Categorie: Editoriali NBA

Il bello di essere (quasi) sconosciuti

Qual è il punto più basso toccato in carriera? E’ una di quelle domande esistenziali che Hassan Whiteside si sarà sicuramente posto. Oggi è il centro titolare dei Miami Heat, nelle ultime dieci gare ha realizzato 12.8 punti, raccolto 7 rimbalzi e inferto QUATTRO stoppate di media, giocando soltanto 23 minuti a partita. (Quel rim protector e lungo verticalista che gli Heat hanno cercato invano nei quattro anni di permanenza di Lebron e che lo scorso giugno avrebbe fatto più che comodo sotto le plance NDR)

Secondo quanto afferma Coach Spoelstra: “Talvolta si trova la giusta squadra, la giusta opportunità, il giusto stato d’animo e tutto si allinea funzionando insieme.”

Miami cercava un centro difensivo ed atletico (ironia della sorte, è arrivato quando la squadra ha un record di 20-25 e combatte per un posto ai playoff)  Whiteside un’occasione, entrambe le parti sono rimaste soddisfatte. Ma ieri- ovvero prima di essere richiamato agli Heat il 15 dicembre dai Sioux Falls SkyForce, squadra di sviluppo affiliata a Miami in cui militava – Whiteside era un nomade della palla a spicchi.

Forse il punto più basso l’ha toccato ai Sichouan Blue Whales, in Cina. Nella società con sede a Chengdu gioca 27 partite, a livello di statistiche mette insieme numeri sensazionali: 26 punti, 16.6 rimbalzi e oltre 5 stoppate a partita, trascina la squadra in finale, dove trionfa e viene nominato MVP. Fa incetta anche di premi individuali come il miglior difensore dell’anno e centro dell’anno, finendo nel primo quintetto all-NBL. Ma è pur sempre la lega cinese e per uno con un trascorso NBA- per quanto transitorio, considerate le 12 presenze ai Kings in 2 stagioni, dal 2010 al 2012- è un declassamento in piena regola. E poi l’area geografica del Sichuan pullula di zanzare, che la sera non danno mai tregua.

Oppure il fondo del barile può averlo raschiato in Libano, quando per un caso fortuito, perde il bus di squadra che l’avrebbe diretto in trasferta in una zona bombardata. Da vero Globtrotter non si fa mancare nulla e nell’arco di due stagioni- inclusa la parentesi sopracitata in Cina- cambia due differenti squadre libanesi: nel 2012 è ingaggiato dall’ Amchit Club e nel 2013 riempie il froncourt dell’ Al Mouttahed Tripoli.

Per farvi capire l’odissea di Whiteside nel riprendere contatto con la NBA, riporto la bio di Wikipedia poco prima del suo approdo a Miami:

On September 25, 2014, Whiteside signed with the Memphis Grizzlies. However, he was later waived by the Grizzlies on October 22, 2014. On October 30, 2014, he was reacquired by the Rio Grande Valley Vipers. Two days later, his rights were traded to the Iowa Energy.He officially joined the Energy on November 14, 2014.On November 19, he re-signed with the Grizzlies.However, he was waived again the next day. On November 22, he re-joined Iowa.

Gli Heat lo ingaggiano il 24 novembre inizialmente con un non garantito da 764.497$, ma l’andirivieni di chiamate in D-League cessa solo con il mese di dicembre. Ai primi di gennaio fioccano le prime doppie-doppie per punti e rimbalzi in carriera. La svolta arriva nel match contro i Clippers, l’11 gennaio. In 29 minuti di impiego, Whiteside realizza 23 punti e 16 rimbalzi. Tralasciando per un attimo il boxscore, l’impatto più tangibile dell’ex Marshall College si riscontra in difesa. Nel duello sotto canestro, riesce a contenere un sempre più versatile Blake Griffin che ha ulteriormente ampliato il suo range di tiro. Occupa l’area come nessuno in maglia Heat è in grado di fare e per essere 2.13 m ha un’incredibile agilità difensiva sulle linee di passaggio.

Nel primo screen, si nota come non stia troppo attaccato a Barnes, ma si trovi al contempo in aiuto.

Concede lo spazio sufficiente per avere sotto controllo uomo e palla

Giusta separazione, timing perfetto e palla intercettata, complici le prolunghe che si trova al posto delle braccia.

Riprendendo in mano le cifre: nella propria metà campo, da meno di sei piedi di distanza( grossomodo la restricted area), Whiteside tiene gli avversarsi al 37% dal campo. Per rendere il concetto, tra i centri NBA, solamente Gobert ha una simile influenza nel pitturato, che presiede concedendo agli avversarsi il 42%. A human wall

“ Mi sento come se stessi vivendo un sogno, un paio di mesi fa, non attiravo l’interessa di alcuna squadra. E’ pazzesco, è un sogno da cui non voglio svegliarmi ed ogni giorno che scendo in campo mi sento fortunato. Anche quando ho disputato la mia prima gara, mi son detto: ‘ Wow’. Bisogna guardare avanti e trarre beneficio da tutto questo”:

E’ Il commento della trentatreesima scelta assoluta dei Sacramento Kings al draft 2009. Un lungo percorso, durato quasi sei anni, per tornare in NBA non più da comparsa. Un sogno che si ri-avvera.

Scoperto e vissuto il punto più basso, Whiteside non ha ancora deciso fino a dove alzare l’asticella per toccare il punto più alto in carriera. Ne è la prova, l’exploit del 24 gennaio contro i Chicago Bulls: tripla doppia a referto da 14 punti, 12 rimbalzi e 12 STOPPATE. Una performance che porta con sé uno strascico di record:

-record di franchigia per stoppate realizzate in una singola partita
– primo giocatore nella storia della franchigia a siglare una tripla doppia per stoppate
-ottavo giocatore nella storia della franchigia a mettere a segno una tripla doppia
-primo giocatore nella storia della franchigia a chiudere in tripla doppia venendo dalla panchina
-record stagione per stoppate realizzate in una singola partita
-primo giocatore NBA a combinare almeno 12 punti, 12 rimbalzi e 12 stoppate dal 1997
-primo giocatore NBA a rifilare 12 stoppate in meno di 25 minuti dal 1989

Qui di seguito il video completo dove ammirare le 12 “veloci” da centrale di pallavolo.

La chicca è stato il commento a caldo nel post-partita, per spiegare l’assurda prestazione che ha condotto Miami a vincere l’ennesimo incontro in trasferta,  Hassan ha dichiarato: “sto solo cercando di alzare il mio rating a NBA2K ”. L’apice, per il momento, è stato raggiunto.

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Pubblicato da
Pietro Caddeo

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