Categorie: Editoriali NBA

Analisi del Draft 2014 (Picks 1-10)

Mesi e mesi di attesa, di supposizioni, di quotazioni che salgono e scendono, di squadre che smantellano tutto solo in prospettiva della scorsa notte, per poi magari essere beffati dalle palline della Lotteria. Ma comunque sia, l’attesissimo NBA Draft 2014 ha avuto luogo quando in Italia era la notte tra giovedì 26 e venerdì 27 giugno, e come ogni annata ricchissima di talento ha scombinato molte previsioni e mandato velocemente a buone donne quasi tutti i mock draft del pianeta. Non è dato sapere già chi uscirà vincitore e chi sconfitto da queste scelte, ma proviamo a farci un’idea del possibile impatto dei vari giocatori nelle squadre che han deciso di puntare su di loro. Perché se finora si tratta solo di supposizioni, una sola cosa è certa: sarà un Draft destinato a incidere fortemente sugli equilibri futuri della Lega, forse addirittura a cambiarne anche la geografia.

1. CLEVELAND CAVALIERS

With the 1st pick in the 2014 NBA Draft the Cleveland Cavaliers select… Andrew Wiggins, from Kansas University!

Alla fine ce l’ha fatta. Colui che era indicato come certa prima scelta assoluta del suo anno fin dai primi spettacolari numeri a livello liceale nella cugina buona d’America sembrava poter perdere il trono vista la suddetta abbondanza di talento e un compagno di squadra al college venuto dal nulla ma di discreta prospettiva futura. E invece il destino o chi per lui ha pensato bene di far rompere il piede a quel compagno scombinando i piani dei Cavaliers e regalandogli la prima stretta di mano da commissioner di Adam Silver. Che sia stato uno scherzo del destino stesso o una manna lo dirà solo il tempo, intanto Cleveland, dopo l’azzardo finora discutibile di Anthony Bennett la passata stagione, ha deciso di non rischiare più nulla chiamando il secondo canadese consecutivo alla 1, e soprattutto un giocatore di impatto ben più sicuro del suo predecessore. L’impressione è che con Embiid più o meno fuorigioco fosse la chiamata da fare, nonostante un’annata a Kansas buona ma non grandiosa e la sensazione che debba ancora crescere parecchio per spostare gli equilibri come tutti si aspettano che prima o poi faccia; ma a Cleveland troverà un maestro del gioco come Blatt, con cui potrà imparare tantissimo, e giocare in una squadra potenzialmente già competitiva per i playoff a Est, che non è poco. L’altro lato della medaglia sarà il suo inserimento in un team che comunque era già costruito per fare almeno i playoff e che dispone di qualche prima donna: in particolare da testare la sua convivenza con l’uomo franchigia precedentemente designato Kyrie Irving (la quale comunque non sembra impossibile, anzi) e con un eventuale free agent che aggiungeranno i Cavs in estate visto il loro ampio spazio (difficile possa tornare Luol Deng proprio per non coprire la prima scelta). In definitiva, avrà certamente spazio, ma l’impressione è che non avrà subito un impatto devastante fin dal primo giorno; ma anche che sia solo questione di tempo…

2. MILWAUKEE BUCKS

With the 2nd pick in the 2014 NBA Draft the Milwaukee Bucks select… Jabari Parker, from Duke University!

Jabari Parker tesissimo per l’incontro con Sua Maestà della Lega Adam Silver

Forse la seconda scelta più scontata da quando i compianti SuperSonics, perso il centrone che avrebbe dovuto dominare la Lega nei 10 anni successivi, andarono dritti sullo smilzo da Texas di nome Kevin Durant. Il buon Jabari probabilmente ci metterebbe la firma perché la storia si ripetesse (magari non per quanto riguarda la 1, povero Wiggins), e non è detto che ciò non accada, perché questi Bucks non sono poi così differenti da quei Sonics: una squadra cioè in totale rifondazione, paladina del tanking selvaggio per un anno, decisa a mettere le mani proprio su un giocatore come lui per farne da subito il fulcro della squadra. Parso più pronto già al college rispetto all’amico-rivale andato alla prima, anche per il contesto tecnico citato l’impressione è che possa avere subito un impatto importante nella Lega e che, sbilanciandosi, possa partire favorito nella corsa al premio di rookie dell’anno (vincerlo effettivamente, poi, è ovviamente un altro discorso): avrà minuti, spazio, tiri, insomma carta bianca, e il talento per far bene non è mai mancato. E’ anche finito dove voleva (sembrava non gradire Cleveland e preferire Milwaukee in questa sfida tra titani tra città di enorme richiamo), anche se probabilmente, impatto personale o meno, dovrà abituarsi a non vincerne tante per qualche tempo; ma la ricostruzione in Wisconsin è decisamente iniziata.

