Categorie: playoffs 2014

James trascina Miami, Heat sul 3-1

L’ennesima ottima prova di LeBron James ha permesso ai Miami Heat di battere gli Indiana Pacers in gara-4 delle Eastern Conference Finals, portandosi così avanti 3-1 nella serie. I padroni di casa sono stati in vantaggio sin dalla palla a due, amministrando nel primo tempo e dilagando nella ripresa grazie alle giocate del numero 6. Oltre a LBJ, autore di 32 punti, grande prova di Chris Bosh, che ha chiuso a quota 25. A nulla è valsa una tardiva rimonta negli ultimi minuti per evitare agli ospiti la sconfitta. Il punteggio finale è stato 102-90 per i bi-campioni in carica.

Per la terza volta nella serie, Spoelstra decide di effettuare un cambiamento nello starting five, inserendo Rashard Lewis da titolare al posto di Udonis Haslem, relegato a cambio dei lunghi stante anche l’assenza per infortunio di Chris Andersen. Dopo le dichiarazione degli scorsi giorni, c’è molta curiosità attorno al duello James-Lance Stephenson e sulla prova di Bosh, spesso e volentieri in affanno contro Indiana. La risposta dell’ex Toronto non tarda ad arrivare: è tutto suo l’8-0 di parziale con cui gli Heat iniziano la gara. I Pacers si fanno trovare con la guardia abbassata, ed al primo timeout sono sotto 10-2. Come suo costume, da vero leader, è David West che cerca di dare una scossa ai propri colori, ma gli ospiti fanno molta fatica contro la difesa dei propri avversari. Ancora una volta Miami effettua un efficacissimo pressing a tutto campo, con trap puntuali contro George Hill e raddoppi decisi sulle uscite di Paul George. In attacco, la palla circola molto per i padroni di casa, che riescono a trovare con efficacia la via del ferro altrui. Dopo un layup di James, in seguito all’ennesimo turnover di Indiana, gli Heat sono già sul +10. In conclusione di quarto i Pacers provano a reagire, ed al primo mini-riposo sono sotto 27-19, con CB1 a quota 10 e LeBron ad 8. Miami, che ha tirato col 50% dal campo, per la prima volta nella serie è in vantaggio dopo i primi 12 minuti e, solo per la seconda occasione dall’avvio della regular season, è a quota 0 sotto la voce palle perse, in contrasto con le 5 dei propri avversari.

In avvio del secondo quarto, si fa notare per la prima volta Stephenson. Born Ready, infatti, nel giro di due azioni consecutive arriva al terzo fallo personale, uscendo di fatto da una gara in cui non era mai riuscito ad entrare. Vogel, cercando una contromisura alla pressione difensiva dei padroni di casa, opta per una strutturazione a due playmaker, sperando di avere il dovuto trattamento di palla e non alimentare le transizioni degli Heat. Per alcuni minuti si assiste a momenti non certo esaltanti ed indimenticabili di pallacanestro, con Indiana che resta a galla grazie a Luis Scola, sicuramente l’elemento di spicco nella panchina degli ospiti. Tornato dal meritato riposo, Bosh continua ad avere la mano calda, costringendo la difesa avversaria a particolari attenzioni sul suo jumper. Batte un colpo anche Dwyane Wade, abbastanza silenzioso finora ma molto attivo nella propria metà campo. Miami va avanti di 11 dopo un estemporaneo post up di Ray Allen, non certo la specialità della casa. Indiana è brava a ricucire il primo strappo, abbassando il ritmo dopo tanti minuti forsennati e fornendo palla sotto ai propri lunghi. Ma se West continua ad essere produttivo, lo stesso non si può dire di Roy Hibbert, fermo al palo dal punto di vista realizzativo e con tre falli a carico. In questa fase regna sovrano l’equilibrio, nonostante i Pacers concedano devastanti penetrazioni al ferro a James. Dopo una tripla di George a 3 secondi dal termine, il punteggio all’intervallo è 49-44 per i padroni di casa, che non sono riusciti a scappare via. CB1 chiude la prima metà con 17 punti, LBJ lo segue con 15, per gli ospiti doppia cifra di West e George.

