Il 15 agosto i tifosi NBA scopriranno se Steve Ballmer potrà essere finalmente il neo-presidente dei Los Angeles Clippers, chiudendo definitivamente l’avventura della famiglia Sterling, al probabile epilogo dopo le sorprendenti dichiarazioni a sfondo razzista dello stesso Donald. Il Boston Herald non si è lasciato sfuggire l’occasione di intervistare l’ex CEO di Microsoft che con 2 miliardi di dollari avrà in mano una delle franchigie sicuramente più appetibili a livello di mercato, scacciando fin da subito le voci che davano un possibile trasferimento dei Clippers a Seattle (dove Steve si era impegnato per portare a termine il trasferimento dei Sacramento Kings, poi rimasti in California):
“Era il mio sogno quello di portare Seattle di nuovo in NBA. Ho lavorato affinchè esso potesse accadere e lo desideravo tanto, ma non è successo ed onestamente non so quando accadrà. E’ davvero un peccato che la migliore città degli USA sia sprovvista di una squadra di pallacanestro professionista, spero che in un futuro possa accadere. Con un po’ di fortuna forse nei prossimi anni potrà succedere, ma non sapendo quando ho pensato che i Clippers fossero la migliore opportunità per me di approdare in questa lega. Spostare la franchigia a Seattle? Non sono pazzo, il valore dei Clippers è dovuto dal fatto che si tratta di una squadra di Los Angeles. Il futuro di Seattle è difficile da prevedere, la NBA preferisce che le franchigie rimangano dove sono se c’è la possibilità, un po’ come è successo con Sacramento. Per trasferire una squadra da una città all’altra bisogna che ci siano già le strutture, a Seattle siamo a buon punto per riuscire ad avere le autorizzazioni per costruirne una, la maggiore difficoltà in questo caso è data dal fatto che i Sonics non ci sono: se hai una squadra è molto più facile ottenere le autorizzazioni per costruire una nuova arena, se hai una arena ma non hai una squadra è molto più facile trasferire una franchigia da una città ad un’altra. E’ tutto collegato.”