Non è neanche finita la free agency del 2014, che Kevin Durant parla della sua futura esperienza da free agent, nel 2016, quando scadrà il suo contratto con gli Oklahoma City Thunder: KD 35 ha infatti rilasciato una lunga intervista nella quale ha messo subito in chiaro che la sua priorità sarà niente meno che…se stesso. Come apprendiamo da baskteballrealgm.com, Durant, a cui è è stato chiesto come si comporterà quando per la prima volta si troverà nel ruolo di free agent, ha risposto così:
“Farò quello che sarà meglio per me. Non è facile parlarne adesso, quando ho ancora due anni di contratto con i Thunder, ma quando sarà il momento, mi concentrerò solo ed esclusivamente sulla scelta da fare. Non prenderò la mia decisione seguendo esempi di altre persone.
Non si sa se e a chi sia rivolta l’ultima frecciatina: al momento Durant è concentrato solo sul presente, ma ci sono già in giro rumors che vedrebbero l’MVP firmare nel 2016 per i Washington Wizards, squadra della sua città natale, in una sorta di operazione “coming home”.
Su questo argomento si è così espresso
“Se ne è parlato, a dire il vero tutti me lo chiedono, ogni volta che sono su Instagram o su Twitter, anche tutti i miei amici me lo chiedono, quindi non mi comporterò come uno che cade dalle nuvole e non sa niente di questa storia. Ma per il momento, rispondo a tutti che ad oggi sono un giocatore dei Thunder. Amo stare qui. Nessuno sa cosa accadrà, non chiudo le porte a niente e nessuno, ma sto bene qui per ora, quindi non risponderò a questa domanda.“
Kevin Durant ha rinnovato il contratto con la franchigia di Oklahoma City nel lontano 2010, firmando per un’estensione di 5 stagioni: alla domanda sul perchè non abbia insistito nell’inserire una “player option” che lo avesse reso eventualmente free agent in tempi brevi, KD ha risposto:
“Ad essere sincero, non ne sapevo niente, avevo solo 21 anni. Ovviamente quando si firma un contratto si vuole il massimo per se stessi, vuoi avere le migliori opzioni per te, il massimo della flessibilità. Ma in quel momento ero talmente innamorato di Oklahoma City che ho pensato solo a dedicarmi alla franchigia, e a dimostrare quanto fossi totalmente coinvolto nel progetto”.
Niente al di fuori del politicamente corretto quindi, sul futuro di Durant: l’unica cosa che sappiamo per certo è che avremo un’altra decision che ci terrà incollati ai PC, e se in queste due stagioni dovesse arrivare il tanto agognato titolo, chissà che nel 2016 al Verizon Center di Washington non risuoni “I’m coming home” al momento dell’introduzione del quintetto…