3.PHILADELPHIA 76ERS

With the 3rd pick in the 2014 NBA Draft the Philadelphia 76ers select… Joel Embiid, from Kansas University!

L’incontenibile emozione e gioia di Joel Embiid nel sapere di essere stato scelto dai Sixers

Alcuni lo davano in caduta libera dopo lo sfortunato infortunio della scorsa settimana che lo terrà lontano dal parquet per 5-6 mesi, e soprattutto i dubbi sulla sua reale tenuta fisica, visti i poco edificanti precedenti proprio nel suo ruolo. Poi è arrivata Philadelphia, ha visto un centrone lungodegente e non ha proprio resistito, in quella che ormai pare più una mania che un progetto strutturale. Scherzi a parte, la franchigia forse più criptica nelle intenzioni dell’intera Lega si porta a casa quello che può potenzialmente essere il vero crack di questo Draft, con buona pace anche di chi l’ha preceduto; lasciarselo sfuggire avrebbe potuto dare qualche rimpianto tra alcuni anni, ma Phila è la squadra che forse ha tankato più esplicitamente, mettendo in campo senza alcuna vergogna muratori vari con un paio di giovani di prospettiva in attesa di questo giorno, e alla fine punta su un altra mezza incognita, fisica prima che tecnica, peraltro avendo un rientrante Nerlens Noel in rampa di lancio nello stesso ruolo. Volevano Wiggins ad ogni costo, una volta perso hanno puntato su quello potenzialmente migliore disponibile e in quel modo non si sbaglia mai (facile giudicare a posteriori se va male), ma con l’accoppiata Embiid-Saric (altro grandissimo talento che però non calcherà i parquet NBA almeno per altri 2 anni) si prospettano ancora anni amari nella città dell’amore fraterno. Se tutto si incastra come ha in mente Hinkie e il progetto a lungo termine va a buon fine, questi hanno la squadra per dominare per anni, ma ci sono parecchie incognite, e la questione non indifferente del binomio Noel-Embiid, difficilmente conciliabili. Ancora cantiere apertissimo insomma, e giudizio sospeso in attesa del rientro e delle condizioni fisiche del camerunense.

4. ORLANDO MAGIC

With the 4th pick in the 2014 NBA Draft the Orlando Magic select… Aaron Gordon, from Arizona University!

Dopo la sacra triade, alla fine rimasta tale anche a fronte dell’ormai citassimo infortunio al piede di Embiid, ecco arrivare la prima sorpresa già a ridosso del podio. La chiamata di Exum da parte dei Magic sembrava scontata quasi quanto quella di Parker da parte dei Bucks, e invece Orlando decide di puntare sul ragazzo più giovane del lotto, ottimo difensore, attaccante così così, margini di miglioramento notevoli e ruolo, come spesso accade con i prospetti di quest’annata, abbastanza indefinibile. Gira voce che abbia fatto benissimo e impressionato positivamente ad ogni workout a cui abbia preso parte, e non c’è dubbio che sarà un buonissimo giocatore NBA, potenzialmente dominante nella propria metà campo, ma l’impressione è che con la 4 si potesse pescare meglio: i Magic han bisogno più o meno di tutto e spazio ne avrà comunque, ma sembrava molto più urgente arrivare a un play anche per liberarsi di un Jameer Nelson ormai ampiamente fuori dal progetto. Probabile che dopo l’affare Fournier i Magic si muovano ancora sul mercato, intanto si portano a casa una buona ala che va a rinfoltire ulteriormente un settore pieno di giovani di (più o meno) belle speranze, il quale difficilmente darò un grosso contributo immediato. Perlomeno, comunque, in Florida il fratello di Drew potrà crescere con calma, senza fretta o pressioni, e chissà che alla fine non abbiano ragione i Magic.

Exum magari non entusiasta della destinazione, ma almeno ha studiato la geografia e non si dice felice di giocare nella grande città di Utah

5. UTAH JAZZ

With the 5th pick in the 2014 NBA Draft the Utah Jazz select… Dante Exum, from Australia!

