Capire gli Oklahoma City Thunder, da un paio di stagione a questa parte, è diventata una delle (pochissime) operazioni mentali semplici che il mondo NBA possa offrire all’appassionato medio: potenziale enorme, il miglior giocatore offensivo della lega, grandissime possibilità anche sul lato difensivo ed un atletismo generale che farebbe venire il fiatone anche all’Abebe Bikila dei giorni migliori.
Eppure siamo ancora qui, a parlare di tutte queste belle cose ma senza un campionato vinto da elogiare, con le Finals che mancano da due anni e la sensazione sempre più forte che, senza un cambio radicale, per ancora un po’ di tempo continueranno a farlo.
Il discorso non è stato diverso nella scorsa stagione, che OKC ha condotto in modo esemplare durante la regular season, stando al passo degli invincibili Spurs (la loro incredibile serie di vittorie, 19, fu fermata proprio da KD & Co.) e guadagnandosi la seconda testa di serie a ovest nei PO. Durant vince l’MVP, ma la fatica è enorme contro Memphis al primo turno, poco meglio con i Clippers al secondo arrivando poi all’esame Spurs delle finali di c0nference: Thunder rimandati, anche se col 5, perchè qualcosa di buono si è visto (rimontare da 2-0 a 2-2 contro i futuri campioni dimostra comunque grande carattere); questo qualcosa però, non basta.
Staremo a vedere se quest’anno le cose cambieranno, se i Thunder riusciranno a non essere ancora una volta prigionieri degli isolamenti offensivi, delle palle perse e degli attacchi fermi per i primi 10 secondi dell’azione.
L’arena
Il mercato dei Thunder
Arrivi: Mitch McGary, Sebastian Telfair, Anthony Morrow, Josh Huestis
Partenze: Caron Butler, Ryan Gomes, Reggie Williams, Derek Fisher, Thabo Sefolosha
Tabella dei salari
All Players
No |
Player |
jjnPos |
Ht |
Wt |
Age |
Exp |
College |
Salary |
12 |
Steven Adams |
C |
7′ 0″ |
255 |
21 |
1 |
Pittsburgh |
$2,090,880 |
4 |
Nick Collison |
FC/PF |
6′ 10″ |
255 |
33 |
11 |
Kansas |
$2,585,668 |
35 |
Kevin Durant |
F/SF |
6′ 9″ |
240 |
26 |
7 |
Texas |
$18,773,176 |
9 |
Serge Ibaka |
FC/PF |
6′ 10″ |
235 |
25 |
5 |
None |
$12,250,000 |
15 |
Reggie Jackson |
G/PG |
6′ 3″ |
208 |
24 |
3 |
Boston College |
$1,329,720 |
6 |
Michael Jenkins |
PG |
6′ 3″ |
195 |
28 |
0 |
Winthrop |
– |
7 |
Grant Jerrett |
PF |
6′ 10″ |
235 |
21 |
1 |
Arizona |
– |
3 |
Perry Jones |
F/SF |
6′ 11″ |
235 |
23 |
2 |
Baylor |
$1,082,520 |
11 |
Jeremy Lamb |
GF/SG |
6′ 5″ |
185 |
22 |
2 |
Connecticut |
$2,111,160 |
33 |
Mitch McGary |
PF |
6′ 10″ |
255 |
22 |
0 |
Michigan |
– |
2 |
Anthony Morrow |
GF/SG |
6′ 6″ |
210 |
29 |
6 |
Georgia Tech |
$1,027,424 |
5 |
Kendrick Perkins |
C |
6′ 10″ |
270 |
29 |
11 |
None |
$8,477,437 |
21 |
Andre Roberson |
F |
6′ 7″ |
210 |
22 |
1 |
Colorado |
$740,560 |
8 |
Richard Solomon |
PF |
6′ 10″ |
235 |
22 |
0 |
California |
– |
31 |
Sebastian Telfair |
PG |
6′ 0″ |
170 |
29 |
10 |
None |
– |
42 |
Lance Thomas |
F |
6′ 8″ |
225 |
26 |
3 |
Duke |
$884,293 |
0 |
Russell Westbrook |
PG |
6′ 3″ |
200 |
25 |
6 |
UCLA |
$14,693,906 |
44 |
Talib Zanna |
PF |
6′ 9″ |
230 |
24 |
0 |
Pittsburgh |
– |
Il Coach
Se vogliamo anche un po’ a sorpresa dopo l’ultima annata, Scott Brooks è stato nuovamente confermato sulla panchina dei Thunder, anche se accusato da quasi tutta la critica di non riuscire a dare un’identità tattica a suoi giocatori.
Proprio da queste critiche dovrà ripartire l’ex giocatore degli Atlanta Hawks, che dalla sua parte avrà sicuramente l’esperienza, la lealtà dei giocatori (sopratutto del quintetto base, nei confronti del quale Brooks ha sempre dimostrato enorme fiducia) ed il fatto che le principali concorrenti potrebbero essersi indebolite (Miami ha perso Lebron, al quale a Cleveland servirà tempo presumibilmente, San Antonio è invecchiata di un altro anno e Clippers e Bulls non sembrano ancora attrezzate). Starà a lui cercare di trovare finalmente la giusta chimica per arrivare in fondo e distogliere KD da pensieri pellegrini.
Giocatore chiave attacco
No, non stiamo parlando di Kevin Durant (come avrete intuito dall’immagine qui sopra), perchè se i Thunder riusciranno o no a fare il benedetto salto di qualità nella metà campo offensiva non dipenderà dall’MVP uscente, tra l’altro fermo almeno fino a Dicembre per l’infortunio al piede, bensì da Russell Westbrook.
