Categorie: playoffs 2014

James guida Miami, Finals sull’1-1

Una grandissima prestazione di LeBron James ha permesso ai Miami Heat di battere i San Antonio Spurs in gara-2 delle NBA Finals, portando così la serie sull’1-1. E’ stata una partita molto intensa e fisica, combattuta sino alle battute finali e con tanti avvicendamenti in testa all’incontro. James, dopo un primo quarto molto tranquillo, ha aumentato i giri del proprio motore, coadiuvato da Chris Bosh e Dwyane Wade, che hanno messo i canestri decisivi negli ultimi possessi. Non è bastata l’ennesima doppia doppia nei Playoffs del nuovo primatista in materia, Tim Duncan. Il punteggio finale è stato 98-96 per i bi-campioni in carica.

Nessuna novità nei due quintetti iniziali, ma una sostanziale all’AT&T Center: questa sera funziona l’area condizionata. La strategia difensiva degli Spurs è chiara sin dalle prime battute: si cambia su ogni p&r e si riempie l’area, per scoraggiare ogni tentativo di penetrazione avversaria. Dopo un paio di possessi, Danny Green commette un precoce secondo fallo, accomodandosi in panchina per Marco Belinelli, subito chiamato in causa. San Antonio parte con le marce alte, ancora una volta viene cercato Duncan nel suo regno nei pressi del ferro, nel quale mostra flashback di gioventù e dominanza. Molto bravo Tiago Splitter nel trovarlo con passaggi, anche ravvicinati, all’interno del pitturato, sfruttando il basso tonnellaggio degli ospiti. Miami è costretta a zero canestri nei primi 3′, complice anche un James con qualche errore di troppo. Anche la strategia di Spoelstra è chiara sin dal primo quarto: i due lunghi sono appostati sul perimetro per allungare la difesa avversaria e sconsigliare aiuti tempestivi a centro-area. Al primo timeout i padroni di casa sono avanti, 15-13, col solito ritmo alto e tiri qualitativamente pregiati. Gli Spurs provano un primo allungo, confezionano un 7-0 di parziale griffato Tony Parker, in netta ripresa dopo i problemi alla caviglia. Ancora una volta tanti canestri assistiti per i Texani, che sfruttano l’ormai consueta circolazione del pallone e realizzando con ottime percentuali. Gli Heat sbagliano diverse conclusioni, in difesa continuano a soffrire nelle situazioni di pick&roll. In più, dopo i crampi della scorsa gara, la rotazione viene cambiata, facendo riposare prima del previsto LBJ. Al termine del primo quarto il punteggio è 26-19 per San Antonio, grazie agli 11 di Duncan. Per gli ospiti, solo 2 per LeBron, ancora fermo a 0 Dwyane Wade.

Con l’avvio del secondo periodo, non accenna a placarsi la rottura prolungata di Miami. Gli Spurs volano sul +11, dopo una conclusione mancina di Manu Ginobili, al solito lesto nell’avvantaggiarsi di errori di comunicazione della difesa avversaria. I minuti successivi non sono certo i migliori di queste Finals, costellati da tanta confusione sul parquet e diverse palle perse. Finalmente si sblocca Wade e, quasi di conseguenza, arriva un parziale di 9-0 per gli ospiti, interrotto solo da un canestro a rimbalzo d’attacco di Boris Diaw. Fanno la prima apparizione nella serie anche Matt Bonner e James Jones, il cui contributo però è sostanzialmente nullo. San Antonio soffre i p&r con LBJ da bloccante, perdendolo diverse volte a rimbalzo d’attacco, come succede anche nell’occasione del primo vantaggio Heat in questa partita. Nel mezzo, anche un raro tecnico a TD21 dopo una protesta per un fallo, a suo avviso, non sanzionato. E’ una fase di grande equilibrio, dominata da un James che si scrolla di dosso gli errori del primo quarto, trovando la via del canestro, spesso con tiri veloci. Nonostante il terzo fallo di Ginobili, i padroni di casa continuano a non demordere, sospinti dalle penetrazioni dirette di Parker, che creano scompiglio nel cuore della difesa degli ospiti, i quali adottano un quintetto piccolo con LeBron da numero 4. All’intervallo lungo il punteggio è in parità, 43-43, con le squadre che hanno perso 20 palloni complessivi. Gli Heat stanno tirando meglio dal campo, 46% vs 43%, e con più punti in area, 28-20. Duncan non è riuscito a segnare nel quarto, James è invece a quota 13+7.

In avvio di ripresa, si intuisce che Wade non è a posto fisicamente, afflitto da qualche problema alle ginocchia accentuato da qualche contatto sotto canestro. Dopo pochi minuti arriva la doppia doppia da record di Duncan, così come la prima tripla di Danny Green. Come nel primo quarto, si rivede Splitter in versione distributore, sia per TD21 sotto canestro, sia per i tagli dei propri compagni. Pure James si vede fischiare un fallo tecnico, un’altra rarità se rapportata alle 7 sfide della passata stagione. Entrambe le formazioni si scambiano canestri, nonostante gli ospiti vadano presto nel bonus. Spurs con buoni tiri e la consueta circolazione di palla, è in questo frangente che riesce a sbloccarsi anche Kawhi Leonard. In più, sotto le plance c’è Duncan ad assicurare ai suoi importanti secondi possessi. Si spiega così il 7-0 dei padroni di casa, che potrebbe indirizzare in un certo senso l’incontro. E’ in questo momento, però, che sale in cattedra James. Il numero 6 firma in prima persona un 8-0 di vitale importanza, sfruttando la marcatura di Diaw, subentrato a Leonard con quattro falli a carico. LBJ mette in piedi un vero e proprio show nel quarto, segnando 6 jumper consecutivi, di certo non la specialità della casa. San Antonio reagisce affidandosi ai soliti Ginobili e Diaw, che con i penetra e scarica mettono in ritmo i propri tiratori, segnatamente Mills, che mette a referto due bombe. Dopo un vero e proprio cammeo di Udonis Haslem, Parker realizza in floater con 3 secondi sul cronometro, per il 78-77 a favore dei nero-argento. Per gli ospiti, i Big Three tutti in doppia cifra: 27 per James, 12 di un concreto Chris Bosh, 10 per Wade.

