Categorie: Editoriali NBA

Analisi del Draft 2014 : Picks ( 21-30 )

21. OKLAHOMA CITY THUNDER

With the 21th pick in the 2014 NBA Draft the Oklahoma City Thunder select… Mitch McGary, from Michigan University!

 

L’espressione dice tutto della sua passione per l’erba

Se i Raptors non avessero scelto il ragazzino brasiliano forse parleremmo di questa come la scelta più sorprendente. Sia chiaro, McGary non è uno sconosciuto, tutt’altro, prima di entrare a Michigan veniva considerato un prospetto come pochi altri, il miglior lungo della recruiting class del 2012 ma, vuoi piccoli infortuni, vuoi un talento con non troppi margini di miglioramento, vuoi le luci della ribalta per compagni più quotati ( Burke, Hardaway Jr., Robinson III e Stauskas ), aveva iniziato a farsi largo come un giocatore da secondo giro al draft, dove veniva relegato da molti addetti ai lavori. Le vie del Draft sono infinite ed ora il buon Mitch andrà a rimpinguare la situazione sotto canestro di una squadra che ha bisogno come il pane di un 4/5 di possibile sviluppo, soprattutto in virtù del fatto che potrebbero tagliare Perkins ed il suo oneroso contratto durante quest’estate. Ah, McGary era indeciso circa il dichiararsi eleggibile in questo Draft ma essendo stato trovato positivo alla marijuana ed andando incontro ad una sanzione di 6 mesi di stop da parte dell’NCAA, ha optato per l’ingresso in questo Draft: sarà felice di poter giocare in una contender o magari avrebbe preferito il più freddo e meno proibizionista Colorado?

 

22. MEMPHIS GRIZZLIES

With the 22th pick in the 2014 NBA Draft the Memphis Grizzlies select… Jordan Adams, from UCLA!

 

Adams molto probabilmente andrà ad ampliare le fortune di una panchina che spesso è stata il tallone di achille di una frachigia ottima sì nella metà campo difensiva ma che sposso ha pagato dazio in termini offensivi. Guardia tiratrice, non si risparmia mai nemmeno in difesa, dove, pur non essendo un difensore eccellente, gioca con aggressività, spesso riuscendo a rubare palla ( suo il record di recuperi in una singola stagione a UCLA ). Proprio i suoi istinti difensivi ben si integreranno in un contesto come quello dei Grizzlies dove, partendo dalla panchina, o anche titolare al posto di Lee, saprà portare qualche punto dalla panchina senza per questo incidere negativamente in un contesto di difesa di squadra dove a mio parare riuscirà ad incastonarsi benissimo. Tutto sommato una buona scelta, mirata, da parte dei Grizzlies, che avendo a disposizione quest’unica chiamata all’interno del Draft hanno puntato su un giocatore in grado di amalgamarsi negli equilibri di squadra piuttosto che un talento di cui verificare la crescita nel tempo.

23. UTAH JAZZ

With the 22th pick in the 2014 Draft the Utah Jazz select… Rodney Hood, from Duke University!

 

