Pat Riley è un generale che non conosce il significato delle parola “sconfitta” o di “arrendersi”, ad ogni situazione negativa ha sempre risposto con vigore e con intelligenza e non ultima è quella che ha visto i suoi Miami Heat allontanarsi dal condottiero piu’ acclamato dal popolo della South Florida: LeBron James. E proprio del rapporto tra i due, durante il periodo di free-agency, ha voluto calcare la mano il Sun Sentinel, cercando di capire come è stata gestita la situazione da parte del presidente esecutivo degli Heat:
“Ho fronteggiato la free-agency pensando che lui tornasse con noi” ha dichiarato Riley. “Ho venduto questa sensazione a tutti i giocatori che ho firmato e che dovevo firmare, ci credevo fortemente, ed è proprio per questo che ad ogni giocatore a cui ero interessato gli dicevo che avrebbe trovato LBJ in squadra. LeBron sapeva che io stavo costruendo il team dicendo a tutti che sarebbe tornato, non mi ha mai detto di non farlo o di smetterla. Ma voglio dire… non mi incoraggiava a farlo e non mi incoraggiava a non farlo, si trattava solo di affari. Gli ho mandato un sacco di email e di messaggi durante il periodo di free-agency ma non ho mai ricevuto risposta.”
Ma per Riley gli Heat non sono stati e non saranno (ovviamente) piu’ solo LeBron James, il futuro e nelle mani di nuove generazioni.
“Nell’ultimo meeting in California non c’è stato nulla che mi dicesse che stesse andando a scegliere Cleveland. Dopo la scelta ho subito pensato a come costruire una squadra da titolo e questo è tutto, avevamo una squadra che poteva vincere per molti anni ma la catena è stata spezzata, ora il mio obiettivo e costruirne una nuova. A volte gli affari si concludono come vuoi tu, altre volte no, ma non per questo devi stare a rimuginarci, ma anzi devi subito capire come muoverti al meglio.”