Categorie: playoffs 2014

Allen col tiro decisivo, Miami chiude sul 4-1

L’ennesima prodezza a pochi secondi dal termine di Ray Allen ha permesso ai Miami Heat di avere la meglio in gara-5 sui Brooklyn Nets, approdando così alla quarta Finale di Conference consecutiva. E’ stata una partita tirata, con gli ospiti che hanno condotto a lungo prima di capitolare sotto gli assalti finali di He Got Game e LeBron James, top scorer dei suoi ed autore di un buonissimo quarto quarto. A nulla è valsa l’eccellente prova di Joe Johnson, che ha tenuto avanti i suoi fino alle battute conclusive, prima che i Nets fallissero le occasioni per portare la contesa al supplementare. Il punteggio finale è stato 96-94 per i bi-campioni in carica, che hanno così chiuso la serie sul 4-1.

Stesso canovaccio nel quinto episodio tra queste due squadre, coi medesimi quintetti che si ritrovano alla palla a due, anche se ormai Shane Battier sembra aver perso smalto ed incisività. Sono due i protagonisti principali dei primi minuti: da una parte Paul Pierce, che segna i primi 7 punti dei suoi, dall’altra Dwyane Wade, che mette a referto i primi 6 dei padroni di casa. Ancora una volta i Nets si affidano ad aggressività, decisione e tanti tiri veloci, costruendo un parziale di 9-0 per provare una prima fuga. Gli Heat sono abbastanza letargici, non certo una novità, Brooklyn fa circolare il pallone ma al primo timeout è avanti di sole tre lunghezze, 13-10. Il primo quarto è decisamente il regno di D-Wade, che attacca instancabile il canestro e permettendo il sorpasso ai suoi. Per ben 8 minuti saranno tutti suoi i canestri di Miami, prima che si risvegli LBJ. James, che finora ha costeggiato la gara ed ha ricevuto particolari attenzioni dalla difesa avversaria dopo l’exploit della scorsa partita, ha un guizzo finale che gli permette di sbloccarsi. Dopo due liberi di Allen il punteggio alla fine del primo quarto è 23-22 per i padroni di casa, grazie a 12 di Wade e 7 di LeBron. Per Brooklyn qualche palla persa di troppo e ferro concesso con troppa facilità.

Dopo il primo mini-riposo, le due formazioni si scambiano canestri, soprattutto nell’area pitturata. I Nets optano per un quintetto piccolo che prevede Mirza Teletovic da centro, per correre ed avere più tiratori a disposizione. A sua volta anche Spoelstra abbassa il proprio, suscitando alcuni minuti di ritmo quasi frenetico ed inaspettato. Wade non ha perso lo smalto del primo quarto, ma sono gli ospiti a tenere botta in difesa e ad attaccare con profitto, avvantaggiandosi dei vari mis-match in campo (ad esempio Allen che marca Livingston). Il supporting cast degli Heat fa molta fatica, Chris Bosh invisibile e tiratori decisamente non in serata. Le prime 11 conclusioni da tre punti per i bi-campioni non vanno, infatti, a buon fine. Al dodicesimo tentativo ci riesce James Jones, che ha superato Lewis nelle rotazioni e cerca di meritarsi più minuti sul parquet. Il mantra degli ospiti però non cambia: tiri veloci, extra pass, ricerca dei punti deboli della difesa avversaria e lotta su ogni pallone. Deron Williams segna due triple importanti che danno inerzia ai suoi compagni, in un momento molto delicato della gara. L’attacco di Miami è farraginoso, mancano le spaziature giuste e non trova più la via del ferro. James non riesce a svegliarsi, segnando solo due punti da tiri liberi nel periodo. Negli ultimi 3 minuti i Nets costruiscono un parziale di 8-0 e, dopo un canestro di Johnson, all’intervallo sono in vantaggio 49-42. La premiata ditta JJ&Williams ha segnato 20 punti, tanti quanti sono quelli di Wade, l’unico a non avere le mani fredde in una formazione che sta tirando col 34% dal campo, comprensivo di un poco lusinghiero 1/16 dalla lunga distanza.

Sfruttando il quarto fallo di Livingston, gli Heat si presentano particolarmente agguerriti al ritorno dal riposo lungo. Con un 7-0 di parziale riportano la gara in parità, ma chi si aspetta che sia arrivata la folata decisiva ne rimane deluso. Brooklyn non demorde e risponde con l’arma migliore nel proprio repertorio, la circolazione della sfera. Con calma gli ospiti siglano a loro volta un altro 7-0 e, dopo una tripla di Deron, sono in vantaggio di 10 punti. I bi-campioni appaiono frastornati, diverse palle perse banali e vanno sotto nelle giocate d’intensità e di voglia. I Nets combattono per la propria vita nella postseason, le fifty-fifty balls sono tutte loro appannaggio. Wade, come nel primo tempo, è l’unico che prova a rispondere a tono, dato che LeBron continua ad essere sorvegliato speciale a vista. Per il numero 6, strada al canestro sbarrata e ricezioni in post negate dalla difesa. Brooklyn continua a sfruttare gli anelli deboli della difesa Heat, segnatamente Jones e/o Lewis, attaccandoli a ripetizione in situazioni di isolamento dopo un blocco. Un paio di canestri danno il via allo show di Joe Johnson, che, come vedremo, non si limiterà certo al terzo quarto. Spoelstra ha urgente bisogno di attacco, vara un quintetto sperimentale senza centri di ruolo e con Jones da “falso cinque”, nella speranza di avere vitali punti sugli scarichi. Così facendo, però, si espone puntualmente a rimbalzo offensivo e nella protezione del proprio ferro. Un tap-in di Iso Joe, non proprio la specialità della casa, fissa il punteggio sul 75-66 per i Nets, quando mancano 12 minuti alla fine della partita.