Altra clamorosa sorpresa alla ventiduesima chiamata, dove, al pari di Harris e delle trentesima chiamata, di cui parleremo dopo, troviamo un giocatore in odore di lottery scaraventato dalla sorte e dalle dinamiche del Draft in una posizione che non gli è di certo consona. Fino a pochi giorni prima del Draft, infatti, in molti pensavano che Hood sarebbe andato ad implementare il roster di un team disperatamente bisognoso di un realizzatore, pronto a chiamarlo tra la decima e la quindicesima scelta: così non è andata, per il rammarico di Hood, che entra in NBA con un contratto meno oneroso ma con molta meno pressione addosso, e, sopratutto, per la gioia degli Jazz che, a questo punto, dopo la scelta di Exum con la quinta chiamata, sembrano aver realizzato un Draft davvero ottimo. Gli Utah Jazz diventano ora una squadra giovane e decisamente di prospettiva: è possibile che nel giro di un paio d’anni, a Salt Lake City, si possa tornare ai fasti dei 90s? Possibile. Una coppia di lunghi dal buon potenziale come Kanter e Favors, a cui va ad integrarsi un backcourt che risponde ai nomi di Dante Exum e Trey Burke, e ora due realizzatori di discreto livello come Hood e Hayward ( se rimane nello Utah ). Utah necessitava di un‘ala, agile e dotata di un minimo di atletismo, in grado di fare punti sin dal suo ingresso in NBA e penso che nemmeno nei loro sogni più reconditi pensassero di poter scegliere un giocatore come Hood a questo punto del Draft. Dal canto suo Hood va ad inserirsi in un roster giovane in cui sembra che nessuno voglia recitare il ruolo di prima donna e, probabilmente, avrà a disposizione un quantitativo di minuti tale da poter dimostrare il proprio talento già nel suo anno da rookie, prendendosi magari qualche rivincita personale dopo la debacle al torneo NCAA di Duke contro Mercer, successivamente alla quale ha visto molti indici indirizzati nei suoi confronti.

 

 

 

24. CHARLOTTE HORNETS ( ceduta a MIAMI per la scelta n. 26 )

With the 24th pick in the 2014 NBA Draft the Charlotte Hornets select… Shabazz Napier, from University of Connecticut!

 

Shabazz! Shabazz! Shabazz! Ogni appassionato di College basketball avrà di sicuro sentito un fremito quando è stato chiamato Napier con la numero 24. Due volte campione NCAA: lo scorso anno da protagonista assoluto mentre nel 2011 alle spalle di quel Kemba Walker con cui si sarebbe riunito se davvero la scelta, come sembrava in un primo momento, fosse stata degli Hornets. Le vie del Draft

Silver e Napier, campione NCAA con Connecticut

sono infinite e se davvero in molti, soprattutto nel Connecticut, speravano di poter vedere nuovamente assieme, in un contesto NBA, il nostro Shabazz e Kemba Walker, c’era una persona che sperava da tempo di vederlo nel proprio team: parliamo di King LeBron che, a margine della vittoria del titolo NCAA degli Huskies su Kentucky, notificò tramite Twitter il proprio apprezzamento per Napier, definendolo il migliore play di questa Draft Class. A questo punto sembra che la scelta degli Heat sia stata una sorta di invito a restare per LeBron, il quale di sicuro apprezzerà il gesto in termini di valore morale, ma, come molti, non sottovaluterà gli aspetti più prettamente tecnici di questa scelta: Napier non è dotato di grandi mezzi fisici ma è un playmaker capace di fare canestro dalla lunga ed in penetrazione, oltre che un buon organizzatore della manovra offensiva, inoltre ha dimostrato durante tutta la sua carriera NCAA, di avere un cuore eccezionale di essere disposto e capace di gettarlo costantemente oltre l’ostacolo. A tutto ciò va aggiunta la considerazione che il fattore che ha inciso maggiormente, in negativo, durante le Finals per gli Heat, è stata la povertà di gioco e punti offerta dai due play della squadra, Cole e Chalmers, i quali, dopo i titoli conquistati sono apparsi due brutte copie dei giocatori ammirati le precedenti stagioni e, considerando anche la free agency di Chalmers, la scelta di Napier sembra quanto mai azzeccata e contingente alle esigenze di una squadra che in cabina di regia necessitava sicuramente di rinnovarsi. Ah, Miami questi due titoli li ha vinti con Chalmers, anch’esso protagonista di un titolo NCAA e dovendo molto a Ray Allen, ex UConn: che il destino abbia designato Napier come lo scudiero di LeBron in nuove e vincenti corse al titolo?

 

 

25. HOUSTON ROCKETS

With the 25th pick in the 2014 NBA Draft the Houston Rockets select… Clint Capela, from Geneva, Switzerland!