La ripresa si apre esattamente come il primo quarto, con la pressione difensiva degli Heat che sale nuovamente di tono grazie alle consuete deflections nella propria metà campo. Per incominciare il periodo, i padroni di casa effettuano un 7-0 di parziale, tornando avanti in doppia cifra. Indiana è in un momento di confusione, segna 1 canestro per 4 minuti (tripla di Hill), ed ha la propria coppia di centri, Hibbert e Mahinmi, entrambi con quattro falli. Miami alza il ritmo della gara, con contropiedi generati da recuperi e rimbalzi e transizioni anche da canestro subito, sfruttando la non grandissima concentrazione dei propri avversari. Gli Heat tornano ad attaccare con continuità l’area pitturata, sia con facili appoggi sia con runner per evitare le braccia protese dei lunghi avversari. Da segnalare, nel quarto, i tanti liberi tentati dalle due squadre, ben 23. Proprio dalla lunetta si sblocca Stephenson, ancora fermo a quota zero, ma arriva puntuale un altra folata dei bi-campioni che volano sul +16. Vogel cerca di scuotere i suoi facendosi fischiare un fallo tecnico, ma non può nulla contro la sfuriata di James, autore di ben 14 punti nel quarto, che mette il punto esclamativo con coast-to coast chiuso con la schiacciata. Nonostante qualche problema fisico per Allen ed un tap-in a fil di sirena di West, Miami alla fine del terzo quarto è ancora avanti, 80-64, grazie anche ai 29 del numero 6.

L’ultimo periodo si apre con un tecnico ad Hibbert, autore di una manata dopo il fischio arbitrale su He Got Game, il quale, da par suo, gradisce il giusto la frustrazione del centrone giamaicano. Con LBJ in panchina è Wade a prendersi qualche responsabilità in attacco ed a difendere, egregiamente, su George. Dopo un grossolano errore di comunicazione della difesa sul cambio, Norris Cole, indisturbato, insacca la tripla del +20. Nonostante gli sforzi di Scola, che rappresenta l’attacco di Indiana, gli Heat continuano ad incrementare il vantaggio, sfruttando benissimo la circolazione della palla. Poi, come spesso accade, per i padroni di casa si spegne la luce e si alzano le braccia troppo presto dal manubrio. I Pacers, grazie ad un paio di triple ed a maggiori responsabilità di George, si risvegliano dal letargo, piazzando un parziale di 13-1 in 3 minuti, col quintetto piccolo. Nonostante il quinto fallo, anche Stephenson si è destato dal torpore, realizzando i primi canestri della propria partita e facendo scendere il vantaggio avversario sotto la doppia cifra. Gli ospiti non demordono e voglio vendere cara la pelle fino all’ultimo secondo della sfida. A mettere la partita in ghiaccio è James col lay-up più fallo della sicurezza definitiva. Il punteggio finale è 102-90 per i bi-campioni in carica, che vanno avanti 3-1 nella serie.

32+10+5 per James con gli ennesimi record statistici nella storia dei Playoffs: è diventato infatti il primo di sempre per gare da 25+5+5, superando un certo Michael Jordan. LeBron ha inoltre raggiunto Kareem Abdul-Jabbar per partite in carriera nella postseason da 25+10+5. Chris Bosh termina a quota 25, il suo massimo nei PO da 3 anni a questa parte. 15 per Wade, in una serata in cui ha delegato e non ha speso il gettone.

23+7 per George, top scorer per Indiana. 20+12 di West, autore della solita buonissima ed orgogliosa prestazione. 15 per Hill, 12 di Scola e 9 di Stephenson, tutti nella mini-rimonta finale. Hibbert chiude invece a quota zero, la quarta volta che gli succede in questa postseason.

I Pacers hanno tirato meglio dal campo rispetto ai propri avversari, 49,3% vs 46,4%, comprensivo anche del 42,9% contro il 33,3% dei padroni di casa. Per gli ospiti anche vittoria a rimbalzo, 37-34, e nei punti nel pitturato, 40-38, hanno pesato però le ben 14 palle perse.

Ancora una volta, la difesa di Miami ha fatto la differenza, costringendo i propri avversari ad andare fuori giri e commettere tanti turnovers, fonte primaria di contropiedi e transizioni per i padroni di casa. A differenza di gara-3, però, in questa occasione gli Heat sono entrati in campo più concentrati e consapevoli che sarebbe stato difficile portare a termine un’altra rimonta andando sotto nel primo quarto. I Pacers hanno fatto trasparire la propria frustrazione in più di un frangente, senza riuscire a giocare la propria pallacanestro sia in attacco che in difesa, dove hanno subito pure i tiri da fuori di Bosh che hanno allontanato Hibbert dalla propria posizione sotto il ferro. Senza la possibilità di giocare i pick&roll o di dare palla sotto ai propri lunghi, a causa della difesa allungata di Miami, gli ospiti sono rimasti aggrappati alla gara per due quarti con soluzioni estemporanee ed improvvisate, prima di andare sotto senza riuscire a trovare le adeguate contromisure per James. Vedremo se Indiana riuscirà a riaprire la serie col ritorno tra le mura amiche oppure sarà costretta ad una precoce vacanza. Gara-5 è in programma nella notte italiana tra Mercoledì e Giovedì.

Alessandro Scuto

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