Alle sparate di Mark Cuban ormai siamo tutti abituati. Come ben noto, il 56enne proprietario dei Dallas Mavericks non è per niente restio (eufemismo) a divulgare la sua opinione al mondo intero. Stavolta è toccato al college basketball:
“Se si vuole tenere lontano i ragazzi dal mondo dei pro, tenendoli così al college, beh, ci sono riusciti molto bene con la mossa dello shot clock di 35 secondi e con il modo in cui vengono arbitrate le partite. Così i ragazzi non hanno idea di come si giochi una partita intera di pallacanestro!”
Le dichiarazioni di Cuban arrivano a distanza di poco tempo da quelle di Geno Auriemma, coach della selezione femminile di basket di UConn, che ha definito il college basketball “a joke”, ossia “una barzelletta”.
Continua Cuban:
“Ci sono tre ragazzi che si scambiano la palla sul perimetro. Con 10 secondi ancora sul cronometro, due ragazzi provano a far succedere qualcosa, mentre gli altri due li guardano impalati. Questi due non fanno niente in attacco, hanno il solo compito di tornare in difesa ed impedire la transizione offensiva degli avversari. Ho visto partite in cui questi giocatori che non fanno altro che difendere sono tre o addirittura quattro su cinque!”
“E’ orrendo (il college basketball NDR), è più brutto della bruttezza (uglier than ugly), e ciò è testimoniato dai punteggi sempre più bassi. Quando questo è successo in NBA, abbiamo affrontato la cosa e l’abbiamo cambiata.”
Cuban non ha risparmiato critiche anche nei confronti delle direzioni arbitrali:
“Gli arbitri non sanno gestire le situazioni che si presentano. Seriamente, il college basketball è più fisico della NBA, e le diversità di trattamento tra partite (sempre di college basketball NDR) è un serio problema. Diamine, non hanno neanche uno standard comune sui palloni! Usano palle diverse: una squadra ne ha una, un’altra ne ha una diversa. Ci sono davvero troppe cose ridicole!”
Che dire, il solito Mark Cuban!