Categorie: playoffs 2014

Allen MVP della gara, Miami sul 2-0

Un importantissimo secondo tempo di Ray Allen ha permesso ai Miami Heat di battere i Brooklyn Nets in gara-2 delle Semifinali della Eastern Conference, portandosi così avanti 2-0 nella serie. E’ stata una partita combattuta, che ha visto la prevedibile e rabbiosa risposta degli ospiti, alla ricerca del punto del pareggio. He Got Game, in compagnia del solito LeBron James, ancora una volta top scorer, si è svegliato dopo un primo tempo abulico, contribuendo con alcune giocate chiave nei momenti decisivi e terminando come miglior rimbalzista dei suoi. A nulla è valsa la scarica di triple di Mirza Teletovic, ventellista di serata, i padroni di casa sono riuscita a chiuderla nel quarto quarto. Il punteggio finale è stato 94-82 per i bi-campioni in carica.

Confermati i quintetti iniziali di gara-1 da ambo le parti, con Battier e Livingston sin dalla palla a due. L’inizio non è certo di quelli da ricordare, le mani sono freddissime ed equamente distribuite. Ben 4 palle perse, due a testa, nei primi due possessi, si segna col contagocce ed il punteggio è bassino. Miami inizia tirando 0/5, non segnando nei primi 3 minuti e mezzo. Oltre alla consueta partenza letargica, meriti vanno dati agli avversari. Coach Kidd riempie l’area a dismisura, seguendo sempre il penetratore ed evitando facili canestri in layup o schiacciata. Il ritmo è sempre molto basso, tanto che al primo timeout il punteggio recita 9-8 per Brooklyn. Gli Heat sono costretti a tanti tiri perimetrali senza particolare costrutto, in difesa poi Dwyane Wade non sembra dannarsi l’anima, soffrendo oltremodo le incursioni di Livingston. L’ex Clippers, non a caso, segna 8 punti senza sbagliare una conclusione dal campo. LBJ si sblocca dopo 8 minuti di astinenza su alley-oop, ma a tenere a galla i padroni di casa sono le 6 palle perse dei Nets. A 2” dal termine arriva la bomba di Teletovic, non l’ultima della serata. Alla fine del primo quarto il punteggio è 21-15 per gli ospiti, che hanno tenuto Miami ad uno scarno 1-8 da tre e la coppia James&Wade a 5 punti complessivi.

Alla ripresa delle operazioni, Brooklyn cerca di coinvolgere maggiormente Kevin Garnett, ancora a secco dopo la virgola della scorsa partita. KG ha molti più touches in attacco e fa circolare discretamente il pallone, trovando anche qualche compagno libero occasionalmente. Chi invece non è particolarmente in serata è Wade. Come già detto, non proprio concentratissimo in difesa, in attacco, nonostante qualche soluzione di post basso in più, è abbastanza confusionario ed impreciso. Dopo esser stato abbastanza bailado, il ritmo si alza all’improvviso. E’ qui che arriva una micidiale scarica di triple di Teletovic. Il bosniaco si accende in un attimo, complice anche closeout inefficaci e tardivi della difesa Heat. 4 bombe danno il la ad un momento molto combattuto, con i Nets che lottano con intensità su ogni pallone. Per Miami, qualche tripla importante, compresi due veri e proprio gol di Rashard Lewis. Il più costante tra i padroni di casa è Chris Bosh, Chalmers l’unico a provare ad attaccare il ferro ospite, egregiamente difeso da Brooklyn con Plumlee in prima fila. Sul finire del quarto si svegliano i migliori giocatori, Joe Johnson e LeBron, finora abbastanza silenti. Lavorando sui pick&roll, si ritrovano poi isolati in 1vs1 contro dubbi difensori avversari (segnatamente Lewis e Teletovic), ricavandone alcuni canestri. Sul finire del quarto arriva la quinta tripla di Mirza, che tiene ancora avanti i suoi. All’intervallo lungo Brooklyn è avanti 46-45 con 15 punti del bosniaco e 9 di Paul Pierce, che ha accusato qualche problema alla caviglia. Sono 11 i punti di LBJ, 10 quelli di Bosh, si attendono notizie da Garnett, Wade e Deron Williams.

Ad inizio terzo quarto un tap-in di Bosh dà il primo vantaggio ai bi-campioni dopo un’eternità. Finalmente si sblocca KG con uno dei suoi classici tiri, ma, almeno alla voce “punti”, sarà un fuoco di paglia, nonostante una gara non certo passiva come la prima. 3 minuti di basket al limite della pornografia, non certo la prima volta in questa serie, derivano da attacchi poco fluidi e circolazioni di palla inesistenti. Per Johnson arrivano i primi liberi nella serie e per Brooklyn, contestualmente, le prime occasioni di andare in lunetta nella gara. Gli ospiti attaccano bene il canestro avversario, trovando insperati punti in vernice e continuando a fare corsa di testa, nonostante un sostanziale equilibrio. La partita diventa una vera e propria lotta, con le squadre che si rispondono a suon di canestri. La sesta bomba di Teletovic gli consegna il record di franchigia nella postseason ma a svegliarsi, dopo due quarti di assenza, è Ray Allen. La guardia degli Heat segna 10 punti nello spazio di pochi minuti, fornendo una scarica vitale alla sua formazione e dandole, per la prima volta in serata, un minimo di inerzia. Alla fine del terzo quarto Miami è avanti 69-67, pur tirando sotto il 50% dal campo e non avendo una netta supremazia per punti in area. James ha segnato 7 punti nel parziale, preparando la volata finale.

