DeMarcus Cousins è senza ombra di dubbio l’uomo-squadra della sua franchigia, i Sacramento Kings, nonostante i limiti (specialmente caratteriali) noti a tutto l’universo NBA, che ne riconosce tuttavia le indubbie qualità sul parquet. Limiti che sembravano aver trovato un giusto equilibrio dentro di lui grazie al rapporto con l’ex capo allenatore Mike Malone e che avevano reso possibile un ottimo ed inaspettato inizio di stagione, con 9 vittorie a fronte di 6 sconfitte.
Ma la serenità sembra non essere di casa in quel di Sacramento e l’equilibrio, di Cousins prima e dei Kings poi è mano mano scemato per molteplici cause: nel momento migliore di Boogie è arrivata un’infezione virale a fermarlo per 10 partite consecutive con tanto di ricovero ospedaliero, partite per la maggior parte perse dai Kings che hanno decretato il licenziamento di Malone. L’assunzione da parte del front office di coach George Karl non ha portato subito i frutti sperati, e stando alle indiscrezioni, nemmeno ad un buon legame tra lui e Cousins in vista del futuro: Karl infatti, nel tentativo di accontentare i proprietari con un nuovo e frizzante gioco, ha drasticamente ridotto il concetto di difesa in favore di un attacco troppo poco maturo per i suoi schemi, con il risultato che le statistiche di stampo difensivo condannano i Kings all’ultimo posto della Lega.
Morale della favola: un futuro che fa sognare, ma un presente che dice 25 vittorie, 45 sconfitte, terzultimo posto ad Ovest ed ancora esclusione dai playoffs per Cousins e compagni.
DeMarcus, intervistato da Michael Lee del Washington Post su cosa ne pensasse dell’attuale stagione, non ha certamente rilasciato parole che passeranno inosservate. Queste le sue dichiarazioni:
“Questa stagione è stata un circo, amico, una completa Babele. Abbiamo iniziato alla grande, poi sfortunatamente mi sono ammalato ed ho rovinato l’alchimia di squadra. So per certo che se non fossi stato male le cose non sarebbero andate così, non sarebbe stato possibile. Allo stesso tempo, le cose negative accadute non sono solo il frutto della mia responsabilità e sappiamo il perché. Questo è stato un anno davvero frustrante”.
Non sappiamo se Cousins abbia voluto tirare una frecciatina a qualche componente di squadra, della dirigenza oppure direttamente al nuovo allenatore. Tuttavia Boogie ha aggiunto frasi importanti riguardo al suo ruolo all’interno della franchigia:
“Credo di portare sulle mie spalle un peso maggiore rispetto a qualsiasi altro giocatore NBA. Da quando sono qui non è mai stata una situazione ottimale, all’inizio ero troppo giovane e non capivo come funzionasse il business. La franchigia è andata male per parecchio tempo e sono arrivato con dei pregiudizi su di me, alcuni meritati, altri no. Il punto è che mi interessa la squadra e il gioco, davvero. Prendo il mio lavoro molto seriamente, amo giocare a basketball. Non è per i soldi, non per la fama. Ci tengo davvero. La cosa più grande che possa fare è ammettere che non sia perfetto e questo lo so”.
Uno sfogo importante quello di DeMarcus Cousins che lancia un chiaro messaggio al front office, riconoscendo i suoi errori e al contempo sottolineando come l’ambiente intorno a lui non sia per niente un gran che, con un roster molto probabilmente ancora non all’altezza di grandi imprese ed un carico di pressione troppo grande da sostenere da solo. Il suo contratto chiama fino al 2018, con le prossime 3 stagioni che gli garantiscono oltre 45 milioni di dollari: basteranno per farlo restare a Sacramento e costruirgli intorno la squadra che merita?