Sam Presti era il general manager della franchigia quando ancora questa si chiamava SuperSonics e la sede era a Seattle. Ora sono passati sette anni da quel giugno 2007 quando l’ex dirigente dei San Antonio Spurs ha assunto l’incarico di GM dei futuri Thunder, che avrebbero preso il nuovo nome un anno più tardi con l’annesso trasloco ad Oklahoma City.
Presti ha selezionato nel Draft 2007 Kevin Durant con la chiamata numero 2 assoluta, in quello del 2008 ha scelto alla 4 Russell Westbrook e alla 24 un congolese sconosciuto che giocava in Spagna, tale Serge Ibaka. Da questi tre giovani prospetti, di cui non da tutti era prevista un’esplosione così potente in termine di crescita cestistica, è partita la ricostruzione di una squadra giovane che pian piano si è guadagnata il ruolo di contender negli ultimi anni e che in questa stagione ha visto premiato il suo leader carismatico, KD35, col titolo di MVP della regular season.
Una ricostruzione mirata, graduale ma anche fortunata, come ammesso dallo stesso Presti in un’intervista concessa a Gary Washburn del Boston Globe.
Sono il primo a dire che abbiamo avuto un componente fondamentale come la fortuna nel nostro processo di ricostruzione. Nessuno nell’organizzazione ha merito per lo sviluppo esponenziale avuto da Kevin Durant o da Russell Westbrook, solo per citarne alcuni. Il nostro obiettivo era quello di costruire una squadra in grado di poter essere competitiva per diversi anni, partendo da scelte oculate al draft per poi formare un gruppo con una sua identità ben definita per un certo periodo. Il tutto è stato possibile grazie alla forte interazione tra tutte le diverse parti dell’organizzazione ed in futuro vogliamo rendere ancora più efficiente il nostro progetto.