Il “matrimonio” tra Kevin Durant e gli Oklahoma City Thunder è stato finora lungo e pieno di soddisfazioni per entrambe le parti: seppur non arrivando mai vincere il titolo NBA, non c’è dubbio che le gesta di KD abbiano contribuito al 99% a mettere sulla mappa la squadra allenata da coach Scott Brooks e sorta sulle ceneri dei “derelitti” Seattle Supersonics. Ma, come è noto, il sodalizio tra Durant e i Thunder ha anche una data di scadenza, l’estate del 2016, deadline alla quale tante franchigie pensano con la bava alla bocca, desiderose di mettere le mani sul talento originario di Washington.
I Thunder, consci di ciò, sono però sicuri delle proprie possibilità di convincere KD a rimanere in Oklahoma, come risulta dalle dichiarazioni del GM Sam Presti:
“Sappiamo che la scadenza è dietro l’angolo, e siamo già pronti alla possibilità di rifirmare un giocatore da dinastia come Kevin, specialmente se consideriamo a che punto sarà la crescita della squadra in quel momento, con due anni in più di esperienza e coesione, elementi che sono senz’altro da tenere in considerazione. Adesso però dobbiamo pensare a onorare la stagione che abbiamo davanti, perché abbiamo una reale possibilità di vincere già adesso e continuare a costruire la ‘tradizione’ dei Thunder. Siamo già fortunati a trovarci dove siamo adesso e vogliamo cogliere questo momento.”
Da parte sua Durant, ragazzo senza dubbio molto più modesto e meno plateale nei modi rispetto a molti suoi colleghi, non ha mai nascosto il suo amore per OKC e di sicuro non disdegnerebbe l’eventualità di allungare la sua permanenza, pur sapendo che in un business come quello NBA le certezze sono ben poche:
“Vivo la mia esperienza con i Thunder giorno per giorno. Questa è la mia preoccupazione principale. Qualsiasi cosa il futuro mi riservi, ho intenzione di continuare così. Sto bene qui. Mi diverto con i miei compagni. Mi piace la direzione in cui stiamo andando, e non lo dico tanto per dire. È la verità.”
Per concludere, KD non lesina a rivolgere ulteriori parole al miele alla sua prima e (finora) unica franchigia NBA e alla comunità che lo ha accolto:
“Io amo OKC. Ho sempre voluto far parte di qualcosa di più grande del basket. Quello che mi sono detto entrando in questa lega è stato ‘questa città sta per adottarmi, io sto per adottare questa città, quindi quello che faremo è crescere insieme.”