Categorie: Primo Piano

Apri le porte, magica NBA

Ascolta. Chiudi per un attimo gli occhi ed ascolta. È il suono del Gioco: il luminoso parquet che scricchiola, le lacrime di un bambino nello shop dei Bucks, il trash-talk di Rucker Park. La senti rimbalzare,  una sconosciuta palla che batte sull’asfalto, cercando disperatamente di seguire i ritmi di Jamal Crawford.

Immagina. Non sei solo. S’illuminano i canestri appesi nei fienili dell’Indiana, poster di CP3 restano aggrappati, con tutte le forze, ai muri delle camerette di Manila. Piedi scalzi fendono l’aria, saltano da ore sulla terra rossa delle periferie africane, tengono lo stesso ritmo dei click, a Paesi di distanza, su computer colmi di top 10.

Ricorda. Come potresti dimenticare? Sir Charles e la sua particolare nobiltà, il visionario Cousy, la definizione muscolare dell’ammiraglio Robinson. Miti e leggende in bianco e nero, Chamberlain e Russell, Mikan e gli occhialoni. Stupisciti ancora di fronte all’onnipotenza: da MJ a Shaq, da LeBron ad Oscar Robertson.

Giro la chiave, sto riaprendo le porte di casa, della nostra casa. È quasi pronto in cucina, fanno già rumore i primi biglietti strappati ed il brulicante vociare di migliaia di persone, pronte a gremire l’enormi arene. Mettiti comodo qui, sul divano, infagottato dalla felpa dei Nets comprata pochi giorni fa.

Sii pronto ad innamorarti, di nuovo e mai come prima. Prepara genitori e vicini alle urla nel cuore della notte: i buzzer beater, si sa, non hanno orario. Fai restare la tua ragazza, perché non si può annoiare con noi. Cura i dettagli, se sei giovane ripeti i movimenti appena visti nel canestrino di plastica, se sei più in là con gli anni, beh, ripetili da disteso con un paio di lattine in mano.

Assapora. Il piatto è pronto, te lo sto per servire: prelibata creazione di centinaia di polpastrelli. Gustalo abbandonandoti ai brividi, alle labbra spalancate ed increduli; scuoti i cuscini come farebbe Patty Mills, spezza il polso in aria alla Mike Miller.

A parlarti sono io, la National Basketball Association. Mi tremano le gambe, sto sudando, vorrei solo che alzassero quella palla a due. I colori mi abbagliano, come ogni anno, sono il miglior dipinto che si possa sognare, indossato da bicipiti marmorei e gambe nucleari. Sono emozionata quanto te, attendo impaziente le roche voci dei telecronisti: rapide valanghe messe in versi tra un Dipsy-doo ed un “Ball don’t lie”.

Sono pronta ad essere affascinata, sono pronta ad affascinarti, da questa notte alle Finals. Io e te, io e noi, perché è vero, mi chiamano NBA, ma, parlando onestamente, sono la più pura ed incantevole magia.

 

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