La tensione e la posta in gioco sono palpabili all’inizio del quarto quarto. Per diversi minuti si assiste a tanti errori al tiro da ambo le parti. I padroni di casa segnano solo 2 punti in 4′, ma dall’altra parte Miami non fa molto meglio. Gli Spurs tolgono completamente le linee di penetrazione agli Heat, mettendo sempre un altro uomo tra LeBron ed il canestro. In attacco i nero-argento attaccano con energia e vanno presto nel bonus. Mario Chalmers, nell’ennesima serata non indimenticabile, si vede fischiato un flagrant foul per un colpo a Tony Parker di cui non si sentiva strettamente il bisogno, col pallone oltretutto tra le mani dell’ex Kansas. San Antonio però non ne approfitta, sbagliando 4 liberi in fila, in un momento della gara in cui il ritmo è spezzettato e si è abbassato, a causa dei tanti viaggi in lunetta dei giocatori. La partita è molto fisica, una lotta senza esclusione di colpi, con nessuna delle due squadre capace di piazzare il break decisivo. Diaw, dall’angolo, firma la parità con circa 5 minuti da giocare, rendendo gli ultimi minuti una sorta di supplementare. Miami lo affronta col quintetto lungo, per non soffrire troppo a rimbalzo difensivo e non concedere tiri facili ai propri avversari. Dopo un layup di Andersen, Parker realizza la tripla del +1 con 2’25” sul cronometro. In sequenza, sbagliano Bosh e Ginobili sempre dalla lunga distanza, ma l’ex Toronto si riscatta subito dopo. E’ sua infatti la bomba del +2 con 1′ e 17” da giocare, tirando dall’angolo su suggerimento di James, col quintetto degli ospiti che è stato abbassato da Spoelstra. Gli Spurs perdono palla, Lebron dalla lunetta fa 1 su 2, dopo il sesto fallo di Leonard. Ginobili sbaglia il jumper, dall’altra parte Wade appoggia facilmente a canestro per il +5 su suggerimento di Bosh, che batte così il pressing dei nero-argento. Diaw sbaglia il floater, sulla sirena arriva l’ininfluente tripla di Ginobili. Il punteggio finale è 98-96 per i bi-campioni in carica, che pareggiano così la serie sull’1-1.

35+10 per James, autore di una grandissima gara, in risposta ai problemi fisici della prima partita. 18 di Bosh, con tanti tocchi ed il canestro decisivo, 14+7 per Wade, con una prestazione però in chiaroscuro. Ancora una volta bene Rashard Lewis, che chiude a quota 14.

Top scorer di San Antonio è Tony Parker, 21+7 assist. 19 per Ginobili, 18+15 di Duncan, che ha raggiunto Magic Johnson al primo posto per doppie doppie nella storia dei Playoffs. Per la seconda gara di fila, 10 rimbalzi per Boris Diaw.

Gli Heat hanno tirato meglio dal campo, 52,9% vs 43,9%, nonostante da tre punti siano stati più precisi gli Spurs, 46,2% vs 42,1%. Vittoria a rimbalzo per Miami, 38-37, nonostante gli 11 offensivi dei nero-argento. 44-34 i punti in the paint per gli ospiti.

Con James in campo, agli Heat è riuscito quello che era svanito in gara-1 negli ultimi minuti. Spoelstra è stato molto abile nel cambiare spesso i propri quintetti, alternando sia quelli col doppio lungo tiratore, quelli con Andersen e Bosh o quelli molto piccoli con LBJ da ala forte. Proprio con questa miscela ha trovato gli avversari impreparati, come successo nella tripla sostanzialmente decisiva di Bosh. Altra soluzione che non ha avuto risposte è stato il p&r 1-3 tra Chalmers e LeBron con quest’ultimo da bloccante. Dato che Popovich aveva ordinato cambi sistematici, spesso il numero 6 è stato perso dai propri marcatori, come successo con costanza nel secondo quarto. San Antonio ha avuto buone cose dalle giocate dei propri big men, con diversi alto-basso che hanno messo in crisi il difensore di Duncan, non certo a proprio agio nel dover difendere l’1 vs 1 del caraibico. Splitter però, nonostante i tanti assist, non è stato capace di replicare quanto fatto di buono nel corso di questi Playoffs. Anche il p&r centrale, spesso gestito da Ginobili, ha funzionato a sprazzi, complice anche la difesa dei bi-campioni che è salita di colpi nel corso della gara, facendo lavorare più del solito l’attacco dei nero-argento. Chiaro poi che quando a James entrano i jumper, l’assunto per la difesa si complica, nonostante gli sforzi nel secondo tempo nel tenerlo lontano dal ferro. Con la serie che si sposta in Florida, vedremo se gli Spurs riusciranno a reagire o meno. Gara-3 è in programma nella notte italiana tra Martedì e Mercoledì.

Alessandro Scuto

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