Categorie: Denver Nuggets

Denver Nuggets season preview: sarà di nuovo un Lazzaretto?

NELLE PUNTATE PRECEDENTI

Attenzione! Il contenuto di questo articolo potrebbe causare una serie infinita di infortuni. Non leggete, se non in perfetto stato di salute.

Sembra la tagline di una puntata di SmackDown, ma in realtà – scherzi a parte – si adatta benissimo alla passata stagione dei Denver Nuggets, in merito alla quale ben poco resta da segnalare, se non la “Skinsiana” facilità di uscita dal Roster di tutti i giocatori-chiave, a causa di problemi di salute. Il tabellino delle presenze, in tal senso, è piuttosto inquietante: zero minuti e un intervento al ginocchio per Danilo Gallinari (che ora sembrerebbe aver ritrovato la strada per Itaca), cinque gettoni e una frattura da stress alla tibia (con rientro ancora a data da destinarsi) per Javale “Shaqtin’ a fool King” McGee, oltre venti partite saltate e infortuni vari per Ty Lawson, Wilson Chandler e Nate Robinson. Se poi alla portata principale fatta di rotazioni ridotte aggiungiamo, come contorno, tutte le difficoltà di adattamento ad un nuovo allenatore (Brian Shaw), coaching staff e nuovo sistema di gioco, ecco che il conto si fa particolarmente salato e tocca accontentarsi di 36 misere vittorie e molti problemi nella metà campo difensiva. Ora però basta parlare delle sfortune dei Nuggets, perché – sarà anche un caso – ma io comincio ad avvertire un certo fastidio ai polsi, e voi?

Meglio fare come questo Lino Banfi d’antan.

L’ARENA

Due splendide visuali del Pepsi Center (esterni sopra; interni sotto).

 

IL MERCATO

I Nuggets si son resi protagonisti, nel corso dell’estate, di un mercato intelligente. Ecco qui una lista di arrivi e partenze:

IN → Arron Afflalo (via trade), Alonzo Gee (via trade), Erick GreenGary Harris (Draft) e Jusuf Nurkic (Draft). OUT → Evan Fournier, Anthony Randolph, Aaron Brooks, Jan Vesely.

 

STARTING LINEUP

 

BENCH PLAYERS

 

PAYROLL

 

IL COACH

Brian Shaw, alla sua seconda stagione da capoallenatore, è tenuto già a sostenere un banco di prova importante, soprattutto dopo la deludente annata passata. In realtà il compito dell’ex assistente di Phil Jackson prima e Frank Vogel dopo si è presentato già complicato al suo incipit, trovandosi, Shaw, a dover accettare senza beneficio d’inventario un’eredita incredibilmente cospicua come quella lasciatagli da George Karl. I Nuggets, infatti, all’inizio del passato campionato arrivavano dalla migliore annata della loro storia (57-25), chiusasi con un 3° posto nella Western Conference e a un solo crociato di distanza (quello di Danilo) da un ottimo percorso anche in post-season. Insomma, una situazione non esattamente semplice, nella quale però Shaw si è calato con la solita intelligenza senza stravolgere l’identità di gioco della squadra, anzi insistendo – contrariamente a quanto si poteva pensare inizialmente – proprio su quei principi di uptempo offense così ben inculcati dal suo predecessore. Certo i risultati sembrano dire il contrario, ma le disavventure che hanno trasformato l’infermeria dei Nuggets nella copia dell’ospedale da campo di M.A.S.H. hanno sicuramente giocato un ruolo dominante. Vero è anche che alcune cose (vedi la fase difensiva, specialmente sul pick ‘n’ roll) dovranno essere registrate, ma con un pizzico di buona sorte in più siamo sicuri che il vecchio Brian verrà a capo del rebus, d’altronde il suo pedigree è quello di un vincente e quindi merita fiducia.

MIGLIOR ATTACCANTE

Senza suonare eccessivamente patriottici e tenendo conto che i Nuggets si sono sempre distinti per l’assenza di un vero e proprio go-to-guy, facendo della coralità e dei ritmi elevati la loro miglior arma offensiva, è indubbio che un Danilo Gallinari pienamente recuperato e in forma, come apparso nell’esordio stagionale, possa davvero essere un’arma importante nella metà campo avversaria. La sua capacità di allargare il campo, una migliorata verve realizzativa in pitturato e le sue doti di passatore potrebbero, nel corso della stagione, levare parecchie castagne dal fuoco a questa squadra, specialmente contro quelle che cercheranno di rallentare i ritmi e costringere Denver ad attaccare a metà campo. Il tutto sempre che la Dea bendata l’assista, o comunque non gli volti le spalle come successo in quest’ultimo anno e mezzo.

