Mancano 28 giorni all’inizio della nuova stagione NBA ma per tutte le franchigie il Media Day di ieri è stato forse l’evento che ha ufficializzato la nuova avventura 2014/2015. A New York i Knicks sono stati invasi dai giornalisti di tutto il mondo per sentire le voci dei protagonisti più importanti, a partire (ovviamente) da quel Carmelo Anthony che avrà il compito di trascinare la sua città ai playoff del prossimo anno dopo aver deciso di rimanere (a suon di dollari, certo) alla corte di Phil Jackson ed il neo-coach Derek Fisher:
” Non avevo ancora finito con i Knicks, sarebbe stato difficile abbandonarli dopo aver forzato la trade per approdare qui nella grande mela. Sono disposto ad essere paziente, non per quanto lo sarò ma sono pronto a prendermi le mie responsabilità per questa scelta. Abbandonare il progetto e andarmene…ora che mi guardo indietro, non mi avrebbe fatto stare bene con me stesso. Da un punto di vista prettamente cestistico la cosa migliore da fare sarebbe stata accettare le offerte di altre franchigie (Bulls e Rockets) ma non mi avrebbe fatto sentire bene.”
Come già nominato in precedenza, sulla panchina del Madison Square Garden la superstar natìa di Brooklyn troverà Derek Fisher, ritiratosi dopo una carriera costellata di successi. Derek, con l’aiuto del suo più grande maestro Phil, avrà il compito di indirizzare lo stile di gioco della squadra verso quel “Triangle Offense” che tanto ha fatto bene in passato, sfruttando proprio le capacità offensive di Carmelo:
“Abbiamo iniziato, io e i miei compagni, a lavorare con 3 settimane di anticipo per capire cosa sia realmente il triangle offense. Abbiamo fatto un sacco di domande, non c’era quell’atteggiamento di chi pensava di conoscere già l’argomento, sarà divertente imparare piano piano. Ogni volta che arriva un nuovo coach automaticamente arriva nuova energia. La si può vedere ovunque anche oggi, l’ho percepita sin dall’offseason. Tutti sembrano ringiovaniti e alla fine sono sicuro che saremo lì dove vogliamo arrivare. Se tutti andremo all in insieme credo proprio che arriveremo lì. Durante l’estate ho visto che tutti i miei compagni hanno lavorato in palestra con gli allenatori. Erano tutti assieme ed ognuno di loro è pronto a raccogliere i frutti del lavoro e fare il prossimo passo per migliorare il proprio livello. Si può vedere che la mentalità è completamente differente, dobbiamo solo mettere questo tipo di mentalità su un campo da basket ed effettuare un grande training camp. Sono d’accordo con Phil e Derek quando dicono che dobbiamo raggiungere i playoff, non voglio soffrire come l’anno scorso. Fisicamente mi sento bene, mentalmente ancora meglio e sono sicuro che sotto questo punto di vista posso migliorare ancora.”
“Sono la stella più sottovalutata della NBA”. Una conclusione da maestro.