 

Hanno Dwight Howard e Omer Asik ( anche se ormai prossimo allo scambio con i Pelicans ) e puntano un’altro centro? Il giochino in realtà è presto detto, con la partenza di Asik è possibile che Houston decida di tenere Capela e farlo crescere all’ombra di Superman, è ulteriormente possibile che oltre alla posizione di centro decidano anche di impiegarlo nella posizione di ala forte, ma la scelta di Capela sembra essere dettata anche da altre dinamiche ( così come, anche, l’aver acquisito i diritti su Gentile ): non è un mistero che i Rockets, dopo aver allestito un team competitivo per puntare al titolo, vogliano arrivare in questa free agency ad un altra superstar ad affiancare ad Harden e Howard, magari Melo e LeBron, e per far questo necessitano di spazio salariale. Ecco così spiegata la scelta del centrone svizzero: essendo molto giovane e forse acerbo per l’NBA, ci sono probabilità che Capela possa continuare nel proprio sviluppo un paio d’anni in Europa prima del grande salto, così da non intaccare il salary cap della franchigia texana ( come è altamente probabile che Gentile rimanga a migliorarsi in Europa ); un’altra ipotesi da non sottovalutare, sempre in ottica di un non appesantimento della questione salariale, è che Capela venga ceduto nei prossimi giorni in cambio di qualche scelta futura o altri asset che non costino nulla ai Rockets in termini di monte ingaggi per questa stagione.

 

 

26. MIAMI HEAT ( ceduta a CHARLOTTE per la scelta n. 24 )

With the 26th pick in the 2014 NBA Draft the Miami Heat select… P.J. Hairston, from the Texas Legends of the NBDL!

 

A parere del sottoscritto vi erano sicuramente giocatori migliori di Hairston da poter prendere alla numero 26 però, davvero pochi che assicurassero, a chi scegliesse a questo punto, punti dalla panchina con una certa costanza da fuori area. La scelta di Miami, girata in trade a Charlotte, permette agli Hornets di avere un giocatore in grado di fornire triple continuative ad una squadra che nella particolare statistica è una delle peggiori in NBA. Prima dell’approdo in NBDL, dovuto alla sospensione comminatagli in ambito NCAA, è risultato essere uno dei migliori tiratori da 3 punti nella storia di UNC ( e a North Carolina, come sappiamo, son passati fior di giocatori ) oltre che più generalmente un buon attaccante, e nei pochi mesi passati tra le fila dei Texas Legends nella lega di sviluppo della NBA questa nomea non è andata certo scemando. Buon attaccante, completerà perfettamente il roster dei rinnovati Hornets, i quali, avendo preso Vonleh con la chiamata numero 9 e Semaj Christon ( ottimo play per fare da riserva a Walker ) hanno coperto 3 ruoli su 5 tramite Draft, acquisendo una giovane promessa da affiancare alla star Jefferson, un possibile ottimo scorer dalla panchina e un play di riserva che potrebbe riservare non poche sorprese, delineandosi come uno dei team ad aver effettuato un Draft molto intelligente e davvero positivo nella valutazione complessiva. Hairston entra nella storia come primo giocatore ad essere scelto dalla NBDL al primo giro del Draft.

 

 

27. PHOENIX SUNS

With the 27th pick in the 2014 NBA Draft the Phoenix Suns select… Bogdan Bogdanovic, from Belgrade, Serbia!

 

Bel colpo alla 27 per i Suns che, fedeli alle due scelte antecedenti ( T.J. Warren ed Ennis ), più che sul completamento di ruoli nel roster puntano sulla qualità del giocatore. Bogdanovic per noi europei non è certo una scoperta, risulta comunque essere, in una NBA ormai