MIGLIOR DIFENSORE

La fase difensiva ha rappresentato uno dei problemi maggiori dell’annata passata per i Nuggets e il bouquet di scelta a nostra disposizione si presentava abbastanza limitato. La logica e certi tipi di numeri avrebbero consigliato di optare per il nostro amico JaVale.
McGee è sicuramente un intimidatore straordinario grazie alla sua esplosività, lunghe leve e capacità di alterazione di tiri. Tuttavia, come spesso accade agli stoppatori seriali, talvolta manifesta qualche lacuna, specialmente con le difese in aiuto e, più in generale, dei deficit di attenzione preoccupanti. Per questo motivo e anche perché la difesa non è una semplice questione di tiri stoppati, è sembrato più saggio ripiegare sull’usato sicuro: il “vecchio” nuovo Arron Afflalo (che dalla foto sembra essere d’accordo). Afflalo fin dagli inizi della sua carriera è considerato una delle migliori guardie nella metà campo difensiva in circolazione. Sempre aggressivo sul diretto avversario, si distingue in particolare per il foot-work decisamente fuori dalla media, che gli consente di stare al passo con chiunque e inseguirlo su ogni lato del campo (come si può apprezzare in questo scouting di qualche anno fa). Tutte qualità che potrebbero decisamente far comodo alla difesa ballerina dei Nuggets sul pick-n-roll avversario, sempre tenendo ben presente, comunque, che la difesa è più una questione di atteggiamento collettivo, che non di un singolo giocatore.

L’AGO DELLA BILANCIA

Dopo quanto ci ha fatto vedere nel corso del Mondiale in terra iberica, questa nomination è assolutamente obbligata. Al suo quarto anno fra i pros, The Manimal è chiamato alla definitiva consacrazione. Pur non essendo uno straordinario attaccante, né un eccellente difensore, quello che porta alla squadra in termini di ferocia sotto le plance ed energia è impagabile. Anzi se l’energia fosse una voce statistica, saremmo di fronte al migliore giocatore della lega in quell’ambito. Tutte queste qualità, se confermate e supportate da un costante miglioramento, potrebbero veramente fare tutta la differenza del mondo per i Nuggets. Altrettanto chiaro, tuttavia, è che tanto Faried potrà dare, quanto la squadra, a sua volta, sarà in grado di dare a lui. Un po’ come in una “Banca dell’amore”, più la squadra riuscirà a tenere alti i ritmi e magnificare la sua splendida capacità di correre il campo, più Kenneth sarà in grado di dare un apporto significativo. Non è la prima, né la seconda e forse nemmeno la terza scelta offensiva della squadra, ma il ragazzo ha un quid che pochi altri al momento possiedono e questo potrebbe rivelarsi un fattore decisivo.

POSSIBILE RIVELAZIONE

Non è Wilt Chamberlain (anche se le statistiche della foto sembrerebbero dire il contrario), ma Timofey Mozgov potrebbe essere la rivelazione di questa stagione per Denver. Il centrone da Leningrado presumibilmente troverà molto spazio, specialmente a inizio stagione vista la prolungata assenza di McGee, e minuti importanti che dovrà sfruttare al massimo. Dati i miglioramenti mostrati nel corso degli ultimi 4 anni, specialmente a rimbalzo e il maggiore ordine difensivo che garantisce, rispetto al suo compagno di ruolo, c’è da aspettarsi che possa far vedere cose molto buone. Sicuramente bisognerà vedere se riuscirà a correggere quei deficit di tenacia e “voglia”, che spesso gli sono costati numerose critiche e qualche sfottò. Nella speranza che, per osmosi, acquisisca qualche nozione in materia dal compagno Faried, gli consigliamo comunque la visione della Serie Tv à-l’italien “Bartali”, dove l’argomento viene trattato con una qual certa veemenza.

