Categorie: Road To Draft

Road to draft 2015: Justin Anderson

Justin Anderson, ala mancina di Virginia al suo terzo anno al college, nasce il 19/11/1993 a Montross (Virginia) e dopo aver frequentato l’high school di Montrose Christian approda alla corte di coach Tony Bennet.
L’anno scorso Virginia non riuscì a raggiungere la Final Four, pur contando sul numero 1 dell’Est Region fu fermata da Michigan State alle Sweet Sixteen, quest’anno Anderson punta almeno a trascinare Virginia a Indianapolis e a far entrare il suo ateneo tra i primi quattro della nazione.
Anderson è un’ala piccola di 2.01 m per 100 kg di peso e un’apertura alare di oltre 2.10 m.

Come possiamo vedere nei 28.0 minuti di media in campo Anderson ha prodotto 12.3 punti con 4.1 rimbalzi e 1.8 assist, con una percentuale addirittura del 46.9 da tre punti.
Il #1 di Virginia è un giocatore molto forte fisicamente, con grande forza esplosiva con la quale potrebbe già competere con i giocatori a livello pro e che gli permettono di concludere al ferro anche resistendo ai contatti degli avversari, ha inoltre aumentato la sua mobilità in particolar modo l’equilibrio, l’agilità e la forza di base tutte cose che potrebbero tradursi in un aumento di rapidità nella metà campo offensiva negli anni a venire.
È un giocatore con una meccanica di tiro piuttosto fluida e si muove bene senza palla, aggiunge a tutto ciò anche uno spirito altruista che lo spinge a trovare l’uomo libero sia a difesa schierata sia in campo aperto, due aspetti di cui potrebbe beneficiarne una volta giunto al piano superiore.
Il suo aspetto migliore però è la difesa essendo un giocatore versatile e che riesce a difendere su più ruoli grazie anche alla sua forza fisica (aspetto quello della difesa su posizioni multiple che potrebbe avere anche a livello NBA), ha una buona rapidità laterale e una buona verticalità che gli permette di stoppare gli avversari anche in transizione, difende in maniera competente sulle linee di passaggio e infine riesce a farsi valere a rimbalzo con una discreta tecnica di taglia-fuori e la sua capacità di saltare rapidamente.
Andando a guardare quello che Anderson dovrà migliorare prima di tutto salta all’occhio il lavoro sulla mano destra, essendo infatti mancino tende a penetrare molto spesso da quel lato e se un difensore lo indirizza verso la mano debole fatica ad attaccarlo in 1vs1, questo aspetto risulta fondamentale per lo junior da Virginia se vuole diventare una stella a livello pro e non rimanere un giocatore nella media.
Puntando molto sull’esplosività e sul gioco in transizione non è un giocatore che usa movimenti avanzati sui quali invece dovrà lavorare a livello pro se vorrà continuare ad essere un fattore non solo a livello collegiale. Dovrà inoltre lavorare sul palleggio arresto e tiro, infatti molti dei suoi tiri sono tiri da fuori con spazio quando il difensore lontano o è in recupero. Un’ulteriore aspetto da migliorare è la gestione della palla in quanto Anderson a volte tende a forzare le penetrazioni e le situazioni di gioco producendo delle palle perse.
Anderson sarà un fattore chiave in una squadra come Virginia che è pronta a far bene nel torneo NCAA e ad avanzare provando a raggiungere quella Final Four sfuggita lo scorso anno e lui stesso proverà a sfruttare la visibilità che il torneo da per provare ad aumentare la sua posizione di scelta al draft che verosimilmente al giorno d’oggi lo vedrebbe alla fine del primo giro tra la posizione 20 e la posizione 30. A livello NBA potrebbe interessare a Washington in cerca di un sostituto di Paul Pierce per il futuro anche per il fatto che Anderson ricordi Pierce come stile di gioco.

 

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Pubblicato da
Simone Carloni

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