Categorie: Editoriali NBA

Top & Flop: pagelle di Indiana-Washington (Gara 5)

TOP

TREVOR ARIZA: 7. Preferisce monitorare la situazione. Si piazza dietro le quinte e puntualmente aggiunge una giocata utile (canestro, rimbalzo, recupero o assist) al carrello della spesa. Approfitta di uno Stephenson passivo per vivere una nottata di lusso e salire sulla Limousine guidata da Gortat. Comodità assoluta, anche perchè la strada di Gara 5 è tutta in discesa. PROGRAMMATO

MARCIN GORTAT: 9. Va bè, dai. Che devo dire? 31 punti, 16 rimbalzi e 13 su 15 al tiro. E’ perfetto. Aziona la prolunga per salire più in alto di tutti e mettere al sicuro il patrimonio dei suoi Wizards. Sotto i tabelloni è una cavalletta, si fionda su qualsiasi cuoio vagante e lo cattura complice la ridicola opposizione varata dai Pacers. Sui sorrisetti di esultanza, no comment. Ora mi diventa pure personaggio? SAGOMA

BRADLEY BEAL: 7. E’ l’uomo di Wittman, non ci piove. Il coach gli lascia carta bianca e lui ripaga scrivendoci sopra poesie per i compagni. Con 8 assist è il secondo playmaker della squadra, ma la sue bombe (seppur intermittenti) hanno licenza di uccidere. Se l’aria del Verizon rigenererà i suoi inesauribili polmoni, per Indiana saranno guai. SCAGNOZZO

JOHN WALL: 8,5. Il massacro mediatico è il suo pane quotidiano. In epoca recente gli hanno rimproverato di tutto: tira male, perde troppi possessi, non ha il killer instinct. Ecco, sbirciare un filmatino di Gara 5 potrebbe servire a far tacere molte malelingue. 27 punti e 5 assist nel “win or go home” sanno di avvertimento: da quelle parti bandiera bianca non l’ha ancora alzata nessuno. TRASCINATORE

FLOP

ROY HIBBERT: 4,5. L’inizio è da urlo. Il bisonte illude il popolo della FieldHouse sfornando due-tre primizie, rispondendo a tono ai pizzicotti di Gortat. Il confronto però diviene impari a metà gara, quando il polacco si trasforma in pokemon Abdul-Jabbar risultando immarcabile. L’ultimo quarto è una farsa, e la desolazione in panchina è uno stimolo per proiettarsi a Gara 6. DELUDENTE

GEORGE HILL: 4. Sembra quegli italiani emigrati all’estero senza conoscere la lingua. Butta per aria cuori e il canestro gli risponde picche, senza pietà. Per aiutarsi non può gesticolare, di conseguenza il feeling con la retina si rompe sul nascere. Wall gli passa sopra con la gru, stendendolo come la sfoglia fatta in casa. Anche lui è vittima forzata di qualche tossina accumulata nel corso della serie. ANONIMO

NENE’: 4,5. Lo ribattezziamo “Ne-neo”. Non ce ne voglia il nativo di San Paolo, ma la sua scadente performance è l’unica macchia di una serata limpida e trasparente per i maghi della capitale. Lo score non mente: 4 periodico. Come il numero dei punti, dei rimbalzi, dei falli, degli assist e degli errori al tiro. E, ultimamente, come il voto in pagella. IN CRISI

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