers con un piede in area (come evidenziano i cerchietti azzurri) lasciando spazio ai tiratori. Decisione figlia dello strapotere offensivo messo in mostra nel pitturato dai texani nella serie contro Dallas. La sostanza è: “Impediamo penetrazioni e giochi facili vicino al ferro, al costo di rischiare qualcosa in più sul perimetro”.

Contro gli Spurs, le cui spaziature e tempi di gioco sono (quasi) sempre perfetti, questo lo paghi. Ginobili si ritrova ingabbiato tra i 2 avversari, vede il terzo pronto a portare l’aiuto (cerchietto rosso) e allora opta per lo scarico per Diaw nell’angolo. Scrivere 3. Gli Spurs hanno infierito dalla lunga distanza, bersagliando da oltre l’arco con il 43.8%(7/16). Curiosamente, Portland ha tentato lo stesso numero di tiri da 3, ma con esito opposto( tirando con un misero 25%).

L’unica nota positiva in casa Blazers? I numerosi tiri liberi messi a segno( 26/31). Anche sotto di 20, Portland non ha smesso di attaccare il ferro, ottenendo parecchi giri in lunetta. Sintomo che i ragazzi di Stotts, nonostante le pessime percentuali e le brutte palle perse, hanno conservato una certa pericolosità offensiva.

Fare un pronostico dopo un tale naufragio è compito assai arduo. Ma la sintesi di Gara-1 è che Portland si è fatta prendere completamente alla sprovvista dalla difesa alta, che non si stacca mai se non per aiutare e dalla perfetta circolazione di palla degli esterni in maglia Spurs. Portland ha fatto i conti con il migliore allievo del Gioco in circolazione, perdendo il confronto senza quasi avere la possibilità di giocare le proprie carte. Stanotte gara-2, sarà il secondo esame dei Blazers, la chance di poter dare una lezione ai secchioni.

*Scritto in collaborazione con Pietro Caddeo

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Pubblicato da
Stefano Salerno

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