Nato il 24 Agosto 1995 ad Haverhill, Massachusetts, Vonleh si presenterà ai nastri di partenza del Draft non ancora diciannovenne, delineandosi come uno degli elementi più giovani, oltre che talentuosi, di questa nidiata di ottimi cestisti. Centro a livello collegiale ma probabile Point Forward tra i pro, Vonleh ha deciso di rendersi eleggibile per il Draft subito a conclusione del suo anno da Freshman a Indiana Univerity: la sua unica annata al college si è chiusa con medie da 11.3 punti, 9.0 rimbalzi e 1.4 stoppate in 26.5 minuti giocati a partita, mentre nell’anno da Junior al liceo, la nota New Hampton School, aveva messo a referto 17 punti, 12 rimbalzi e 4 assist a partita, guadagnando lo status di McDonald All-American.
Passando ad analizzare pro e contro del suo gioco in ottica Nba non possiamo che iniziare dal sottolineare come le sue misure ( 2.08 m. e 109 kg. con apertura alare da 2.25 m. ) siano in primo luogo ancora in crescita ( bene ricordare l’età di 19 anni ) ed in secondo luogo ottime per ricoprire il ruolo di PF, ruolo in cui verrà traslato nel momento dell’approdo tra i professionisti, questo a seguito di diverse motivazioni tecnico tattiche: è fin troppo longilineo per poter pensare di metterlo sotto le plance all’esordio in NBA, inoltre dispone di una meccanica di tiro rara per un giocatore di quell’altezza. Vonleh ha mandato a segno quasi metà delle triple tentate durante l’ultima stagione ( 48.5% ), peccando, forse, di timidezza, questo perché in effetti i tentativi da oltre l’arco sono risultati essere intorno all’ 1 a partita, pochini per un giocatore che potrebbe fare del tiro dalla media e dalla distanza un arma decisamente micidiale. Ottimo rimbalzista in entrambi i lati del campo, come testimoniano gli abbondanti 11 rimbalzi a partita, fa della mobilità la sua arma principale: va in contropiede con una velocità rara per un giocatore della sua statura e riesce a mettere palla a terra in maniera molto efficace contro i meno mobili pari ruolo; tornando a parlare del suo tiro: ottime scelte nella selezione dei jumper e percentuali decisamente ottime da 2 ( 53% ) e dal tiro libero ( 73.1% ), dove, vista l’aggressività, giunge molto spesso. Gli scout hanno enfatizzato molto anche la sua etica del lavoro: viene descritto come un vero amante della pallacanestro, pronto a tutto per migliorarsi in qualsiasi aspetto del gioco e dotato di una particolare attitudine per il sacrificio nella fase difensiva dove risulta essere un buon intimidatore, grazie alla verticalità e all’apertura delle sue braccia.
Il seguente video ci da un’idea di quanto detto sopra, mostrando come in effetti il suo tiro dovrà essere rispettato dai difensori anche in ottica NBA e di come una struttura fisica simile possa essere già pronta ad intimidire un discreto numero di attaccanti anche tra i pro.
Quanto detto di positivo su Vonleh fa da contraltare ad una serie di fattori che lo rendono forse il giocatore più enigmatico di questo Draft 2014. La sua giovane età oltre ad essere una chiave di prospettiva assolutamente intrigante porta con sé problematiche non indifferenti: sia nella fase offensiva che difensiva pecca spesso di ingenuità, perdendo spesso efficacia a causa di costanti problemi di falli, inoltre sembra essere mentalmente assente in diverse fasi del gioco, accusando cronici momenti di scarsa concentrazione, sicuramente dovuti alla poca esperienza accumulata sul parquet. Se il problema di falli potrebbe essere migliorato iniziando, in difesa, ad affidarsi più al movimento di gambe che alle braccia, quello della concentrazione, effettivamente, potrebbe andare a scemare semplicemente iniziando a giocare in un contesto professionistico. Altro punto interrogativo di molti scout risiede nel suo scarso atletismo: come detto fa della sua statura e della lunghezza delle braccia due punti cardine, ma manca di quell’esplosività di cui molti fanno tesoro a livello NBA, lega nella quale non viene sottovalutata la pesistica e non sono in pochi a pensare che, dovendo lavorare molto più con i pesi in palestra al piano di sopra, questo possa limitare ulteriormente il suo atletismo. Interrogativi sorgono spontanei anche relativamente alla sua mentalità: se è vero che ama il basket e che non difetta in voglia di migliorarsi ed etica lavorativa, va detto come molto spesso non dimostri un effettivo istinto innato per il gioco, apparendo meccanico delle decisioni, quasi fossero frutto più del ragionamento che dell’istinto. Quanto sostenuto va a sommarsi a considerazioni quali quelle relative al tiro: potrebbe essere una sua arma letale e dovrà lavorare molto oltre che nel migliorarlo anche nel decidere a sfruttarlo di più, accade infatti spesso che si mostri troppo timido, quando invece dovrebbe prendersi molti più tiri di quel che fa solitamente.
Il video del match del 03/12/2013 contro Syracuse ed il video concerne le sue situazioni difensive sono esemplificativi di quanto di buono può fare questo talento e, al contempo, di alcuni suoi drammatici cali di tensione.
Come per gli altri prospetti, abbiamo presentato pro e contro del giocatore, ma nel caso di Vonleh, forse, siamo davanti al più passibile di potenziale All Star/ Draft Bust: è giovanissimo e questo vorrà dire che avrà tempo e modo di migliorare il proprio gioco in NBA, ma, se scelto da un contesto per lui non favorevole, rischia di bruciarsi irrimediabilmente; ciononostante il materiale di qualità su cui lavorare è tanto, ed una scommessa così intrigante difficilmente non verrà colta tra le prime 6-7 scelte.