Categorie: Atlanta Hawks

Razzismo: dopo Sterling, anche Bruce Levenson nella bufera per frasi a sfondo razziale

La linea della tolleranza zero contro il razzismo fortemente voluta e portata avanti dal commissioner Adam Silver miete la sua seconda vittima nel giro di pochi mesi: dopo l’ormai celeberrimo caso di Donald Sterling, ormai ex proprietario dei Clippers, anche l’owner degli Hawks Bruce Levenson potrebbe salutare il mondo NBA per l’utilizzo di frasi offensive contenenti numerosi stereotipi a sfondo razziale. I due casi, per la verità, differiscono fortemente: se infatti, come si ricorderà, Sterling fu sostanzialmente “incastrato” dalla registrazione e successiva pubblicazione di alcune telefonate private (il che comunque, beninteso, non attenua le sue responsabilità), stavolta è stato lo stesso Levenson ad autodenunciarsi, inviando al commissioner alcune mail scritte di proprio pugno nel 2012 e destinate al presidente Danny Ferry, nelle quali lamenta l’eccessiva presenza nella Philips Arena di persone di colore a discapito di famiglie bianche, a suo dire potenzialmente spaventate dalla folla di afroamericani. Ponendosi l’obiettivo di una maggiore confluenza nell’arena anche di pubblico bianco, ipotizza poi che i motivi di questo “squilibrio” possano essere dovuti all’uso massiccio della musica hip hop nel palazzo e negli eventi organizzati dalla società e alla presenza di cheerleader di colore, alimentando così quegli stessi stereotipi che la Lega sta cercando di estirpare.

Levenson, che fu peraltro tra i maggiori critici di Sterling, nella nota riportata dal sito ufficiale degli Hawks ha spiegato di aver deciso di autodenunciarsi dopo una lunga riflessione e si è detto “imbarazzato e arrabbiato con sé stesso” per l’uso di questi cliché:

Se siete arrabbiati per ciò che ho scritto, avete ragione, dovreste esserlo. Io stesso sono adirato con me stesso. E’ stata una cosa provocatoria e senza senso. Può accadere di avere idee e preconcetti quando si parla di razza, ma il mio ruolo come leader è di combatterli, non di convalidarli o appoggiare chi li ostenta.

Pur incassando il ringraziamento di Silver per la propria onestà intellettuale e per aver anteposto gli interessi dei fan e della Lega ai propri, con ogni probabilità l’attuale proprietario, che acquistò la maggioranza della franchigia nel 2004, dovrà ora cedere le proprie quote societarie, con l’implicita sollecitazione della NBA. Non sono mancati peraltro i dubbi sulla stessa onestà morale di questa autodenuncia, da alcuni analisti indicata come un modo più rapido per vendere la franchigia; comunque sia, gli Hawks sono destinati quasi certamente ad avere un nuovo proprietario nel prossimo futuro.

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Pubblicato da
Giacomo Sordo

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