Categorie: Editoriali NBA

San Antonio Spurs – Portland Trail Blazers, analisi di gara 2!

70 punti in un tempo. 41 in un quarto. 23 in 4 minuti e mezzo. Impossibile non partire da lì per raccontare una gara 2 che San Antonio da un lato ha indirizzato con le incredibili (e sul lungo periodo insostenibili) percentuali in attacco, ma che dall’altro ha saputo gestire grazie ad una difesa che, quando i giri del motore sono alti, sporca ogni passaggio, chiude ogni linea di penetrazione, lotta con ferocia su ogni rimbalzo.

Detto ciò, il mortifero parziale del secondo quarto di gioco è stato indiscutibilmente il punto di non ritorno per i Blazers, travolti da una mareggiata offensiva che avrebbe messo in difficoltà vascelli difensivi ben più solidi di quello della squadra di coach Scotts.

Parziale guidato soltanto in un secondo momento da Parker (unico con le mani fredde in avvio, come testimonia l’1/8 iniziale), ed inizialmente condotto da un Leonard semi infallibile (8/9 dal campo) e dalle triple di Green e Belinelli. Il prodotto di San Diego State, oltre al solito contributo nella propria metà campo, ha messo in mostra tutto il suo reperto offensivo.

Prima azione della partita. Portland manda Batum sulle piste di Parker (trentelleggiante in gara 1), cerca di “nasconde” le carenze difensive di Lillard dirottandolo su Green, lasciando Matthews su di lui. Il numero 2, senza esitare, gli tira sulla testa dalla media. Solo rete.

Seconda situazione, sfruttare l’uscita dai blocchi. Coglie di sorpresa Batum (ritornato a marcarlo quasi da subito) mentre Splitter è già pronto a portagli il blocco.

L’uscita è con i tempi giusti, la palla di Parker con i giri contati, lo spazio concessogli dalla difesa troppo. Scrivere altri 3.

Terza situazione, figlia di un rimbalzo d’attacco catturato dal lungo brasiliano. Tutta la difesa di Portland scala su di lui e pone l’attenzione verso il playmaker franco belga (che non compare nel frame) che sta arrivando a tutta velocità. Leonard, in basso nel cerchietto azzurro, pensa già a quello che accadrà e ripete nella sua testa il mantra che sente ormai da 3 anni a San Antonio: “Occupare gli angoli”.

Parker arriva a tutta velocità, riceve il passaggio schiacciato a terra ed attacca il ferro ben protetto da Lopez (nel cerchietto rosso, nonostante l’immagine sfuocata, si vede il lungo di Portland a protezione del proprio canestro). Il problema dei Blazers però è che Leonard ha completato il suo movimento,si è messo in visione ed è pronto a ricevere e sparare. Splash!

Tiro dal pallaggio, in uscita dai blocchi, ricezione sugli scarichi in angolo (ci sarebbe anche il gioco “spalle a canestro”, ma il concetto è chiaro lo stesso). Con una quarta opzione offensiva di questa efficacia il cosiddetto “sistema” Spurs diventa davvero impossibile da fermare.

Soprattutto perché dimostrano di essere scientifici nell’individuare ed attaccare con continuità il tuo anello debole difensivo, in questo caso un Lillard sempre in affanno nell’inseguire sia sui pick&roll e che si lascia battere troppo facilmente in penetrazione. La “convivenza” sul parquet di Parker e Ginobili è servita proprio a questo. Costringere il numero 0 di Portland in marcatura su un giocatore capace di attaccare (e batterlo) dal palleggio. Rebus a cui coach Stotts non è riuscito a trovare ancora la soluzione.

L’enigma risolto in gara-2, invece, è quello del tiro dalla media distanza di LaMarcus Aldridge. Un’arma micidiale, sganciata al primo turno contro Houston con ottimi risultati, a cui Popovich pare sia riuscito a trovare una valida controffensiva. All the credits goes to Thiago Splitter. Il brasiliano è stato la chiave difensiva sui lunghi. Nel primo turno contro i Dallas Mavericks, ha difeso su un altro grande interprete della mid range zone, Dirk Nowitzki,  tenendolo al 47% dal campo. Ma il lavoro eccezionale lo ha svolto contro Portland, in single coverage su Aldridge. Nelle prime due gare contro i Blazers, gli ha concesso il 32% dal campo. La mattonella preferita di Aldridge è sul lato sinistro, dei nove tiri presi da questa posizione contro Splitter, ha messo solo il primo, sbagliando gli altri 8. Splitter difende senza aver bisogno dell’aiuto, il modo migliore per evitare facili layups e tiri aperti da fuori.

Le misure prese da Portland, capace di tenere botta agli Spurs solo per il primo quarto, non sono state sufficienti. L’impressione è che i ragazzi di coach Stotts non abbiano le caratteristiche per attaccare continuativamente per 48 minuti una difesa così sfiancante come quella degli Spurs. Sfruttare ogni calo di intensità di San Antonio, sarà la chiave dei Blazers per rimanere ancora in vita. La serie si sposta in Oregon, è vero. Ma sul 2-0, il cammino dei Blazers si fa decisamente in salita.

*articolo scritto assieme a Pietro Caddeo

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Pubblicato da
Stefano Salerno

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