Durante ha infatti dimostrato nella scorsa stagione di essere migliorato enormemente nella gestione dei possessi in attacco, come dimostra l’accoppiata ‘top scorer della stagione-massimo in carriera di assist (5.5)’.
Westbrook, invece, nonostante abbia avuto lo straordinario merito di tornare dalla duplice operazione al ginocchio ancora più esplosivo, se possibile, resta orfano di quella consapevolezza cestistica propria dei grandi play che ancora deve acquisire, della capacità di sfruttare meglio i blocchi e avere una visione di gioco più ampia e meno individualista (nonostante i 7.2 assist di media possano far pensare il contrario) e, sopratutto, di attaccare la difesa avversaria senza far passare i primi 10-12 secondi dell’azione.
Giocatore chiave difesa
Qualcuno si aspettava Serge Ibaka? Rimarrà dunque deluso, poichè se i Thunder vogliono dare alla loro difesa una dimensione da vera contender, non è sul congolese che devono puntare, bensì sull”ex Boston Celtics.
Chiariamoci, il miglior difensore della squadra resta Ibaka, ma proprio per questo Perkins diventa ancoranpiù importante, dato che la sua involuzione resta uno degli aspetti più negativi dei Thunder; quella di Perkins è, al momento, la perdita di quello che è stato, in passato, uno dei migliori difensori sui lunghi avversari della lega. Ibaka, per quanto forte, è più un difensore a tutto campo, con corsa e stoppate che sono in grado di respingere ogni tipo giocatore, mentre Perkins è -era- ben superiore nella marcatura a uomo. Contro un certo Tim Duncan, la versione Celtics di Big Perk potrebbe fare più che comodo.
Rivelazione della squadra
Come candidati per il premio di rivelazione dell’annata in arrivo, ad Oklahoma City c’è davvero l’imbarazzo della scelta; se nella scorsa stagione Reggie Jackson ha fatto un enorme salto di qualità, guadagnandosi il titolo di sesto uomo della squadra, adesso ci sono davvero poche certezze su chi potrebbe diventare “The Next Big Thing” per i Thunder, da Jeremy Lam e Perry Jones III, passando per Andre Robertson e Steven Adams. E proprio quest’ultimo è il nostro prescelto.
Il neozelandese nel corso della passata stagione ha messo in mostra abilità fuori dal comune, sopratutto dal punto di vista difensivo, a rimbalzo e con uno straordinario senso della posizione per quanto riguarda la marcatura a uomo sui lunghi avversari (ancora più pressione su Perkins, il ragazzo scalpita dalle retrovie). Certo, in attacco le mani sono quelle che sono, il jumper è praticamente inesistente e la media ai tiri liberi farebbe venire voglia di scambiarla con Dwight Howard (…); essendo però in squadra con giocatori come Westrbook e Durant, Adams avrà certo il tempo per concentrarsi sulla difesa e dare il meglio di sè, piantando paletti importanti per il futuro suo e della franchigia.
Peggior scenario 2014-15
Prendendo tutto quello detto finora e provando a tirare qualche somma, emerge chiaramente che i Thunder restino una dell squadre meglio attrezzate per arrivare fino in fondo; ma se ce la sentiamo di dire che la regular season procederà in modo semi-trionfale come nelle ultime stagioni (obiettivamente, togliendo San Antonio, solo i Clippers possono reggere il passo di OKC), i playoff restano un totale enigma.
Nella scorsa postseason i ragazzi di Scott Brooks sono arrivati in gran forma, forti del secondo posto nella griglia ad Ovest, ma fin dal primo turno hanno sofferto molto arrivando addirittura a gara 7 contro Memphis. Quest’anno potrebbe anche essere quello giusto per tornare alle Finals, ma dovendoci qui occupare del’ipotetico scenario peggiore per KD e compagni, non bisogna escludere che la mancanza di veterani, quindi esperienza, nel roster, potrebbe giocare loro un brutto scherzo nella prima serie dei PO (sopratutto provando ad ipotizzare una come Phoenix o Portland da sesta-settima).
Miglior scenario 2014-15
Se viceversa sarà davvero la stagione dei Thunder, con Durant nel formato MVP dello scorso anno, Westbrook al servizio (anche) dei compagni oltre che di se stesso, ed Ibaka da terzo violino effettivo, allora nessun obiettivo è precluso, dalla cavalcata in regular season puntando sulla freschezza fisica per togliere il primo posto agli Spurs, fino a sfidare la finalista dell’Est da favoriti (Cleveland, Chicago?) per provare a mettersi al dito il benedetto anello.
Previsioni realistiche
Come per molte altre cose nella pallacanestro americana, la verità probabilmente sta nel mezzo. Se è abbastanza semplice escludere che i Thunder saranno sul serio sgambettati ancor prima della semifinale di Conference, avendo aggiunto in estate il solo Anthony Morrow dal mercato dei free agent la sensazione è che, ancora una volta, alla franchigia dell’Oklahoma manchi ancora quell’ultimo passo da compiere per essere considerata la favorita al titolo.
Sempre che un aiuto a fare quest’ultimo passo non arrivi dal mercato (la deadline è a metà febbraio, di tempo ce ne sarebbe) o da un’invenzione di Scott Brooks (sulla quale il sottoscritto non punterebbe più di tanto).
Senza scordarsi dei pensieri sibillini di Durant, che, senza anello, potrebbe lasciare la squadra nel 2016 e volgere il suo sguardo verso Washington.