Ancora una volta Miami parte con le marce alte nell’ultimo quarto, ritrovando la mano da 3 e mettendo assieme un 6-0 per evitare di affondare. Si vive di parziali e contro-parziali. Gli ospiti confezionano un 7-0 che è merito sia della circolazione di palla sia delle invenzioni di Johnson, puntuale nel togliere le castagne dal fuoco a Kidd e compagnia. James, dopo 3 quarti al limite della mediocrità, si sveglia nel momento giusto. Per lui tante ricezioni in movimento vicino al canestro, sfruttando le reazioni della difesa ai curl di Allen. Brooklyn, tuttavia, decide di mandarlo in lunetta piuttosto che vederlo prendere ritmo con facili appoggi. Dall’altra parte il numero 6 ha le mani piene: Iso Joe è in un momento di trance agonistica. Il prodotto di Arkansas è in uno stato di grazia assoluta, frustra continuamente le difese di LBJ trovando puntualmente il fondo del canestro e portando i suoi in testa nella volata finale. Pierce commette il suo quinto fallo, mandando gli Heat nel bonus per metà quarto. E’ un momento particolare, in cui si risponde colpo su colpo, con i Nets che sembrano pronti al colpaccio in Florida ancora grazie ai punti del loro miglior giocatore. Una tripla fondamentale di James dà il -5 con pochi minuti da giocare, per una gara tutta da vivere. Sarà l’inizio del decisivo 12-0 che segnerà le sorti della contesa. Cadendo all’indietro Wade realizza un difficilissimo fadeway che vale il -3, ma è nell’altra metà campo che avviene la scossa decisiva. LeBron, infatti, stoppa l’ennesimo runner di Johnson, subendo poi fallo nel possesso offensivo. I due liberi riducono il disavanzo ad un solo punto con un minuto da giocare. Joe sbaglia da tre punti, senza che i suoi compagni riescano a recuperare la sfera. Dopo il timeout, arriva la giocata decisiva. James la passa a Chalmers libero che, in volo e controtempo, effettua l’extra pass per Ray Allen. He Got Game controlla e segna la tripla del sorpasso, per il +2 con 32” sul cronometro, primo vantaggio Heat dopo due quarti. Livingston sbaglia il tiro da pochi metri, con Allen che insacca i due liberi seguenti al fallo sistematico. Pierce sbaglia la tripla, ma il possesso è dei Nets, che vanno a segno, da 3, ancora con Johnson per il -1. Sono i primi punti per gli ospiti dopo quasi 5 minuti a secco. James realizza solo uno dei due liberi, dando ancora speranza a Brooklyn. Così come successo la notte precedente, gli arbitri si trovano a decidere su di una rimessa parecchio contestata. La palla alla fine è degli ospiti, non senza qualche dubbio sia sull’ultimo tocco che sul fallo subito probabilmente da Pierce. Johnson ha l’ultimo possesso ma James e Allen, in coabitazione, rubano la palla preservando il vantaggio di due lunghezze. Il risultato finale è 96-94 per Miami, che avanza così al turno successivo.

James termina con 29 punti, 9 rimbalzi e 5 assist, disputando un buonissimo ultimo quarto in cui ha guidato la rimonta decisiva. 28 per un positivissimo Wade, alla migliore prestazione da diversi mesi a questa parte e capace di incidere anche in difesa. 16 per Bosh, ancora una volta con tiri fondamentali e 13 per Allen, il match-winner.

Top scorer dell’incontro è stato Joe Johnson con 34, a cui ha abbinato anche 7 rimbalzi. 19 di Pierce, autore di una discreta gara, quota 17 per Williams. Nonostante qualche secondo possesso garantito ai suoi, Kevin Garnett chiude con soli 2 punti.

47,4% dal campo per gli ospiti contro il 43,3% degli Heat, comprensivo del 36,4% dalla lunga distanza contro il 31% dei padroni di casa. Supremazia dei Nets anche nelle altri voci statistiche. 36-33 a rimbalzo (12-7 quelli offensivi) e ben 42-28 nei punti in area.

Il game plan di Kidd ha funzionato bene per la gran parte dell’incontro ma, come già successo nelle scorse partite, nei finali in volata i suoi ragazzi hanno avuto la peggio. A nulla è valso non concedere niente in area, difendere bene su James e sul tiro da fuori avversario, così come alimentare la circolazione di palla in attacco. Iniziato il quarto quarto, tutte queste caratteristiche sono venute meno. Miami ha ritrovato tempestivamente la mano, così come LBJ ha messo in campo molta più aggressività rispetto agli altri periodi. Il problema dei Nets sono state le troppe isolation chiamate per Johnson. Pur essendo il massimo esperto nel settore e reggendo la baracca per tanti minuti, alla lunga tale strategia non ha pagato dividendi, col risultato di perdere il filo conduttore della gara una volta raffreddatesi le percentuali di Iso Joe. Con un estate davanti, Brooklyn dovrà capire come e dove rinforzarsi, sperando di ritrovare un Brook Lopez in condizioni decenti. E se Pierce, come sembra, dovrebbe di nuovo tornare, sono da verificare le scelte di Garnett, che potrebbe aver disputato la sua ultima gara in carriera sul parquet della American Airlines Arena. Per Miami, invece, un po’ di riposo prima di conoscere il nome dei prossimi avversari nelle Finali di Conference.

Alessandro Scuto

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