Categorie: Road To Draft

Road to Draft 2014: K.J. McDaniels

In una delle conference più ricche di talento di tutto il panorama collegiale, la ACC dei vari Jabari Parker, Rodney Hood, Tyler Ennis e chi più ne ha più ne metta, un giocatore è riuscito a farsi strada in mezzo a tutti questi nomi altisonanti e a dare una dimensione dignitosa ad una squadra altrimenti destinata all’anonimato assoluto: stiamo parlando di K.J. McDaniels, leader dei Clemson Tigers. Con un eccellente anno da Junior (terzo anno al college) e guidando i propri compagni su ambo i lati del campo, il ragazzo dall’Alabama è infatti riuscito a portare i suoi ad una buona stagione, i cui apici sono stati senza dubbio la lezione impartita proprio alla Duke della probabile prima scelta assoluta del prossimo Draft Jabari Parker e la semifinale raggiunta al NIT, fratello minore del torneo NCAA. Il suo non è uno dei nomi più in voga in questo draft ed è quasi sempre fuori dalle voci che vedono salire e scendere i vari giocatori, sembra destinato ad un tardo primo giro senza infamia e senza lode, ma questo suo muoversi sotto traccia non deve far perdere di vista il potenziale di questo ragazzo che è stato paragonato da tale Larry Brown a…Kawhi Leonard, nome che dovrebbe essere abbastanza noto a chi segue l’NBA ed esempio lampante di come non vadano sottovalutati i prospetti scelti dopo la lottery. Di certo non va snobbato K.J. e seguendoci in questa analisi speriamo vie ne sia chiaro il motivo.

Ad 1.98 di altezza K.J. non è un gigante, ma con una notevole apertura alare di 2.10 possiede gli attributi necessari per giocare da ala piccola e marcare i pari ruolo anche in ottica NBA. Quello che fa davvero la differenza non sono però i centimetri quando l’uso che il ragazzo è capace di farne grazie anche a quello che è uno dei suoi punti forti, ovvero un atletismo di prima categoria: dotato di esplosività, velocità e stamina fuori dal comune K.J. è una macchina da highlight, ma lasciamo parlare le immagini.

Dato che però le giocate spettacolari non sono show fini a se stessi anche da questi 5 minuti possiamo iniziare a cogliere qualcosa del suo gioco: K.J., come mostrato dalle immagini, è un eccellente stoppatore, un giocatore pressochè letale in transizione, nonché molto attivo nel concludere (spesso con i fuochi d’artificio) a rimbalzo d’attacco. Insomma siamo di fronte ad un prospetto capace di sfruttare i propri doni naturali nel migliore dei modi su un campo da basket. Ma andiamo con ordine ed analizziamo il suo gioco iniziando dall’attacco:

Nel video riportato possiamo vedere la varietà di conclusioni nell’arsenale di McDaniels: dotato di un veloce primo passo, K.J. è capace di attaccare l’area avversaria e concludere al ferro o nei suoi pressi con ottime percentuali, se poi è marcato da un difensore mediocre come Hood ancora meglio (0:04); la sua esplosività gli permette di concludere con buona continuità sopra la testa del proprio marcatore, come possiamo notare nel video a 0:21. Il punto forte del suo attacco rimane comunque il gioco in transizione, dove legge bene le situazioni, corre ottimamente gli spazi ed è naturalmente sempre pronto a ricevere eventuali passaggi nei pressi nel ferro, ne abbiamo un esempio a 1:13 del video. A 1:30 lo vediamo in azione spalle a canestro: capace di concludere con entrambe le mani con dei ganci o di affidarsi a turnaround jumper, il giocatore sa sfruttare il proprio fisico contro avversari più piccoli e dimostra un buon potenziale in questa area del campo. Il ragazzo non disdegna neppure le conclusioni dalla media distanza, dove ha fatto vedere passi in avanti, vedasi a 1:50 del video. Se a ciò uniamo la capacità di ottenere tiri liberi e di realizzarli con eccellenti percentuali (84%) il quadro si fa sempre più interessante. Come già visto poi KJ ama recuperare rimbalzi offensivi andando a concludere con imperiose schiacciate sulle teste degli avversari, ma il tutto, come sempre parlando di questo giocatore, non si limita alla dimostrazione di doti atletiche, no perché parlando di McDaniels parliamo di un giocatore consistente nonché di uno dei migliori rimbalzisti di tutto il draft al netto dei centimetri: con 3 rimbalzi offensivi e quasi 6 rimbalzi difensivi se proiettato sui 40 minuti KJ si pone ai livelli di un altro ottimo rimbalzista per il ruolo come Andrew Wiggins, dimostrando, oltre all’elevazione, grande tenacia e abilità nel tagliafuori.

