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Cleveland Cavaliers Season Preview: Una nuova era

Lo scorso anno

Niente di nuovo sul fronte orientale. Partiti con grandi aspettative, dopo il ritorno sulla panchina di coach Mike Brown, l’acquisizione di Andrew Bynum e la prima chiamata assoluta al Draft, spesa per Anthony Bennett, la stagione è andata, per la quarta volta consecutiva, decisamente a sud per i Cleveland Cavaliers. Bennett, senza mezzi termini, si è rivelato essere, con ogni probabilità, la peggior prima scelta di sempre nella storia della Lega, dopo una regular season conclusa a 4 punti e 3 rimbalzi di media, senza alcuna partenza in quintetto e tanti, troppi, DNP-CD. Bynum ha fatto il Bynum, facendosi vedere poche volte sul parquet e, in compenso, svolazzando parecchio, stando ai rumors, dietro la moglie di un assistente tecnico. Il risultato? L’ex centro dei Lakers spedito senza pietà ai Bulls in cambio di Luol Deng, ma copione che non è cambiato. Non è bastato un Kyrie Irving MVP dell’All Star Game per invertire la rotta ai Cavs. 33-49 il record finale, coach Brown licenziato ma Dea Bendata ancora una volta benevola con Cleveland. Per la terza volta in 4 anni, infatti, alla franchigia dell’Ohio è stata recapitata in dono dalla sorte la prima scelta assoluta al Draft, questa volta spesa per Andrew Wiggins. Sorprese finite? Tutt’altro.

Mercato della squadra

Già, perché in estate il cosmo dei Cavs è stato scosso in maniera improvvisa. “I’m ready to accept the challenge. I’m coming home.” Questa la degna conclusione della lettera con la quale il grande figliol prodigo, LeBron James, annunciava l’11 Luglio scorso il proprio ritorno nel natio Ohio, dopo aver fatto le fortune dei Miami Heat. Grandi fescennini ed entusiasmi nella città di Cleveland, ma il lavoro del front office non si è certo fermato qua. Sono arrivati Mike Miller, James Jones, Brendan Haywood e Shawn Marion, ma, in estate inoltrata, ecco l’altro botto, anche se non del tutto inatteso: in cambio di Wiggins, Bennett ed una trade exception, i Cavs sono riusciti ad assicurarsi le prestazioni di un altro ambitissimo free agent, Kevin Love. In un paio di mesi, improvvisamente, Cleveland è riuscita ad affidare al proprio nuovo allenatore, David Blatt, una formazione in grado di poter fare la voce grossa ad Est.

Quintetto base

Pochi dubbi per lo starting five dei Cavs: Irving e Waiters nel backcourt, James e Love le ali, Anderson Varejao da centro, anche se quest’ultimo potrebbe essere rimpiazzato da Tristan Thompson.

La panchina

Le riserve di Cleveland sono consistenti da un punto di vista numerico ma non certo al top nell’NBA da un punto di vista qualitativo. Cambio delle guardie saranno il secondo anno australiano Dellavedova e Miller, ma occhio anche a Aj Price, che in preseason ha giocato discretamente. Tra le ali, Marion, Jones ed il già citato Tristan Thompson. Come 5 puri, il solo Haywood, al ritorno dopo un lungo stop, a meno di soluzioni con Varejao dal pino. Sempre aspettando un arrivo, possibile ma non ancora certo, di Ray Allen.

Il Coach

Prima esperienza nella Lega, ma non certo un rookie a livello di allenatori. 55 anni, scuola Princeton, e tanta, tanta Europa. Per David Blatt ora la sfida più difficile, quella di poter replicare al livello massimo possibile quanto di straordinario fatto nel Vecchio Continente. Il palmarès parla da solo: 1 oro europeo con la Russia nel 2007 (ed altri due bronzi, di cui uno alle Olimpiadi), un’Eurolega, l’ultima, alla guida del Maccabi, lo scudetto con la Benetton Treviso nel 2006, la Coppa Italia l’anno seguente, svariati trofei in Israele alla guida sempre della formazione di Tel Aviv e tante altre vittorie. Tanta curiosità attorno al suo operato in Ohio; se tutte le cose dovessero andare al proprio posto, potrebbe essere una delle più grandi sorprese della stagione 2014-15.

Giocatore chiave in attacco

Troppo semplicistico ridursi alla mera presenza (in quasi tutte le nostre graduatorie) del numero 23 da Akron. Colui che può far pendere l’ago della bilancia, in ultima analisi, può essere uno dei pochi reduci delle ultime stagioni deludenti, Irving. Dovrà imparare a giocare con gente di lignaggio superiore al suo, che, nel caso di LBJ, avranno il pallone in mano per più tempo, “costringendolo” a giocare più off the ball. Allo stesso tempo, dovrà esser bravo nel sapere coinvolgere gli altri Cavs e sconquassare le difese avversarie con un mix di penetrazioni e tiro da fuori, replicando quanto di buono fatto vedere agli ultimi Mondiali con team USA. Molto della stagione di Cleveland passa dalle mani dell’ex Duke.

Giocatore chiave in difesa

Detto sempre di James, miglior difensore della squadra, tanto nella propria metà campo sarà chiesto a Varejao. Il brasiliano c’era quando i Cavs erano una delle migliori difese di tutta la Lega con coach Brown. Dovrà ora ripetersi, seppur con più chilometraggio e meno integrità fisica che in passato. A difesa del pitturato di Cleveland, Varejao dovrà garantire importanti minuti sotto il proprio tabellone, per impedire agli avversari facili penetrazioni al ferro.

