Una delle situazioni contrattuali più spinose che ha preso forma in NBA è quella tra Jimmy Butler e i Chicago Bulls, con il giocatore ed il front office che non hanno trovato un accordo per l’estensione durante le trattative estive, che vedevano la deadline addirittura il 31 Ottobre: Butler sarà quindi restricted free agent il prossimo Giugno, ovvero libero di accasarsi dove vorrà ma solo se i Bulls non pareggeranno le eventuali offerte e rinunceranno al loro “diritto di prelazione” per le sue prestazioni.
Tuttavia il 25enne draftato nel 2011 non prova avversione nei confronti della società dell’Illinois, ed alla domanda volta a sapere se Butler covasse del risentimento per l’eventuale mancanza di fiducia nel rinnovo del contratto, le sue parole (riportate da Sam Amick di Usa Today) sono state:
“No, assolutamente no. Amo la città di Chicago, credo che ormai lo sappiano tutti. Sento solamente di dover aiutare la squadra a vincere le partite. Voglio un titolo, i soldi non sono mai stati un problema per me perché vengo da Tomball (piccola cittadina dell’area metropolitana di Houston, ndr). I soldi che guadagno adesso sono ben più del nulla; voglio solo dimostrare ai miei compagni, ai miei allenatori, alla città intera che voglio restare”.
L’atteggiamento propositivo e volto alla dedizione al lavoro in campo di Butler è infatti testimoniato dalle sue prestazione che riportano, fino ad oggi, una media di 20. 4 punti, 6.2 rimbalzi, 3.5 assist e 1.5 palle rubate a partita; un attaccamento alla maglia che richiederà più dei 2.119.224 dollari che guadagna attualmente.