MIGLIOR COMPRIMARIO

Wilson Chandler è un giocatore solido e in grado di dare un contributo in varie aree del gioco. Quest’anno quasi sicuramente troverà meno spazio rispetto allo scorso (31.1 minuti di media nel 2013/2014), anche in virtù del rientro in pianta stabile di Danilo Gallinari e all’acquisizione di Afflalo, che, schierato da SF, permetterebbe a Shaw la possibilità di ricorrere a un quintetto molto piccolo in alcuni momenti della partita, senza rinunciare comunque a forza fisica ed energia. Se però Chandelr riuscisse a trovare un proprio equilibrio e a migliorare la scarsa percentuale realizzativa della stagione passata (solo il 41.6% dal campo per lui), anche in uscita dalla panchina rimarrebbe comunque il miglior comprimario di questa squadra.

MIGLIOR INNESTO

Al di là di Afflalo (di cui è stato già detto in precedenza), che proviene da una stagione su livelli da All-Star ad Orlando (oltre 18 punti di media per lui), forse i migliori innesti per i Nuggets saranno rappresentati dal pieno recupero di quei giocatori che, causa infortunio, hanno disertato in tutto o in parte la stagione appena trascorsa. Sì, insomma a Denver serve anche un po’ di sano e vecchio culo, che non guasta mai.

PUNTI DI FORZA

I punti di forza di questa squadra sono pochi, ma ben definiti.
In particolare giocano al 3° ritmo di gioco più elevato dell’intera lega e il loro allenatore vorrebbe farli correre ancora di più, laddove possibile. Il che è un bene, dal momento che quando alzano il ritmo e corrono, i Nuggets sono una delle squadre più difficili da battere e divertenti da vedere di tutta l’NBA.
Altro pregio di Denver è rappresentato dalla panchina, che, contando su elementi come Wilson Chandler, Randy Foye, Nate Robinson, Alonzo Gee, J.J. Hickson è una delle più lunghe e fornite dell’NBA.

 

PUNTI DEBOLI

Questa voce, invece, è piuttosto lunga. I punti deboli dei Nuggets sono parecchi e richiederanno duro lavoro da parte di tutto il coaching staff.
Anzitutto la fase difensiva, che è fra le 10 peggiori della Lega, deve essere registrata, principalmente per quanto riguarda la difesa del pick-n-roll, che spesso è deficitaria, anzitutto sul perimetro (e in tal senso l’aggiunta di Afflalo potrebbe essere una manna) e poi anche in aiuto.
Da migliorare, poi, anche l’attacco a metà campo. Abbiamo detto prima che quando i Nuggets riescono a correre, diventano un brutto cliente per chiunque. Tuttavia lo stesso non si può dire nel momento in cui i ritmi si abbassano (e molte squadre punteranno a fare ciò contro Denver). In questi casi escono fuori tutti i limiti di playmaking di Lawson e lo scarso movimento di palla e giocatori. La soluzione non è semplice, ma in linea di massima i Nuggets dovranno cercare di correre il più possibile, consentendo ai propri lunghi (McGee, Faried e Hickson) di esprimersi al meglio, e laddove non possibile cercare di fare affidamento su elementi come Gallinari o Afflalo, in grado di creare più soluzioni anche dal palleggio. Shaw avrà un po’ di gatte da pelare.

MIGLIOR SCENARIO 2014/2015

48-34. Un accesso alla post-season con l’8° seed sarebbe un’ipotesi da mille e una notte. Per far sì che si possa realizzare, tuttavia, occorre che tutto funzioni alla perfezione e, soprattutto, che gli assenti dello scorso anno ritrovino la via del parquet con una certa continuità, ma Denver ha una chance. Staremo a vedere.

PEGGIOR SCENARIO 2014/2015

39-43. Fare poco meglio del 2013/2014 non sarebbe esattamente esaltante, ma, alla peggio, vorrebbe dire comunque fare meglio. Ciò che potrebbe comportare una stagione ancora con record negativo può risiedere o nell’incapacità di Shaw di trovare la giusta alchimia per la sua squadra, o ancora nello scarso stato di salute degli interpreti.

PREVISIONI REALISTICHE

44-38. É probabile che i Nuggets si piazzino giusto un pelo fuori dalla zona Playoffs, perché comunque ad Ovest ci sono squadre più attrezzate o con progetti ben più avviati. Tuttavia l’obiettivo di Denver deve essere quello di acciuffare la post-season, sperando poi che qualche squadra incontri difficoltà o infortuni e scivoli verso il basso. É lì che i Nuggets si devono far trovare pronti, sempre a patto che riescano a risolvere, in parte, alcuni dei problemi che li hanno contraddistinti nell’anno passato, ma le possibilità ci sono tutte e rimangono una squadra molto interessante. Teniamoli d’occhio.

Simone Errante

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Simone Errante

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