Il quarto quarto si apre con i padroni di casa che vanno sul +6, il massimo vantaggio sinora nella contesa. Iso Joe cerca di ricucire il primo strappo degli avversari, con le solite soluzioni in isolamento. Se la circolazione nei primi tre periodi era stata quantomeno discutibile, in questo sembra quasi estinguersi. Wade, dopo una gara tutt’altro che irreprensibile, segna alcuni canestri fondamentali, ma gli Heat non allungano. Il motivo sta nei secondi possessi di Brooklyn, che sfrutta le lacune e le disattenzioni di Miami per segnare alcuni facili canestri dopo il rimbalzo offensivo. I Nets, soprattutto Garnett spalleggiato da Marcus Thornton, mettono in campo tanto cuore e coraggio, ma KG sbaglia il layup del potenziale -3. A punire gli ospiti è una disattenzione letale su di uno switch in difesa, col risultato di vedere Allen metterla da tre per il +8. Bosh, con un difficile tiro da fermo, regala il primo vantaggio in doppia cifra ai propri colori, nonostante possessi offensivi abbastanza involuti. La partita gira nello spazio di 1 minuto e 40 secondi. In questo lasso di tempo, infatti, Miami cattura 3 rimbalzi offensivi vitali consecutivi su altrettanti errori al tiro di LBJ. E’ un possesso che non finisce mai, Brooklyn non riesce a recuperare il pallone ed a portarsi nell’altra metà campo. Al quarto tentativo, LeBron finalmente segna da sotto per un altro +10, dall’incalcolabile peso specifico. Dopo 2 liberi di Livingston, una persa di James ed un prezioso recupero del solito Allen, è Chalmers a mettere la tripla definitiva del +11 a 56” dal termine. Il punteggio finale è 94-82 per i bi-campioni in carica.

LBJ è ancora una volta miglior realizzatore con 22 punti, ma non hanno convinto alcune sue decisioni nel quarto quarto. 18 per un silenzioso ma concreto Bosh, 14+7+7 per Wade, che deve comunque rivedere qualcosa, soprattutto nella metà campo difensiva. 13+8 per Allen, con canestri fondamentali e miglior rimbalzista dei suoi, compreso uno nel mezzo di quel famigerato 1′ e 40”. In doppia cifra per gli Heat anche Chalmers con 11.

20 i punti di Teletovic, al suo massimo in carriera nei Playoffs. 15 per Livingston, andando in calando nella ripresa, e 13 a testa per Pierce e Johnson, un po’ in ombra. Doppia cifra anche per Marcus Thornton (10), da segnalare i 12 rimbalzi di Garnett, protagonista, comunque, di una prestazione d’orgoglio. Serataccia invece per Deron Williams. Il play dei Nets, infatti, termina con 0 punti una partita di postseason per la prima volta in carriera. Un déjà-vu di gara-1.

Miami ha tirato complessivamente meglio dal campo rispetto ai propri avversari, 49,3% vs 42,3% (41,7 vs 33,3 dalla lunga distanza). Vittoria Nets invece a rimbalzo, 43-36, con ben 13 catturati sotto le plance avversarie. 34-32 i punti nell’area pitturata per gli Heat, comunque ben distanti dal primo episodio della sfida. 14, decisamente troppe, le palle perse da Brooklyn.

I Nets hanno lavorato bene in difesa per la maggior parte di questa partita, invischiando i ragazzi di coach Spoelstra nella “ragnatela” da loro preparata e citata più volte dai diretti interessati. Area piena, palleggiatore seguito nel pick&roll e costretto a scaricare, maggiore attenzione a rimbalzo e molta più intensità. Per circa tre quarti il piano di gioco ha funzionato, con i padroni di casa costretti a tiri mal costruiti e con poco movimento di palla, principi fondamentali del gioco di Miami. Le triple di Allen si sono rivelate ossigeno puro e da lì, a poco a poco, l’impalcatura di Brooklyn ha retto meno a qualche scossone, pur restando in partita sino all’ultimo e mettendo in atto il più classico dei “grit and grind games”, nella speranza di portare a casa la vittoria grazie alle rotelle poste negli ingranaggi altrui. Il problema dei Nets è stata la metà campo offensiva, con i principali realizzatori in serata non particolarmente ispirata e con un Deron nullo, tanto quanto KG in gara-1. Ora che la serie si sposta nella Grande Mela, vedremo se Brooklyn riuscirà a trovare le adeguate contromosse ed a riaprire la sfida. Gara-3 è in programma nella notte italiana tra Sabato e Domenica.

Alessandro Scuto

 

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