Eccolo qua il primo parziale deluso del Draft (oddio, buttala via la 5 in quest’annata), che sembrava poter auspicabilmente finire a Philly a rimpiazzare addirittura il rookie of the year Michael Carter-Williams e che invece potrebbe farlo con un altro che aspirava al trofeo dell’ex Syracuse, Trey Burke. Anche in questo caso, come per Embiid, i Jazz decidono di andare sul sicuro e chiamare il miglior talento ancora disponibile; stona però in parte con le esigenze della squadra, che già l’anno scorso aveva preso un play come l’ex Michigan, dalle caratteristiche molto diverse beninteso, ma che malaccio non aveva fatto e su cui i Jazz sembravano puntare. La prima impressione è che l’idea sia provare a farli convivere in un back court di grandissimo talento e capacità di costruire gioco e trattare il pallone, vedremo poi se l’esperimento riuscirà o se i Jazz dovranno usarne uno come pedina di scambio. Anche lui comunque non dovrebbe avere grosse pressioni inizialmente in una squadra che, ancora una volta, difficilmente allo stato attuale può aspirare ai playoff nella Western, e avrà dunque tempo per prendere le misure e adattarsi al gioco d’oltreoceano, e anche al clima e alla frizzante vivibilità di Salt Lake City, lontana non solo geograficamente dalla sua Melbourne.

6. BOSTON CELTICS

With the 6th pick in the 2014 NBA Draft the Boston Celtics select… Marcus Smart, from Oklahoma State University!

Embiid-Noel, Exum-Burke, già al momento della scelta dei Celtics le franchigie avevano dato prova di puntare più sul talento che sulla funzionalità all’interno della propria squadra del giocatore prescelto. Ainge però esagera, chiamando un giocatore esattamente nel ruolo del proprio uomo franchigia più o meno designato (fino a ieri, almeno) e dichiarando in sostanza che Rajon Rondo è sul mercato. Anche qui, una scelta che in parte ha sorpreso, per quanto si sapesse che i Celtics stessero cercando di liberarsi del play da Kentucky e dei suoi 13 milioni stagionali per rifondare completamente sulle nuove leve: la richiesta prediletta infatti erano altre scelte al Draft stesso, andata però a vuoto. Il ruolo di Smart in squadra e nella Lega in generale resta quindi legato a doppio filo alla presenza o meno di Rondo e al suo stesso ruolo, perché se Burke e Exum potrebbero potenzialmente convivere, pare molto più complicato che uno tra Smart e Rondo slitti al ruolo di guardia, visto che uno in grado di segnare da fuori, magari, potrebbe essere utile averlo. Ennesimo cantiere aperto tra le squadre in tanking dunque: se Rondo parte, Smart avrà da subito le chiavi della squadra in mano, altrimenti potrà imparare qualcosa dall’affermato collega come sua alternativa, ma il suo impatto sarebbe inevitabilmente più limitato.

7. LOS ANGELES LAKERS

With the 7th pick in the 2014 NBA Draft the Los Angeles Lakers select… Julius Randle, from Kentucky University!

Randle dimostra subito la timidezza tipica dei giocatori di Calipari

Tanta attesa a L.A. per il primo, e anche un po’ malinconico, Draft con scelta pregiata da un bel po’ di anni a questa parte, ma anche un certo timore per l’operato del duo Kupchak-Buss, non sempre graditissimo alla tifoseria gialloviola. Questa volta invece poco da imputare ai due dirigenti, che scelgono un giocatore giovane ma apparentemente già in grado di dare una mano tangibile a una squadra che, con il rientro di Kobe Bryant e la sua competitività appena accennata, vuole tornare da subito a dire la sua anche nella complicata Western. Fino a poco tempo fa Randle era dato nelle primissime posizioni, addirittura in zona podio, e alla 7 pare quindi un’ottima presa per i Lakers, nonostante qualche dubbio sul fatto che possa convivere o eventualmente sostituire Pau Gasol (il quale, tra l’altro, pare possa tornare se non chiederà uno sproposito). L’estate dei Lakers è appena iniziata, con il loro ampio spazio salariale e la ricerca di un allenatore che ormai va avanti da un po’ troppo tempo, ma l’impressione è che il primo movimento sia nella direzione giusta.