Il talento serbo visibilmente emozionato

internazionalizzata e tuttavia ancora un pò scettica nei confronti dei non americani, una scommessa che nel lungo termina pagherà i suoi dividendi: guardia con possibilità di essere spostato occasionalmente in ala piccola o anche da play, Bogdanovic è un talento unico che in Europa, almeno recentemente, a parere del sottoscritto ha trovato pochi paragoni; forse il più “bel” giocatore europeo degli ultimi anni, il serbo ormai ex Partizan assicura punti e visione di gioco. Intensità, punti ed assist sono i suoi punti di forza, e ben si integrerà con l’altra stella europea dei Suns Dragic e con il giovane ma già pronto per l’NBA Ennis. A questo punto sorgono dubbi nella permanenza a Phoenix di Bledsoe: i Suns hanno adesso nel pacchetto arretrato un quantitativo di talento con pochi simile nel contesto NBA e, viste le prestazioni di Dragic e l’arrivo di Ennis e Bogdanovic, è possibile che Phoenix decida di imbastire una trade che coinvolga Bledsoe per arrivare ad un lungo affidabile che sappia fare da schermo alle giocate di una squadra giovane e piena di talento che hà già ampiamente dimostrato di essere una contender per i playoff a Ovest e, chissà, con lo sviluppo di questi giovani talenti, di poter diventare qualcosa di più. Il mercato estivo sarà in fermento e vi invitiamo nuovamente a seguirlo con noi di Nbareligion.com

 

 

28. LOS ANGELES CLIPPERS

With the 28th pick in the 2014 NBA Draft the Los Angeles Clippers select… Cj Wilcox, from Washington University!

 

A mio parere una strana scelta da parte dei Clippers che data la penuria di scelte avrebbero potuto orientarsi su un lungo capace di poter dare il cambio a Griffin e Jordan, senza inceppare di molto gli equilibri di squadra durante i minuti giocati. Invece i Clips hanno optato per un tiratore, purissimo, e poco altro: guardia non dotata di buone abilità di playmaking, Wilcox sembra essere un giocatore abbastanza monodimensionale, in grado di segnare con tranquillità da tutte le posizioni e distanze, ma carente in fase difensiva e con un Q.I. cestistico al di sotto della media di un Senior uscito dal college. La scelta di un giocatore del genere, che nelle ipotesi più rosee potrebbe diventare un cambio in grado di generare molti punti dalla panchina, sembra essere dettata o dalla voglia di ampliare una panchina che l’anno scorso ha dato problemi in termini realizzativi o dalla volontà di disfarsi di Jamal Crawford, liberando spazio salariale per poter puntare qualche free agency di livello in questa o nella prossima estate. Wilcox non sembra poter sostituire con la stessa qualità Crawford, ma è possibile che possa diventare un buon cambio, implementando ulteriormente le sue skilss offensive, giovandosi del fatto che, giocando vicino a CP3, le sue difficoltà nel trattamento palla e nella gestione dell’attacco verrebbero nascoste dal fatto di non dover quasi mai occuparsi della questione playmaking.

 

 

29. OKLAHOMA CITY THUNDER

With the 29th pick in the 2014 NBA Draft the Oklahoma City Thunder select… Josh Huestis, from Stanford University!

 

L’ala piccola/grande, prodotto di Stanford, è anche lui una piccola sorpresa di questo Draft, essendo stato pronosticato da quasi tutti gli addetti come papabile per il secondo giro, e nemmeno tra le prime chiamate di questo. Davvero povero come attaccante, forse il meno abile in fase offensiva di tutto il Draft ( secondo giro compreso ), fa della difesa la sua arma principale, e qui, diversamente che in attacco, eccelle davvero; uno dei migliori difensori dell’intero Draft, in grado di giocare, grazie alla tecnica difensiva e alla tenacia che mette in ogni minuto speso sul parquet, su corpi molto più sviluppati del suo, sembra essere una scelta davvero oculata da parte dei Thunder. Okc ha già in rosa un difensore eccellente, tra i migliori della lega, ossia Sefolosha, ma la scarsa attitudine offensiva dello svizzero e le luci della ribalta conquistate da Reggie Jackson potrebbero aver generato alcune considerazione nel g.m. Presti, ossia: prendiamo un difensore che potenzialmente, anche se sarà molto difficile, può arrivare ai livelli di Sefolosha, così facendo diamo definitivamente fiducia nel quintetto titolare a Reggie Jackson; a questo punto potremmo dar via Sefolosha, che fa gola a molti, per poter arricchire la panchina di qualche elemento che possa aiutare anche offensivamente Durant e Westbrook o, con un asset più importante, cercare un lungo affidabile che rimpiazzi Perkins, il cui contratto inizia ormai a pesarci sul salary cap. Entrare nella testa di Presti è davvero difficile, ma ha sempre dimostrato di scegliere bene in sede di Draft.

