Dwight Howard e Kobe Bryant, una convivenza difficile che per due anni è stata raccontata e interpretata da tutti gli esperti giornalisti NBA alla ricerca della dichiarazione che facesse ripartire il dibattito. Sulla questione è ritornato porchi giorni fa lo stesso centro ex-Los Angeles Lakers, che ha risposto alle solite domande dei giornalisti.
“Non è che non ero a mio agio con Kobe Bryant, questo non è mai stato un problema per me” ha dichiarato Howard rispondendo a Kobe, che lo aveva additato come giocatore non in grado di adattarsi al suo spirito e carattere estremamente combattivo. “Penso che questo tipo di pensieri sul rapporto tra me e Kobe sia stato ingigantito dal modo in cui tutto sia finito con i Lakers. Tutti, in quella squadra, si erano infortunati durante la stagione. Penso che prima di infortunarci tutti abbiamo giocato solo 5 partite insieme. Kobe voleva vincere fortemente come lo volevo io. Semplicemente le nostre personalità sono differenti, io non sono un ragazzo che riprende e si arrabbia o urla ai propri compagni di squadra. Ho provato questo approccio durante la mia carriera ma, per me, non ha funzionato. Mentre per Kobe funziona perchè ha vinto un paio di campionati NBA ed ha giocato con alcuni ottimi talenti. A quel periodo, molto semplicemente, non era tempo di vincere per noi a Los Angeles.”
Mentre con James Harden invece come va il rapporto tra compagni, e stelle, di squadra?
“Non siamo super vicini come amici o come persone ma ci parliamo, ci sediamo e conversiamo” ha dichiarato ancora Dwight. “Non ho mai avuto alcun problema con James. La più grande ragione che mi ha convinto a venire a Houston era proprio quella di poter giocare insieme a lui, seppi di aver preso la decisione giusta dopo averlo visto giocare e crescere come persona e giocatore. E’ veramente fantastico da vedere, sono venuto qui per vincere, non si tratta solo di me ma dell’intera squadra e di quello che possiamo fare insieme. Ho vinto tutti i premi individuali che potevo vincere, a parte l’MVP, e a questo punto della mia carriera quei premi sono irrilevanti, ciò che conta davvero è vincere un campionato, tutti insieme.”