8. SACRAMENTO KINGS

With the 8th pick in the 2014 NBA Draft the Sacramento Kings select… Nik Stauskas, from Michigan University!

Sacramento piglia l’ennesimo talento offensivo tra gli esterni dalla fase difensiva, diciamo così, rivedibile, in grado comunque di dare un buon contributo fin da subito. Più complicato però che possa farlo in California, dove ormai vige l’anarchia e il gusto per gli accentratori seriali, e per un tiratore non è esattamente un contesto idilliaco. L’impressione rimane che Stauskas sia un buonissimo giocatore, ma che farà fatica a farsi spazio in un contesto del genere, attorniato dai vari Thomas, Gay, Cousins, McLemore, tutti giocatori che prima guardano il canestro e poi in caso il tiratore, ma solo per dirgli che il suo tiro l’han preso loro con 3 uomini addosso, e va be, capita. Forse, con Thomas in scadenza e il solo McCallum, sarebbe stato più indicato un play puro, ma anche qui vige la regola “prendiamo il migliore e poi vediamo che succede”: difficile insomma che Stauskas trovi subito spazio e responsabilità alle condizioni attuali e potrebbe aleggiare addirittura un rischio-Fredette, per quanto Nik sembri essere giocatore molto migliore, e se dovesse avere la possibilità non tarderà a dimostrarlo.

9. CHARLOTTE HORNETS

With the 9th pick in the 2014 NBA Draft the Charlotte Hornets… Yes, the Charlotte Hornets… select… Noah Vonleh, from Indiana University!

Gli Charlotte Hornets sono tornati. E portano il papillon

Eh sì, gli Charlotte Hornets tornano a chiamare, come giustamente sottolineato da Silver. Ma l’anima Bobcats non si dimentica, ed ecco allora l’ennesimo progetto a lungo termine, quel Noah Vonleh già buon giocatore ma ancora piuttosto acerbo in molti aspetti del gioco. Talento indiscutibile, tanto da essere considerato almeno 3-4 posizioni più su in ogni Mock Draft, non sembra prontissimo per l’NBA e gli ex Bobcats, appena tornati ai playoff per la seconda volta nella loro storia, dovranno in caso andare a caccia anche della prima vittoria in post season più o meno con le forze attuali, perché è difficile che la loro prima scelta possa dare subito un grosso contributo. L’impressione qui è che avrà un minutaggio paragonabile alla pick della passata stagione, Cody Zeller, ma potrà imparare tanto da un ottimo giocatore nel suo ruolo come Al Jefferson; peraltro, vista propria la scelta di Zeller un anno fa, forse si poteva puntare a qualcos’altro (un tiratore magari che servirebbe come il pane, e se Stauskas non fosse stato soffiato una posizione prima magari ci si poteva pensare seriamente), ma probabilmente vale il discorso Embiid-Exum: già è arrivato qui, se lo passo e questo diventa un fenomeno me ne pento a vita.

10. PHILADELPHIA 76ERS (ceduta a Orlando per la scelta n. 12)

With the 10th pick in the 2014 NBA Draft the Philadelphia 76ers select… Elfrid Payton, from Louisiana-Lafayette University!

Un giocatore pronto uso in quel di Philly proprio non va giù, e quindi via a mandare Payton a Orlando per la scelta numero 12, convertita in Dario Saric, che per l’appunto rimarrà altri 2 anni in Europa con l’Efes con cui ha appena firmato. I Magic invece alla fine prendono il play precedentemente auspicato: non sarà Exum, considerato il migliore in un ruolo peraltro molto ben coperto a questo Draft, ma il buon Elfrid ha parecchi estimatori in giro per la Lega e per tutto il periodo antecedente il Draft è stato in ascesa continua di consensi e possibilità di scelta, finendo per alzarsi tra i primi dieci. Proveniente da un college non di primissima fascia e a lungo addirittura poco conosciuto anche da molti scout, il suo impatto potrebbe alla fine risultare notevole, visto che comunque dovrebbe avere subito il posto di titolare e pare anche più pronto di Gordon a giocare minuti di qualità. Unica incognita, il tiro da fuori non affidabilissimo, che potrebbe essere un problema soprattuto se si pensa che anche Oladipo non è certo una sentenza; ma margini di miglioramento ci sono, e tempo per crescere con calma in Florida in questo periodo abbonda.

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Pubblicato da
Giacomo Sordo

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