Jason Collins, primo atleta ancora in attività a fare outing nella storia dello sport a stelle e strisce, ha annunciato nella giornata di oggi il suo ritiro dal basket giocato tramite una lettera aperta pubblicata su Sports Illustrated. Di seguito si riporta la traduzione integrale della open letter di Collins:
“Sono passati 18 mesi entusiasmanti da quando ho deciso di fare outing su Sports Illustrated, diventando il primo atleta gay ancora in attività in tutti e quattro i maggiori sport del mondo USA a fare questo passo, mentre ne sono passati nove (di mesi, NDR) da quando ho firmato il contratto con i Brooklyn Nets, diventando il primo atleta dichiaratamente gay a disputare una partita ufficiale negli stessi quattro sport di cui sopra. Essere stato una pietra miliare dei diritti gay e dello sport in generale è per me qualcosa di meraviglioso, così come è stato altrettanto meraviglioso aver ricevuto l’approvazione di tutti: pubblico, politici, giocatori e Lega.
Questo Mercoledì, al Barclays Center di Brooklyn, annuncerò il mio ritiro dall’attività agonistica. Questo giorno (stanotte NDR) sarà molto speciale per me, perché i Nets affronteranno i Bucks, allenati dal mio ex compagno di squadra ed ex coach Jason Kidd. E’ stato proprio Jason a supportare la mia decisione, postando sul suo profilo Twitter questo stato :”la sessualità di Collins non cambia il fatto che è un grande compagno e grande amico”.
Considerando tutti i problemi che avrei potuto avere nel momento in cui entravo in uno spogliatoio da giocatore dichiaratamente omosessuale, un sentito ringraziamento devo spenderlo per Jason Kidd: il suo supporto è stato significativo.Quando decisi di fare outing, in molti iniziarono a dire che nessuna squadra avrebbe messo sotto contratto un giocatore che avrebbe potuto attirare un vero e proprio circo mediatico: l’aver messo a tacere tutte queste malelingue è motivo di grande felicità per me. Tutta questa attenzione mediatica su di me è scomparsa in talmente poco tempo che qualcuno mi ha affidato il soprannome di Mr. Irrelevant (‘irrelevant’ in questo caso si può tradurre con un ‘non interessante da un punto di vista mediatico’ NDR).
Tra i momenti che ricordo con maggior piacere c’è sicuramente il mio debutto con la maglia dei Nets allo Staples Center di LA, accompagnato da un caloroso applauso regalatomi dal pubblico di Los Angeles, e il mio debutto al Barclays Center, quando il pubblico di Brooklyn mi ha tributato una standing ovation. Questi episodi testimoniano quanto lontani siamo arrivati.
Attualmente, non c’è ancora nessun giocatore dichiaratamente omosessuale nella NHL, MLB o NFL. Credetemi: esistono eccome! In ogni sport praticato a livello professionistico sono presenti giocatori gay, alcuni di questi li conosco personalmente. Quando arriveremo al punto che un giocatore non deve più vivere nel terrore di essere emarginato all’interno dello spogliatoio o di essere sventolato su pubblica piazza dai media a causa delle sue tendenze sessuali, quando arriveremo al punto che un giocatore gay non deve nascondere il suo vero lui, vivendo una vita non autentica, allora fare outing non sarà più così difficile.
Ma ancora non siamo giunti a questo punto.”