Myles Turner nasce a Bedford (Texas) il 24 Marzo del 1996, dopo aver giocato per la Trinity High School a Euless sempre nel Texas approda quest’anno, neanche a dirlo, all’Università di Texas dove gioca da freeshman per i Texas Longhorns.
Prima di approdare a Texas ha partecipato al McDonald’s All-American, dove era presente anche Jahlil Okafor che abbiamo presentato all’inizio della nostra rubrica, e ha vinto la medaglia d’oro ai FIBA Americas Under18 Championship.
Quest’anno nel suo primo e presumibilmente ultimo anno al college sta viaggiando alle cifre di 11.3 punti, 6.6 rimbalzi, 0.7 assist e 2.7 stoppate a partita in 22.4 minuti di utilizzo e sta tirando con il 47,2% dal campo, il 31,9% da tre punti e l’82,5% ai liberi.
Myles Turner è alto 2 metri e 11 per 109 kg di peso ed è dotato di una grande apertura di braccia di 2 metri e 26; durante questa stagione coach Rick Barnes lo sta impiegando sia nello spot di 4 che di 5 con buoni risultati in entrambi i ruoli.
Un paio di curiosità prima di andare a vedere le sue caratteristiche: Turner gioca con il 52 per ricordare il suo amico Rosario morto di leucemia, il suo giocatore preferito è Durant, anche lui prodotto di Texas, e quando aveva 10 anni Myles andò all’università di Texas per farsi firmare un autografo dal giocatore degli Oklahoma City Thunder.
Essendo un giocatore molto giovane, appena 18 anni, ha margini di miglioramento ma è anche dotato già di buone caratteristiche per la sua età. Ha già un buon tiro dalla media distanza, un ottimo spin-move lungo la linea di fondo con un buon rilascio della palla, non abbassa la palla prima di tirare, cosa quest’ultima che gli scout NBA guardano e ha anche un range di tiro che va oltre l’arco, quest’anno infatti prende in media 1.9 tiri da tre punti a partita ed infine ha l’istinto anche per dei pick and pop che possono innescare il suo tiro. Per quel che riguarda l’aspetto difensivo invece Turner è dotato di una già discreta mobilità e velocità di piedi e lettura negli aiuti, inoltre ha un buon tempismo nello stoppare i tiri degli avversari, statistica nella quale viaggia a 2.7 stoppate di media a partita e grazie alla sua altezza e alla sua apertura alare ha la capacità di contestare anche i tiri dal perimetro
Oltre a tutto ciò il freeshman da Texas ha anche buoni intangibles come la capacità di comunicare, gioca con grande competitività su entrambi i lati del campo, è un buon passatore per un giocatore della sua altezza e ha una veloce capacità di apprendimento.
Sicuramente quello che deve migliorare è la sua fisicità dato che il suo peso attuale non gli permetterebbe di competere con i 5 dell’NBA, si pensa comunque data la sua stazza che sarà destinato ad allontanarsi da canestro una volta arrivato in NBA e qui la domanda che molti scout NBA si pongono nei confronti di Turner è: quanti margini di miglioramento ha se viene spostato fronte a canestro?
Essendo un giocatore ancora abbastanza “grezzo” i margini di miglioramento ci sono ma dovrà lavorare sulla velocità di esecuzione del tiro, sulla mobilità dei movimenti e sulla sua atleticità, seppur quest’ultima già discreta.
Nella metà campo difensiva dovrà lavorare come già detto sulla forza fisica per assorbire meglio i contatti in quanto attualmente compete ma va sotto contro lunghi di maggior peso e continuare a lavorare sui movimenti laterali per arrivare ad aiutare con i tempi giusti.
Non ce la sentiamo di dire che sia fin da subito un “NBA ready” ma la sua crescita in esperienza e maturità fisica sarà determinante per scoprire dove potrà arrivare. Pur venendo da Texas non è comparabile a Kevin Durant, ma bensì ad un altro ex giocatore dei Texas Longhorns e cioè LaMarcus Aldridge, ala attualmente in forza ai Portland Trail Blazers. È inoltre possibile che una volta arrivato in NBA diventi uno “stretch four” ma tutto sarà basato sulla sua crescita essendo per l’appunto ancora giovanissimo.
Verosimilmente sarà scelto tra le prime 10 posizioni del draft ma potrebbe anche scendere intorno alla 15 e una delle squadre a lui interessate potrebbero essere gli Indiana Pacers alla ricerca di un lungo che affianchi e completi Roy Hibbert.