Dopo tutte queste parole ancora non abbiamo parlato di quello che è il vero punto forte del giocatore, ovvero la difesa: come visto nel primo video KJ è uno stoppatore eccezionale come dicono le oltre 3 stoppate per 40 minuti fatte registrare in stagione, il tutto senza far sì che la ricerca delle stesse lo renda un grillo deleterio per la squadra, difatti dimostra grande tempismo, ottima posizione e raramente ha problemi di falli. Sa sfruttare le proprie lunghe braccia anche sulle linee di passaggio e nella difesa sulla palla, è dotato di velocità laterale ed è ottimo nel contenere le penetrazioni avversarie (vedasi il lavoro su hood contro Duke) e queste sue doti gli permettono di essere un difensore di alto livello su giocatori di diverse posizioni, dai playmaker alle ali grandi.Vediamo un video esplicativo delle sue doti:

da notare subito nelle prime due azioni come K.J. sia innanzitutto un contestatore di tiri e non per forza uno stoppatore, nelle due successive azioni va per la stoppata, ma senza che la ricerca della stessa sia forzata o lo porti fuori posizione. Nell’azione successiva (0:35) intercetta sulla linea di passaggio e in quella subito seguente (0:40) mostra notevole reattività unita però ad un grande controllo, evitando di “volare” alla prima finta dell’avversario (come fa il compagno di squadra) e stoppandolo subito dopo. Difensivamente stiamo parlando di uno dei giocatori più pronti del prossimo draft.

Gli aspetti da migliorare comunque non mancano e potremmo iniziare con un tiro ancora non affidabile (il paragone con Leonard di coach Brown sembra sempre più sinistramente realistico): come già visto McDaniels è migliorato molto ai liberi toccando ormai percentuali eccellenti ed ha migliorato il proprio rilascio, ora più veloce, ma il 30% scarso al tiro da tre rimane ben sotto alle medie ormai richieste ad un’ala piccola in NBA, con tiri che risultano con un arco eccessivamente alto e pochissima elevazione, aspetto curioso considerando le doti del giocatore, ma che si può spiegare col cattivo posizionamento dei piedi che spesso ha al momento delle conclusioni. Anche in isolamento e nella creazione dell’attacco per sé e per i compagni mostra alcuni limiti dettati da un trattamento di palla da migliorare e da delle letture spesso dubbie delle situazioni presenti sul campo, come dicono anche le 2.3 palle perse a fronte di soli 1.6 assist a partita. Da migliorare la scelta dei tiri, troppo spesso jumper contestati e senza ritmo. Difensivamente può ancora perfezionarsi a livello di posizione e costanza: a volte risulta distratto, rischiando di uscire mentalmente dalla partita e deve ancora migliorare nella lettura delle situazioni, problema che abbiamo già visto in attacco. Un altro aspetto che lo tiene fuori dai primissimi nomi è quello di uscire dal college a 21 anni e dopo il suo anno da junior, mostrando anche a livello anagrafico meno possibilità di miglioramenti rispetto ai giovanissimi Vonleh, Wiggins etc., ma 21 anni vogliono ovviamente dire ancora moltissimo tempo e come visto il ragazzo ha buoni margini di miglioramento specialmente offensivamente e la sua crescita negli ultimi due anni dopo un anno da freshman poco quotato lasciano ben sperare.

Proiettato quasi ovunque tra la ventesima e la trentesima chiamata del prossimo Draft K.J. McDaniels dovrebbe finire in una buona/ottima squadra il che, paradossalmente, potrebbe aiutarlo, rendendolo parte integrante di un ingranaggio già ben oliato al quale potrebbe subito dare una mano grazie alle proprie doti in difesa e a rimbalzo, oltre ovviamente a qualche punto, senza avere tuttavia il peso di dover guidare una squadra, il che potrebbe mettere subito in mostra i suoi attuali limiti. K.J. è un eccellente atleta fatto su misura dal sarto per l’NBA odierna e, con qualche passo in avanti in attacco, potrebbe nel giro di pochi anni rivelarsi la steal of the Draft di quest’anno, qualora dovesse effettivamente essere scelto dopo la ventesima chiamata. Il paragone con Leonard non è assurdo e se McDaniels dimostrerà la stessa tenacia nel migliorarsi mostrata da Kawhi unita alla medesima forza mentale allora tra una manciata di anni non parleremo verosimilmente di un MVP delle Finals (ma da quel punto di vista Kawhi, senza nulla togliere ai suoi incredibili risultati, è finito nel contesto perfetto), ma sicuramente ci ritroveremo di fronte ad un astro nascente del panorama NBA.

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