Categorie: playoffs 2014

Wade e James guidano Miami, serie sull’1-1

Un ottimo quarto quarto di Dwyane Wade e LeBron James, autori degli ultimi 20 punti di squadra, ha permesso ai Miami Heat di vincere gara-2 sul campo degli Indiana Pacers, portando così sull’1-1 le Eastern Conference Finals. E’ stata una partita molto equilibrata per larghi tratti, con le due stelle dei bi-campioni in carica che hanno preso il comando negli ultimi minuti dell’ultimo periodo, risolvendo la contesa a loro favore. A nulla è valsa un’ottima prova di Lance Stephenson, top scorer di giornata a quota 25 ma ben contenuto nel quarto conclusivo. Il punteggio finale è stato 87-83 per gli ospiti.

Subito una variazione in quintetto, peraltro ampiamente prevedibile. Al posto di Shane Battier, coach Spoelstra inserisce nello starting lineup Udonis Haslem, col preciso compito di controllare a vista Roy Hibbert. Per Indiana, ancora assente per malattia Evan Turner. La difesa di Miami, con la coscienza sporca dopo la pessima gara-1, inizia con le marce alte, con tante deflections per sporcare i giochi degli avversari. I primi tiri sono tutti per Wade ed Haslem, la vecchia guardia, con dei pick&roll che coinvolgono l’uomo di Hibbert, costretto ad allontanarsi dal canestro. I Pacers, tuttavia, banchettano a proprio piacimento nell’area pitturata degli Heat, garantendosi già dalle battute iniziali tanti secondi possessi. Dopo pochi minuti l’intero quintetto base dei padroni di casa è già andato a segno, ed al primo timeout si va sul 16-10 per i ragazzi di coach Vogel. L’attacco degli ospiti è abbastanza asfittico nella fase centrale, complice anche un James che non sembra particolarmente ispirato. Indiana è molto più reattiva, grazie ad un caldissimo Stephenson, capace di aggirare con efficacia gli aggiustamenti difensivi di Miami sui p&r. Col quintetto piccolo i bi-campioni hanno una reazione, piazzando un parziale di 7-0. Al primo mini-riposo il punteggio è 21-20 per i Pacers, con 9 di Born Ready e 12 punti in vernice, pur tirando il 38% dal campo contro il 45% degli ospiti. 8 per D-Wade, solo 2 per LBJ.

Ad inizio secondo quarto due triple di Rasual Butler ridanno l’inerzia ai padroni di casa, dopo che gli Heat avevano trovato un provvisorio vantaggio. Wade continua ad attaccare con le solite soluzioni al ritmo tutto suo, rinnovando il duello con Stephenson già visto nel primo episodio della serie. Dopo aver latitato per buona parte di questa postseason, batte un colpo Norris Cole, con dei buonissimi momenti in ambedue le metà campo. Per tanti minuti è l’equilibrio a farla da sovrano, con punteggi bassi in controtendenza rispetto a gara-1. La difesa degli ospiti sale ulteriormente di colpo, Indiana sbaglia 7 tiri consecutivi e resta a secco per quasi 5 minuti. Miami ne approfitta, prendendo il comando con un 9-0 interrotto da un semigancio di Hibbert. I lunghi di casa ritornano a fare la voce grossa nel pitturato, rintuzzando il primo tentativo di fuga avversario. Il ritmo è spezzettato da diversi fischi, ne fanno le spese David West ed un impreciso Chris Bosh che commettono il terzo fallo, mentre sul parquet si assiste a lotte su ogni pallone e ad una miriade di contatti. James continua ad essere abbastanza rinunciatario e perimetrale, ma in coincidenza delle prime ricezioni in post gli Heat piazzano un altro parziale di 8-0. Con un decimo da giocare Stephenson, colpevolmente lasciato incustodito, realizza un tap-in che vale per il 41-37 all’intervallo a favore dei bi-campioni in carica. Wade e Born Ready sono ambedue a quota 13, chi non si è completamente visto è Paul George, che termina il primo tempo con un misero 1/11 dal campo.

Tornati dall’intervallo lungo, si assiste ad alcuni possessi abbastanza rivedibili da ambo le parti. Improvvisamente ed inspiegabilmente, si spegne la luce agli ospiti. Miami segna 4 punti in 5 minuti, apparendo nel contempo molto arrendevole e molle in difesa dopo la buonissima prima metà. In attacco palla ferma e molta confusione, body language pessimo e tanti rimbalzi offensivi concessi agli avversari. Stephenson è protagonista nel terzo quarto, attacca instancabile, arrivando spesso e volentieri al ferro e dando tutto per la propria squadra. E’ Mario Chalmers a provare a dare una scossa ai suoi, che restano aggrappati alla gara. Dopo che Indiana arriva sul +6, due importantissime triple di Bosh e Cole evitano guai ben peggiori, riaprendo la contesa. I tiri, con metri e metri di spazio, nascono da iniziative di LeBron, con la difesa che collassa verso il centro lasciando incustoditi i tiratori ospiti. Alla fine del quarto il punteggio è 63-62 per i Pacers, che hanno avuto 10 punti nel periodo da Born Ready, tanti quanti sono quelli di James in 36 minuti.