 

 

30. SAN ANTONIO SPURS

With the 30th pick in the 2014 Draft the San Antonio Spurs select… Kyle Anderson, from UCLA!

 

Premessa: noi di Nbareligion.com siamo soliti essere oggettivi e cerchiamo di esseri distanti emotivamente da quello di cui parliamo,

Il talento di UCLA in azione

ma nel caso specifico di Kyle Anderson mi vedo costretto a fare outing e dichiarare il mio amore nei confronti di questo giocatore, di una bellezza come pochi nella storia dell’NCAA. Parliamo di un playmaker nel corpo di un’ala piccola ( 2.06 ) che attraversa con semplicità le posizioni 1,2 e 3. Istruito dal padre sin dalla più tenera età a giocare da playmaker, Kyle è cresciuto sempre più, non perdendo per questo la visione di gioco ed il talento nello sfornare assist che aveva sin da bambino; arrivato a UCLA hanno provato a spostarlo, viste le caratteristiche fisiche, nella posizione di ala piccola, ma dopo un breve periodo, comprendendo definitivamente la sua vocazione, lo hanno riportato in posizione di playmaking dove ha dato vita a partite eccelse entrando nella storia della Division I NCAA per una statistica davvero interessante: primo ad aver concluso una stagione con almeno 500 punti, 300 rimbalzi e 200 assist. Anderson in un primo momento era proiettato da molti mock draft come scelta a ridosso delle prime dieci, di lì le sue quotazioni sono andate sempre scemando, a causa di una velocità e di un atletismo inferiori agli standard NBA: sopperisce sì alle mancanze in termini fisico-atletici con l’intelligenza e rimane pur sempre anche un ottimo rimbalzista come playmaker, ma i dubbi circa la sua tenuta difensiva e mentale in situazioni di pressione con giocatori molto più rapidi di lui in ogni posizione hanno fatto cadere le sue quotazioni. A creare perplessità tuttavia è la scelta di molte franchigie che avrebbero potuto giovarsi della sua versatilità e del fatto che, essendo un classe 93, ha comunque soddisfacenti margini di miglioramento; a stupire ulteriormente il sottoscritto è l’autolesionismo di molti g.m. che piuttosto che scommettere su di lui hanno fatto in modo che ne approfittassero gli Spurs, noti sciacalli dei Draft e contesto perfetto per un giocatore così intelligente. In sostanza: bravi Houston, OKC e altri che avete fatto in modo che un giocatore del genere potesse finire nelle fila dei campioni in carica. Lo stile degli Spurs si sposa perfettamente con quello di Anderson per più motivi: 1. E’ vero che Anderson, visto lo scarso atletismo, non è un buon difensore sulla palla, però ha braccia lunghe e legge molto bene il gioco e in un contesto di difesa di squadra dirà la sua, 2. Dedito al lavoro e davvero intelligente, Coach Pop non potrà che apprezzarlo 3. Un playmaker nel corpo di un’ala con una visione michelangiolesca della pallacanestro? Mmm, ricorda proprio un certo francese di nome Boris Diaw che tanto ha fatto le fortune degli Spurs nelle ultime Finals, e cosa potrebbe chiedere di più un ragazzo dalle qualità di Anderson che andare a giocare in un contesto già competitivo dove troverà un Diaw ( se resta a San Antonio ) ormai adulto e maturo che potrebbe seguirne la crescita? Ai posteri l’ardua sentenza ma sembra davvero che anche quest’anno gli Spurs abbiano avuto la bravura ( e come sempre la fortuna ) della scelta giusta al momento giusto.

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Pubblicato da
Stefano Romani

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