Quest’ultimo anno è stato sicuramente molto importante per Adam Silver, l’avvocato newyorchese classe ’62 che, nel febbraio dello scorso anno, è succeduto al mostro sacro David Stern come commissioner alla guida della NBA. Dopo una carriera ventennale, cominciata nel 1992, spesa a fare la “gavetta” tra vari ruoli dirigenziali e come “Delfino” di Stern, infatti, Silver ha impresso con forza il proprio marchio sulla lega. Una lega che, a detta di molti, è diventata più “umana” da quando lui è al timone, ma anche sempre più globalizzata, mediatica, aperta e spregiudicata.
In questo senso la sua inclusione nella Top 100 delle persone più influenti al mondo della rivista TIME, al fianco di personaggi del calibro di Barack Obama, Angela Merkel, Vladimir Putin, Papa Francesco, ma anche di Kanye West, Taylor Swift, Emma Watson e Kim Kardashian, giunge come una consacrazione definitiva.
Di seguito riportiamo il profilo di Adam Silver, o King of the court, stilato per il TIME da un certo Kareem Abdul-Jabbar, uno che di successi e di influenza se ne intende un bel po’:
“Gestire la National Basket Association è un po’ come realizzare quel famoso detto “Possa tu vivere esperienze interessanti”. Da quando è diventato commissioner, il 1 febbraio 2014, le esperienze interessanti di Adam Silver hanno incluso le frasi razziste di Donald Sterling, il mea culpa di Bruce Levenson, giocatori sospesi per droga, e voci su un lockout dei giocatori. E ha gestito tutte queste problematiche potenzialmente laceranti con franchezza, onestà e integrità.
Molti insiders probabilmente considereranno la negoziazione di Adam per un contratto sui diritti televisivi della NBA di nove anni e 24 miliardi di dollari complessivi come il suo più grande risultato. Non sono d’accordo. Mentre è vero che Adam è attento all’aspetto finanziario, è ancor più importante che la NBA provi di valere tutti quei soldi, non solo offrendo il più alto livello di atletismo sul parquet, ma anche fornendo il massimo livello di professionalità al di fuori. Per Adam è importante dare ai fans tanto grandi partite quanto grandi modelli. Raggiungere questo obiettivo potrebbe essere la sua più grande eredità.“