All’inizio dell’ultimo parziale, Spoelstra decide di correre ai ripari. Cole è destinato alla marcatura di Stephenson, Allen e Wade alternativamente su George mentre LBJ viene dirottato sui playmakers avversari, in modo da preservarne le energie per la volata finale. Tensione ed equilibrio sono i protagonisti nei primi minuti, con nessuna delle due squadre capace di piazzare un break rilevante. Hibbert, ancora una volta, è molto bravo nella difesa del proprio canestro, negando punti facili agli Heat che, a loro volta, hanno un Ray Allen in serata abbastanza interlocutoria. Dopo tanti minuti di siccità torna a farsi vedere Wade, pronto per lo sprint finale. I Pacers continuano a sfruttare le carenze dei loro avversari nella difesa sul tiro da 3, trovando importanti punti da oltre l’arco e distribuendo, come in gara-1, le realizzazioni per tutto il quintetto. Si lotta su ogni palla vagante, a farne le spese è West con un colpo fortuito all’occhio che lo costringe, per breve tempo, negli spogliatoi. Col risveglio tempestivo di James, che segna i punti della parità e del sorpasso, arriva il decisivo parziale di 10-0 degli ospiti. Dopo aver litigato col canestro per quasi tutta la partita, il numero 6 trova qualche canestro improvvisato che gli permette di sbloccarsi e dare una bella iniezione di fiducia ai compagni. Dall’altra parte, invece, la difesa di Miami ritrova energie, costringendo gli avversari a 5 possessi andati a vuoto. Un floater di Wade regala il +7 a 2′ e 15”, prima che Hibbert, in tap-in, fermi l’emorragia. Ancora Wade, col classico jumper, realizza da due, prima degli errori di Hibbert e Bosh da tre. George viene mandato in lunetta ma, a conferma della serata negativa, realizza solo un libero. Nuovamente Wade segna in schiacciata rovescia il +8 a 20” dal termine, sostanzialmente chiudendo la gara. West sbaglia la tripla, il rimbalzo è di Indiana che va a segno con un long two di Stephenson, gli unici punti di Born Ready nel quarto quarto. James mette un libero su due, Hill con una tripla riaccende qualche timida speranza, amplificata dalla banale palla persa degli Heat sulla rimessa seguente. Stephenson prova il jolly da centrocampo, senza particolari fortune. La partita finisce 87-83 per i bi-campioni in carica, che pareggiano così la serie.

23+5+5 per Wade, alla migliore gara di questa postseason, sia in attacco che in difesa. 22+7+6 e 3 stoppate per James, che nell’ultimo quarto si è saputo riscattare dopo una prestazione degna delle Finals 2011. 11 punti per un positivo Norris Cole, 12 rimbalzi per Chris Andersen, autore di una prova molto solida. Solo 9, invece, per Chris Bosh, nonostante un’importante tripla nel terzo quarto.

25+6+7 per uno scatenato Stephenson, molto limitato però nell’ultimo e decisivo quarto. 14+5+6 per George, che ha tentato anch’egli di entrare in partita nel parziale conclusivo, senza riuscire però a migliorare sensibilmente la percentuale dal campo. 13 per George Hill, 12+13 di Hibbert, ancora una volta padrone sotto le plance, e 10 di West.

Miami ha tirato meglio dei propri avversari, 50,7% vs 40%, anche se dalla lunga sono stati più precisi i Pacers, 47,4% vs 40%. Vittoria Indiana anche a rimbalzo, 41-38 (16-6 per quanto concerne quelli offensivi) e nei punti in vernice, 36-32.

La chiave di volta della gara è stata indubbiamente la difesa degli Heat, trasformata rispetto alla precedente partita. Pressione costante sul palleggiatore avversario, costretto a passaggi imprecisi, blitz sui p&r, deflections, raddoppi efficaci sulle uscite di George, rotazioni in aiuto tempestive e molta più intensità: questi i cambiamenti più lampanti rispetto a gara-1. In aggiunta, anche la scelta di Spoelstra di far riposare James distogliendolo dalla marcatura di George, il quale a sua volta non è stato in grado di attaccare con profitto i vari Allen e Wade, non certo dei mastini comprovati. Chiaro che, senza gli eroismi nel finale del dinamico duo, staremmo parlando d’altro, dato che comunque Miami solo a sprazzi riesce ad avere punti dalla lunga distanza, costringendo così la difesa avversaria a doversi allungare maggiormente e concedere qualcosina in più in area. Al contempo, i Pacers continuano a tirare molto bene da 3, ma per gli adeguamenti avversari non sono stati in grado di martellare la palla dentro con continuità. Le triple sono invece arrivate nel momento migliore per gli ospiti e, con la ritrovata mano ed un West opaco, è stato possibile anche schierare il quintetto piccolo down the stretch, mossa che non sempre aveva pagato nelle precedenti sfide tra queste due squadre. Con la serie che si sposta in Florida, vedremo se Indiana riuscirà a reagire alla sconfitta oppure no. Gara-3 è in programma nella notte italiana tra Sabato e Domenica.

Alessandro Scuto

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