Tony Parker non prenderà parte al prossimo Mondiale in programma in Spagna dal 30 agosto al 14 settembre: il playmaker francese ha deciso di prendersi un’estate di pausa dalle fatiche con la maglia della Nazionale transalpina per la cui causa negli ultimi anni ha spesso e volentieri rinunciato alle vacanze della offseason pur di difendere i colori del suo Paese.
Tuttavia dopo la conquista del suo quarto anello, il nativo di Bruges preferisce staccare la spina per un pò e ricaricare le batterie al massimo in vista della prossima stagione NBA. Ecco le parole rilasciate da Tony a Dan McCarney del San Antonio Express-News.
E’ sempre difficile guardare i miei compagni di Nazionale dalla televisione e non essere lì in campo con loro: sono come la mia seconda famiglia ma devo essere intelligente. Credo che saltare il Mondiale sia la scelta più giusta per me, per il mio fisico e per gli Spurs se voglio avere una lunga carriera. Con la Francia però non ho chiuso: giocherò ancora due estati prima di ritirarmi dalla Nazionale.
Negli ultimi anni credo che, essere a San Antonio, sia stata la mia fortuna più grande sotto questo punto di vista. Vedo molti miei colleghi a cui le franchigie non consentono di raggiungere le rispettive Nazionali, invece Gregg Popovich in particolare è sempre stato fantastico con me e con la Nazionale francese. Sentivo che in questa estate dovevo compiere un gesto di riconoscenza verso i San Antonio Spurs.
Per un nerorgento sereno nella rinuncia al Mondiale, ce n’é un altro scontento: Manu Ginobili infatti non ha ricevuto il via libera da parte degli Spurs a partecipare a quella che sarebbe stata la sua ultima grande manifestazione internazionale con la maglia della Nazionale argentina.
El contusion sta ancora recuperando dalla frattura da stress rimediata a fine giugno e sarebbe stato pronto giusto in tempo per l’inizio della rassegna iridata spagnola, ma coach Pop ed il general manager R.C. Buford hanno deciso di negargli il permesso a costo di scontentarlo, pur salvaguardandone però quell’integrità fisica che un rientro troppo precipitoso avrebbe potuto pregiudicare per un giocatore di 37 anni.