Rivelazione della squadra

Scelto alla quarta posizione nel Draft 2011, per Tristan Thompson può essere una stagione molto importante per migliorare esponenzialmente. Ottimo rimbalzista, sempre attorno ai 9 di media, doppia cifra in attacco ma con ancora margini di miglioramento. Le cifre, con molta probabilità, dovrebbero diminuire, ma l’impatto, per converso, potrebbe essere importante per la sua completa maturazione. Non è da escludere l’ipotesi di un suo impiego in quintetto al posto di Varejao. Sotto l’ala protettiva di Love può diventare uno dei migliori giovani big men della Eastern Conference.

Miglior Comprimario

La panchina non offre certo spunti particolari, per questo il miglior comprimario potrebbe essere un altro dei veterani delle ultime annate, Dion Waiters. Molto chiacchierato in passato per via di screzi con compagni, subito smentiti, l’ex Syracuse è attaccante di razza, non un tiratore di eccelso livello ma che sa sempre come trovare la via del canestro. Con gli “altri” vittime di attenzioni particolari da parte delle difese avversarie, se non si perde in un bicchier d’acqua può fare molto male, imparando naturalmente a ritagliarsi spazi che inevitabilmente diminuiranno rispetto alle scorse stagioni.

Miglio Innesto

Ovviamente l’acquisizione di Love è quella che, de facto, rende Cleveland una vera e propria contender. Ma se aggiungi il miglior giocatore del pianeta, una forza della natura vicino al ferro e migliorato come leadership, si capisce come per i Cavaliers sia iniziata una nuova era. James è molto motivato da questa vecchia/nuova sfida di portare la squadra della sua città al tanto agognato anello. Ha perso molti chili in estate, frutto di particolari diete, si è attivato in prima persona per convincere gli altri free agent a venire in Ohio ed è pronto ad un’altra, l’ennesima, annata sotto i riflettori.

Punti di forza della squadra

La voglia di rivalsa dopo 4 anni di umiliazioni, sfruttando l’ambiente nuovamente elettrico e caldo come un tempo. Già prima dell’infausta Decision la Quicken Loans Arena era uno dei campi col tifo più passionale, ed anche nelle ultime stagioni i tifosi non hanno abbandonato la squadra. Oggettivamente è una delle formazioni più forti che abbiano mai vestito la maglia di Cleveland, ha tante gambe fresche, ambizioni ed un LeBron James nel motore.

Punti di debolezza della squadra

L’inesperienza su tutti. Love, Irving e compagnia bella non hanno mai giocato un singolo minuto di postseason. Cosa succederà quando l’aria sarà più rarefatta? Occhio anche al tanto abusato concetto di chimica di squadra. Non è detto che i meccanismi saranno ben oliati e subito pronti sin dalla prima palla a due, ci vuole del tempo per capire e conoscere le tendenze dei propri compagni. Soprattutto Irving deve crescere ulteriormente per dimostrare di poter ambire a palcoscenici di un certo spessore. Occhio anche alla difesa nel pitturato, con Love chiamato a mostrare segnali di miglioramento dopo le annate nel Minnesota francamente non sempre all’altezza, sotto questo punto di vista.

Miglior scenario 2014-15

I Cavs prendono subito ritmo e macinano vittorie in regular season, sospinti dall’ennesimo MVP di James. Nella Eastern Conference le avversarie vengono superate più o meno facilmente, ma il vero scoglio è alle NBA Finals. Gettando il cuore oltre l’ostacolo e le previsioni, LeBron e compagni riescono a sconfiggere la corazzata dell’Ovest, regalando il primo titolo alla città di Cleveland.

Peggior scenario 2014-15

I Big Three non riescono a trovare la propria intesa sul parquet, perdendo più del previsto nei primi mesi di regular season, afflitti da problemi difensivi e di affinità in campo tra i vari giocatori. Nelle ultime settimane viene recuperato il terreno perduto, ma in postseason la mancanza di esperienza in tanti elementi si fa sentire. Complice un accoppiamento sfavorevole i Cavs escono precocemente alle Semifinali di Conference. Assalto rimandato, per l’ennesima volta.

Previsioni

Pensare ad un titolo subito al primo anno di questo esperimento sembrerebbe fin troppo utopistico anche per i tifosi più incalliti. Più probabile che Cleveland finisca col primo o secondo record ad Est, palesando qualche difetto strutturale in regular season. Nei Playoffs, sarebbe già un successo, intanto, arrivare alle Finali di Conference, non proprio sempre raggiunte dalla franchigia, e giocarsele alla pari contro le Chicago di questo mondo. Non da escludere, anzi, un approdo alle Finals, ma obiettivamente, ad Ottobre, è arduo vedere Cleveland avanti alle squadre della Western Conference, San Antonio su tutte. Quindi potrebbe essere un importante anno di maturazione e consapevolezza dei propri mezzi, soprattutto per gente come Irving e Love che non ha mai assaporato il dolce gusto dei Playoffs. Per poi provare a crescere ulteriormente l’anno venturo.

Alessandro Scuto

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Alessandro Scuto

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